Economia

ISTAT. Disoccupazione: bruciati 508mila posti di lavoro

giovedì 17 dicembre 2009
L'occupazione è diminuita nel terzo trimestre di 508.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2008 (-2,2%), mentre ha perso 120.000 unità rispetto al secondo trimestre del 2009. Lo rileva l'Istat precisando che è il calo peggiore dal '92, anno di inizio delle serie storiche, e che 386.000 posti sono stati persi nell'industria.A ottobre il tasso di disoccupazione ha raggiunto l'8,2%, il dato peggiore da aprile 2004. Lo rileva l'Istat che ha rivisto al rialzo il dato diffuso nelle scorse settimane (8%). I disoccupati nel mese erano quindi 2.039.000.L'Istat ha visto al rialzo quindi anche il numero delle persone in cerca di occupazione, cresciuto di 299 mila unità a ottobre 2009 rispetto a ottobre 2008.Nel mese i senza lavoro erano 2.039.000 (2.004.000 il dato diffuso in precedenza) a fronte di 1.740.000 registrato ad ottobre 2008. Nel terzo trimestre - ha spiegato l'Istat - il tasso di disoccupazione si è attestato al 7,8%, il dato più alto dal terzo trimestre 2005. Nel terzo trimestre il tasso di disoccupazione era del 12,4% nel Mezzogiorno, del 6,9% nel centro e del 5,5% nel nord. I posti di lavoro persi sono stati 508 mila nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, soprattutto a causa del calo dei posti registrato nel nord (-274 mila) e nel Mezzogiorno (-196 mila) mentre il centro tiene e perde solo 38 mila unità.L'Istat segnala di aver rivisto al rialzo anche le stime sui posti di lavoro persi a ottobre. Nel mese, secondo l'istituto, erano occupate 22.929.000 persone con un calo di 486 mila unità rispetto ad un anno prima. Nel terzo trimestre l'Istat segnala che sono diminuite le forze di lavoro con un -0,9% rispetto al terzo trimestre 2008 (-222 mila unità) e un -0,2% sul secondo trimestre 2009 (-50 mila unità). Sono aumentate le persone in cerca di occupazione (+286 mila unità) che hanno raggiunto nel trimestre quota 1.814.000. Il tasso di disoccupazione nel trimestre si è attestato al 7,8% con un aumento di 1,2 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2008 e di 0,3 punti rispetto al secondo trimestre 2009. L'Istat segnala che il calo dell'occupazione si è concentrato nell'industria in generale (-386 mila posti) con un picco nell'industria in senso stretto (-307 mila unità e un calo del 6,1%). Le costruzioni segnano un -4% con un calo di 79 mila unità mentre il terziario segna un calo dello 0,6% con una diminuzione di 97 mila unità. Al sesto calo consecutivo delle posizioni lavorative indipendenti (-3% pari ad un calo di 178 mila unità) si associa la seconda consistente flessione tendenziale di quelle dipendenti (-1,9% pari ad una riduzione di 330 mila unità). In particolare l'Istat segnala un calo dei dipendenti a tempo indeterminato di 110 mila unità concentrata nelle imprese di più ridotta dimensione.Confindustria: Pil -4,7% nel 2009, +1,1% nel 2010. L'Italia segnerà un pil in diminuzione del 4,7% nel 2009 e un ritorno alla crescita nel 2010 con un +1,1%. E' la stima del Centro studi di Confindustria, che migliora le precedenti previsioni di settembre che indicavano rispettivamente un -4,8% per quest'anno e un +0,8% per il prossimo. Secondo il Csc, la ripresa si "rafforza nel 2011 con un +1,3%. Ciò - sottolinea - riporterà il pil al livello del 2005. Il recupero - evidenzia il Rapporto sugli scenari economici - sarà graduale".La ripresa sarà "lenta e faticosa, in salita", dice il Csc, secondo cui "tenuto conto dei tassi di crescita potenziali, all'Italia saranno necessari quattro anni (fino al 2013) per tornare ai livelli di Pil pre-crisi, dopo una perdita che nel biennio di recessione ha riportato l'economia italiana indietro di quasi otto anni".Tra il 2008 ed il 2009 sono già stati persi 470 mila posti di lavoro (rispettivamente 128 mila e 342 mila), altri 195 mila sono a rischio tra il 2010 ed il 2011. E' lo scenario indicato dal Centro studi di Confindustria, che spiega come ciò dipenderà dal processo di riassorbimento dei cassintegrati. Il dato fa infatti riferimento all'ipotesi in cui il 70% del calo delle unità di lavoro in cassa integrazione si traducesse in lavoratori riassorbiti; in questo caso, il totale dei posti persi sarebbe pari a 665 mila. Nell'ipotesi, invece, che la quota riassorbita fosse solo del 40%, si arriverebbe a 770 mila posti di lavoro persi (700 mila nel 2008-2010 più altri 70 mila in 2011).