Economia

Jobby. Coronavirus e lavoro, il boom dei gig worker

Redazione Romana giovedì 9 aprile 2020

Andrea Goggi, fondatore e ceo di Jobby

Trovare un lavoro temporaneo, senza inviare cv, in pochi click e con una retribuzione immediata via app che risolve il problema del lavoro nero. In epoca di Coronavirus è questo il modello che sta crescendo di più. Jobby, la prima piattaforma italiana di lavoro temporaneo 100% digitale che permette alle aziende di ingaggiare worker verificati per svolgere lavori temporanei nel mese di marzo ha registrato un + 60 % e conta di chiudere il fatturato 2020 a + 100% per un volume d’affari di 1,5 milioni di euro e 30mila offerte di lavoro gestite. La piattaforma promuove un concetto di lavoro flessibile e positivo che possa tenere in conto dei cambimenti sociali, della disponibilità e delle competenze delle persone senza le lungaggini e le intermediazioni classiche come la selezione dei curricula, attraverso un algoritmo proprietario in grado di gestire con semplicità e senza barriere burocratiche una prestazione di lavoro, dal momento in cui un’azienda fa la richiesta, arrivando alla contrattualizzazione tra le parti fino alla conclusione e pagamento che viene gestito in modalità digitale e sicura. La piattaforma si occupa di tutto, anche di attivare l’assicurazione sul lavoro e inviare la documentazione contrattuale e amministrativa: niente più cv, colloqui, annunci o cartelli in vetrina. Jobby fa un enorme lavoro di profilazione e verifica dei workers che si iscrivono per permettere di avere sempre il worker giusto per ogni job gestendo tutto via app, eliminando così il rischio di pagamenti in nero o sfruttamenti.

«In questo momento delicato - ha spiegato Andrea Goggi, fondatore e ceo di Jobby - stiamo constatando che c’è una enorme necessità di lavoro flessibile e infatti stiamo aiutando tantissime aziende a ingaggiare personale per gestire il loro aumento di richieste o per sostenere un cambio di business, soprattutto nel settore della logistica e nei servizi di consulenza da remoto per smart working e smart school. Ma anche l’agricoltura ha cominciato ad usare la nostra app che può contribuire a risolvere il problema di mancanza di manodopera offrendo lavoro temporaneo nei campi con il massimo della sicurezza e della flessibilità. Penso che questa necessità continuerà anche nel post lockdown perchè ci sarà bisogno di tantissimo lavoro e di molta flessibilità nel gestirlo rispettando tutele e regolarità. Con Jobby il lavoro è al servizio della vita e non viceversa- continua Goggi. In Europa e nel mondo sono tante le aziende innovative che stanno promuovendo questo approccio e vogliamo essere pionieri in Italia essendo orgogliosi di aver creato il nostro progetto proprio qui per creare e mantenere valore sul nostro tessuto sociale. A marzo abbiamo registrato il picco più alto di attività della nostra storia e su jobby sono state richieste più di 10mila ore di lavoro, oltre 2mila job e i nostri worker hanno guadagnato complessivamente più di 100mila euro. Grazie alla nostra tecnologia è possibile fare la propria richiesta sul portale www.jobby.works in meno di un minuto e jobby si occuperà di trovare il miglor worker per svolgere il lavoro. Ovviamente, come jobby fa dal primo giorno, tutto è regolarizzato contrattualmente e tutelato grazie alla copertura assicurativa attiva per ogni worker».