Economia

Dieci idee per riaccendere l'Italia. Innovazione made in Italy: dai vestiti ai depuratori, spazio al grafene di Lomazzo

Daniele Garavaglia mercoledì 12 ottobre 2016

Se le nanotecnologie sono uno degli ambiti di ricerca e sviluppo industriale su cui l’Italia può puntare con grandi speranze, una significativa parte di merito va a una piccola azienda di Lomazzo, da qualche mese quotata anche alla Borsa di Londra: Directa Plus, fondata da Giulio Cesareo nel 2005, è oggi uno dei più grandi produttori e fornitori al mondo di prodotti e componenti a base di grafene, destinati ai mercati internazionali consumer e industriali. Prima di fondare Directa Plus, che nelle Officine del Grafene occupa 23 addetti, in maggioranza giovani, Cesareo ha lavorato per quasi vent’anni in Union Carbide, tra l’Italia e gli Stati Uniti: «Ho deciso di dar vita a un sogno, riducendo la scala dimensionale per aumentare le soddisfazioni: in pratica, passando dalla grafite al grafene, e dalle logiche della multinazionale alla mia start up». Il tempo e la ricerca sviluppata nei laboratori di Lomazzo gli hanno dato ragione: i prodotti a base di grafene, generati dalla tecnologia brevettata Grafene Plus, sono naturali, senza additivi chimici, realizzati in modo sostenibile e su misura, per applicazioni in diversi settori quali il tessile, l’industria della gomma, la creazione di materiali compositi, le bonifiche ambientali. Attualmente sono già disponibili sul mercato consumer gli pneumatici al grafene fabbricati da Vittoria, il maggior produttore mondiale di gomme per biciclette, e l’abbigliamento sportivo al grafene di Colmar.

Altri impieghi già sviluppati riguardano il filamento per stampante 3D al grafene di nuova generazione, messo a punto insieme all’azienda Filoalfa, e i sistemi per la depurazione delle acque inquinate da reflui industriali o sversamenti di idrocarburi. «Colmar ha voluto essere tra i pionieri dello sportswear con il lancio di una collezione contenente i nostri prodotti a base di grafene. È la prima volta che Graphene Plus viene utilizzato per l’abbigliamento sportivo, e questa è la prima applicazione tessile di G+ ad arrivare sul mercato. Si tratta per noi di un avvenimento molto significativo, in un settore ricco di opportunità», spiega Cesareo, che individua nel grafene il materiale del futuro, in quanto capace di migliorare le prestazioni dei prodotti esistenti.

Ad esempio nelle giacche a vento da sci il grafene migliora il comfort, distribuendo il calore corporeo in modo uniforme, nelle polo da golf lo fa con un effetto rinfrescante attraverso la dispersione del calore; negli pneumatici da bici aumenta la resistenza al rotolamento, aumentando il grip in curva e la velocità sul rettilineo. E sempre in modo sicuro, pulito e sostenibile: Directa Plus è la prima azienda al mondo produttrice di grafene ad aver fatto testare tutti i propri prodotti da laboratori indipendenti, per garantire la tutela dei lavoratori e degli utilizzatori di grafene. «La certificazione di sicurezza è stata una scelta non comune – prosegue Cesareo – e in questo momento ci differenzia da tutti i nostri concorrenti. Crediamo nelle grandi potenzialità dei nanomateriali, ma vogliamo proporre prodotti innovativi con la certezza che portino solo benefici e non mettano a rischio la salute delle persone ». Un vantaggio competitivo dagli incredibili sviluppi applicativi, che la City londinese ha premiato nel giorno della quotazione generando una raccolta di quasi 17 milioni di euro e portando il valore azionario di Directa Plus a 43,5 milioni di euro.