Economia

La promessa. Volkswagen cambia marcia: «Saremo perbene»

Redazione Motori venerdì 4 maggio 2018

Herbert Diess, nuovo amministratore delegato del Gruppo Volkswagen

La svolta sembra partire dal linguaggio, molto diretto: Volkswagen deve diventare "più perbene". Parola scelta dal nuovo ceo del colosso dell'auto tedesca, Herbert Diess. L'uomo che ha avuto l'incarico ad aprile di lasciarsi per sempre alle spalle l'onta del dieselgate, che ha rischiato di sfregiare irrimediabilmente
quella che oggi è la prima produttrice mondiale di auto. E all'assemblea generale di ieri, a Berlino, il Gruppo tedesco ha annunciato di voler velocizzare la sua trasformazione aziendale, spingendo comunque molto proprio sulla questione etica. L'obiettivo più vicino è quello di portare oltre 70 modelli nuovi sul mercato nel 2018. Ma nell'impresa che affronta un "cambiamento di cultura" annunciato da tempo, chi sbaglierà sarà punito, in linea con un programma adottato dal presidio, che evoca il concetto di integrità: "Together4Integrity".

«Volkswagen deve diventare più onesta, più aperta, più affidabile: in una parola più perbene», ha affermato il top manager chiamato a sostituire a sorpresa Matthias Mueller neppure un mese fa. «Il Gruppo è operativo e dal punto di vista finanziario forte. La nostra strategia funziona, ma la maggior parte del cammino è ancora davanti a noi. Gli anni decisivi della nostra trasformazione devono ancora arrivare», ha incalzato il ceo, accennando alle sfide epocali di fronte alle quali si trova l'industria della mobilità. Poi ha insistito sulla lezione cruciale che arriva dallo scandalo delle violazioni sui valori delle emissioni: «Accanto al diritto e alla legge c'è sempre anche l'etica. Violazioni di valori e comportamenti illegali esistono in tutte le organizzazioni. Ma in Volkswagen fino a poco tempo fa sono state chiaramente troppe. Cambiare questo per i miei colleghi del cda, e per me personalmente, ha priorità assoluta».

Proprio in queste ore l'ex ceo di Volkswagen, Martin Winterkorn, è stato incriminato negli Stati Uniti per il suo presunto ruolo nel cosiddetto scandalo dieselgate che ha coinvolto il gigante tedesco dell'auto. È quanto emerge dai documenti giudiziari depositati presso un tribunale di Detroit, in Michigan. Insieme a lui sono stati accusati altri cinque dirigenti del Gruppo. Il dipartimento della Giustizia riferisce che, secondo i procuratori Usa, Winterkorn sapeva dei dati truccati sulle emissioni già a maggio del 2014 ma decise di continuare con la frode.

Sull'assetto futuro del gruppo, Diess è tornato sulla possibilità di una vendita di marchi accessori, come Ducati e Renk: separarsene è una delle opzioni, ha affermato, anche se sono "pensabili" anche
"ampliamenti e strategie di crescita". Il che vuol dire che per il marchio delle motociclette non è escluso neppure l'ingresso in Borsa. Mentre il comparto dei mezzi pesanti, Truck & Bus, dovrà essere reso ampiamente indipendente dal gruppo e messo nelle condizioni di entrare in Borsa «in un prossimo
futuro».