Economia

Ricerca. Dirigenti nelle aziende italiane: sempre meno giovani e poche donne

venerdì 18 ottobre 2013
​Negli ultimi 12 mesi si assiste a un rallentamento nell'assunzione e nomina di dipendenti con la qualifica di dirigenti ed è davvero impossibile assegnare la nomina a un giovane al di sotto dei 35 anni. Se poi l’aspirante dirigente è donna il tutto si complica ulteriormente. È quanto emerso da una ricerca effettuata da Gidp (Associazione Direttori delPersonale - www.gidp.it) ponendo 24 domande a 102 tra i direttori del personale iscritti all’associazione, appartenenti a importanti realtà imprenditoriali: le aziende in questione sono, infatti, caratterizzate dalle grandi dimensioni (ben il 59,80% conta oltre 500 dipendenti) e sono, per quanto concerne la proprietà, soprattutto Multinazionali (50,98%).Per la maggior parte collocate nel Nord ovest (79,42%), le imprese operano in numerosi settori merceologi, altamente differenziati tra loro. Si passa dal 19,61% dell’industria meccanica, al 9,80% del Terziario Innovativo, al 6,86% del credito e dell’industria farmaceutica, al 3,93% del commercio.Le domande legate al processo di nomina a Dirigente sono state ripartite in diverse aree tematiche:1. I DIRIGENTI NELLA TUA AZIENDA- Il 57,15% delle aziende ha una percentuale di dirigenti sul totale dei dipendenti che nonsupera il 3%. Nello specifico il 25,40% delle aziende ha il 2% di dirigenti, il 17,46% l’1% e il14,29% il 3%.- La percentuale di dirigenti maschi sul totale dei dirigenti è di gran lunga superiore (81,32%)a quella dei dirigenti femmine (18,68%).- Per il passaggio da Quadro a Dirigente nella stessa azienda di appartenenza, occorrono inmedia 7 anni; nel 28,58% delle aziende, infatti, occorrono da 4 a 6 anni, nel 22,22% da 6fino a 8, sempre nel 22,22% da 8 fino a 10 anni. Da notare che in nessuna azienda èpossibile essere nominati in meno di 2 anni.- Gli anni necessari alla nomina di dirigente non risentono fortemente del sessodell’interessato (82,54%), anche se nei pochi casi in cui il sesso condiziona la nomina(17,46%) è evidente che il problema si pone per le femmine che impiegano più anni rispettoai maschi (15,87% contro 1,59%).- L’età media di nomina a dirigente è di 41 anni. Il 31,75% dei rispondenti dichiara che lanomina avviene a 40 anni, il 17,46% oltre i 45 anni e il 14,29% a 42 anni. L’età più bassa dinomina è 35 anni e solo il 4,76% delle imprese esegue la nomina in questa fascia di età.- Come per la media di anni che occorrono dal passaggio da quadro a dirigente, anche perl’età media di nomina a dirigente non vi sono forti differenze tra maschi e femmine (nel92,06% dei casi maschi e femmine conseguono la nomina alla stessa età). Tuttavia ilrestante 7,94% dei casi in cui si sono riscontrate delle differenze, rappresenta un problematotalmente al femminile (a nessun maschio succede che l’età media sia superiore a quelladelle femmine).- La retribuzione totale annua lorda è in media di Euro 114.370 e ancora una volta risulta chesono le femmine a percepire una retribuzione inferiore nel 15,87% dei casi.2. ASSUNZIONI E NOMINE- Negli ultimi 12 mesi ben il 50,79% delle aziende non ha assunto alcun dirigente, il 22,23%ne ha assunto solo 1 e il 9,52% ne ha assunti 3. I nuovi assunti sono soprattutto maschi(87%).- Il quadro peggiora con le nomine a dirigenti negli ultimi 12 mesi di persone che già sonodipendenti dell’azienda: il 54,18% delle aziende non ha fatto alcuna nomina, il 22% ne hanominato 1 solo e il 7,94% ne ha nominati 2. Nelle nomine c’è una buona notizia per lefemmine che costituiscono il 24% del totale (quando invece nelle assunzioni erano il 13%).- Fondamentale il quesito che pone i rispondenti a confrontarsi direttamente con la tendenzain atto in questi ultimi anni e cioè a tardare sempre più la nomina a dirigente; ben il 61,90%conferma la tendenza al rinvio, il 33,33% afferma che non vi sono differenze rispetto alpassato e solo il 4,76% ha, invece, assistito ad una “accelerazione”delle nomine. Laragione principale che determina il rinvio è senz’altro di natura economica: il 76,92% rinviale nomine per risparmiare sui costi aziendali; mentre i pochissimi che riescono addirittura anominare in tempi più brevi i dipendenti ritengono che questa scelta sia doverosa perché ègiusto premiare un dipendente valido (83,33%).- Fra i criteri più determinati nel processo di nomina vi sono senz’altro la leadership(24,40%), la capacità di organizzare e pianificare (20,63%), la gestione delle risorse(11,11%) e il problem solving (11,11%).3. DIMISSIONI E LICENZIAMENTI- Negli ultimi 12 mesi nessun dirigente ha lasciato l’impresa nel 47,62% dei casi; nel 14,29%delle aziende 1 dirigente ha lasciato l’impresa e sempre nel 14,29% delle aziende 2dirigenti hanno lasciato l’impresa.- Le motivazioni che hanno spinto i dirigenti a lasciare l’impresa sono abbastanzadiversificate: alcuni sono stati invitati dall’impresa a lasciare il posto di lavoro (26,47%), altrihanno raggiunto l’età pensionabile (17,65%), altri ancora sono stati licenziati per giustificatomotivo oggettivo (14,71%).- Il sesso del dirigente non ha nel modo più assoluto alcuna influenza sulle motivazioni chespingono il dirigente a lasciare l’impresa: il 100% dei rispondenti lo conferma.Paolo Citterio, presidente nazionale Gidp/Hrda, commenta così i risultati ottenuti: "L'indagine fornisce un chiaro segnale di rallentamento nella nomina ed assunzione di dipendenti con la qualifica di Dirigenti; per il passaggio da Quadro a Dirigente nella stessa azienda di appartenenza, occorrono in media 7 anni ed il 72% viene insignito della qualifica tra i 40 ed i 45 anni (il 32% di loro a 40 anni) con rilevante ritardo rispetto al passato. I dirigenti, infatti, che oggi hanno tra i 60 ed i 70 anni sono stati nominati tali mediamente intorno ai 37 anni. Le motivazioni del rallentamento sono principalmente legate ai costi d'ingresso, alla revisione triennale del ccnl, alla policy di alcune grandi aziende e sopratutto al difficilissimo momento economico che il nostro Paese sta vivendo. Va sottolineato anche che la diminuzione del numero dei dirigenti e il rallentamento nella nomina mette a repentaglio il buon funzionamento dei Fondi sanitari e Previdenziali chesono stati sino ad oggi di grande ed importante supporto alla salute ed alla previdenza complementare della nostra dirigenza (il 51% delle aziende non ha assunto dirigenti ed il 54% non ne ha nominati negli ultimi 12 mesi). Oggi più che mai avremmo bisogno di validi Manager (principalmente dotati di leadership, capacità di pianificare e gestire le risorse, problem solving e decision making) che aiutino le imprese in difficoltà, ma la crisi che stiamo affrontando ne frena purtroppo l'utilizzo e l'assunzione. Inoltre va notato che chi ha terminato l'incarico negli ultimi 12 mesi ha dovuto lasciare l'azienda per interruzione del rapporto legato a motivazioni giuridiche (giusta causa, giustificato motivo soggettivo, giustificato motivo oggettivo) oppure è stato allontanato con incentivo all'esodo con conciliazione. Infine, anche la retribuzione annua lorda vede una discesa rispetto agli anni precedenti: ben il 41,27% dei rispondenti risulta collocarsi nella fascia degli 85mila – 110mila euro".