Economia

Iniziativa. «Digitale, cosi supportiamo la formazione dei giovani»

Maurizio Carucci martedì 29 marzo 2016
"Al giorno d’oggi nulla può più prescindere dal paradigma digitale. Non basta più preoccuparsi della sola alfabetizzazione, poiché per creare una nuova cittadinanza digitale, oggi serve di più. Ad essere fondamentali e necessarie sono le competenze note a livello europeo come e-skills e, nella guida e nella gestione del lavoro, lo sviluppo di abilità e attitudini di e-leadership". Lo afferma Stefano Venturi, Corporate Vp e amministratore delegato del Gruppo Hewlett Packard Enterprisein Italia.Nel mercato del lavoro di domani, le competenze digitali non saranno una conoscenza esclusiva, dominio degli specialisti, ma saranno invece considerate parte integrante delle capacità richieste da una figura professionale: mi riferisco, per esempio, all’utilizzo delle tecnologie in modo consapevole, alla presentazione e condivisione efficace dei propri lavori, alla cooperazione con gli altri, al problem solving creativo e collaborativo. Questa è la logica del pensiero computazionale e della cultura digitale. Le iniziative di formazione, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, dovrebbero pertanto orientarsi da subito a saper coprire questi nuovi approcci, guidati dalle tecnologie digitali. La valorizzazione delle tecnologie digitali ricopre un ruolo cruciale per il benessere e la prosperità futura dell'Europa. Oggi, l’ostacolo che impedisce di sfruttare a pieno le tecnologie digitali ed il loro potenziale di trasformazione risiede proprio nella carenza di competenze e, in particolare, di figure professionali esperte di tecnologia digitale, settore in cui attualmente si stima in Europa un deficit di poco più di 700mila unità. "Nel corso degli ultimi anni - spiega Venturi - il numero di posti di lavoro nel settore Ict è cresciuto più velocemente che in qualsiasi altra categoria: l'occupazione dei professionisti Ict, presenti in tutti i settori dell'economia, è cresciuta a un tasso annuo superiore al 3% negli ultimi dieci anni. Tuttavia, l'Europa si trova ancora ad affrontare una carenza significativa di persone capaci di occupare queste nuove posizioni professionali. Secondo le stime della Commissione europea, abbiamo bisogno di ulteriori 150mila esperti ogni anno: basti pensare che si stima che il solo Cloud Computing possa generare 2,5 milioni di posti di lavoro cloud-related entro il 2020".L'industria deve pertanto lavorare a stretto contatto con le scuole, le Università, le agenzie per il lavoro e le Organizzazioni non governative per istituire programmi innovativi, volti a fornire le competenze necessarie a completare il processo di trasformazione digitale: ne sono un bell’esempio i materiali didattici disponibili su piattaforme online e Moocs. Le competenze digitali sono essenziali per sfruttare il pieno potenziale delle tecnologie moderne, fattore imprescindibile per la trasformazione digitale del Paese e la creazione di nuovi posti di lavoro."Da oltre 75 anni, contribuire al benessere del territorio è parte integrante della cultura di Hewlett Packard Enterprise - continua l'ad -. Siamo presenti in Italia da oltre 50 anni e crediamo sia un dovere morale per le aziende occuparsi e promuovere il progresso del proprio Paese. E oggi progresso significa piena cittadinanza digitale, per un utilizzo consapevole delle tecnologie. In quest’ottica, abbiamo sviluppato Safe2Web, un progetto rivolto a ragazzi, genitori e docenti delle scuole secondarie italiane, che vede Hewlett Packard Enterprise in prima linea nel promuovere eventi formativi per la diffusione della cultura del rispetto e della sensibilizzazione all’uso responsabile delle nuove tecnologie. L’obiettivo primario è quello di incoraggiare i ragazzi ad utilizzare la rete avendo cura di sé stessi e degli altri, primo passo verso la costruzione collettiva della cittadinanza digitale. Lo scorso anno, i volontari Hpe hanno incontrato 2mila ragazzi nelle scuole italiane, per un totale di 4.500 ore di formazione focalizzate sull’uso sicuro e consapevole di Internet e sulla conoscenza mirata di problematiche come il cyber bullismo e l’adescamento in rete".Hpe, inoltre, ha aderito a Coderdojo, un movimento globale non profit nato nel 2011 in Irlanda, che ha come scopo la promozione del pensiero computazionale tra i ragazzi. Nei tre centri italiani -  a Milano, Roma e Bari - grazie al supporto dei volontari, sono stati offerti gratuitamente ai giovani dagli otto ai 14 anni eventi formativi volti all’insegnamento della programmazione, presentazione e condivisione dei propri lavori, della cooperazione e dell’utilizzo consapevole delle tecnologie. Tutti i mesi sono ospitati i ragazzi in percorsi che hanno l’obiettivo di promuovere il coding attraverso risorse specifiche, come per esempio scratch (uno strumento visuale per sviluppare codice basato sul meccanismo dei mattoncini ad incastro); inoltre, nelle classi dedicate al making, grazie a strumenti come le schede makeymakey o arduino e la stampa 3D, sono stati avviati i ragazzi più esperti verso i rudimenti della robotica. Nel 2015 sono stati incontrati 450 ragazzi, coinvolti in oltre 1.500 ore formative grazie al supporto di 100 volontari.