Economia

CRISI. L'Europa più fragile taglia anche sui più deboli

Giovanni Maria Del Re sabato 6 aprile 2013
L'austerity a tutti costi ha stravinto anche sul fronte del bilancio settennale dell’Ue, almeno nell’accordo raggiunto dai Ventisette al summit di febbraio. Un accordo però duramente contestato dal Parlamento Europeo, che dovrà approvarlo. A fare le spese è un po’ tutto, dalla competitività alle misure a sostegno dei più vulnerabili. La cifra complessiva, anzitutto, è, per la prima volta nella storia dell’Ue, in ribasso rispetto al precedente periodo finanziario (2007-13): si scende da 993,26 miliardi di euro a 959,96 in impegni di pagamento. Un netto calo rispetto alla proposta della Commissione, che per il prossimo settennato aveva proposto impegni per 1.033 miliardi di euro.La scure degli Stati del Nord Europa, capeggiati da Gran Bretagna e Germania, si è abbattuta un po’ ovunque. Soprattutto, però, lo dicevamo, nei capitoli più sensibili sul fronte sociale. Ad esempio l’1b (“Coesione economica, sociale e territoriale”), quello cioè che contiene i fondi di coesione e il fondo sociale destinati alle aree più povere dell’Ue. Il pacchetto totale scende dai 354,82 miliardi di euro del periodo 2007-13 a 325,15 miliardi (la Commissione aveva proposto un taglio minore, e cioè a 339,24 miliardi).I tagli colpiscono anche le voci fuori dal bilancio ordinario, e cioè anzitutto il Fondo di solidarietà (rivolto alle regioni colpite da emergenze come il terremoto dell’Emilia): scende da un miliardo l’anno del periodo finanziario che si sta chiudendo a 500 milioni di euro (la Commissione voleva tenerlo invariato). Una forte riduzione è prevista anche per il cosiddetto Fondo per la Globalizzazione, destinato a dare una mano ad ammortizzare l’impatto di quel fenomeno (ad esempio con la chiusura di fabbriche per via della delocalizzazione): qui si scende dai 500 milioni di euro l’anno del 2007-2013 a 150 milioni di euro per il settennato successivo. Scende, seppure di poco, anche il sostegno alle persone indigenti: dai 2,5 miliardi di euro previsti dalla Commissione a 2,1 miliardi. Almeno, i Ventisette hanno voluto parzialmente compensare questi tagli con l’introduzione di un fondo destinato in particolare alla lotta alla disoccupazione giovanile, pari a 6 miliardi di euro per tutto il settennato.Aumentano inoltre i fondi per il rilancio della competitività europea (da 91,5 miliardi di euro per il 2007-13 a 125,6, ma molto meno di quanto richiesto dalla Commissione, 155,52 miliardi). Secondo l’Europarlamento, il testo concordato dai 27 a febbraio così com’è «non è accettabile».