Economia

Food delivery. Bufera sul contratto per i rider. Cigl-Cisl e Uil: è illegittimo

Cinzia Arena mercoledì 16 settembre 2020

Rider di corsa per le vie di Genova

Un contratto «illegittimo e penalizzante» per i lavoratori, siglato per aggirare la trattativa al ministero e mettere il sigillo alla condizione di precarietà dei rider. Assodelivery, l’associazione italiana che riunisce le principali piattaforme (Deliveroo, Glovo, Juste Eat, Social Food, Uber Eats) e il sindacato Ugl (Unione generale del lavoro) hanno firmato a sorpresa un contratto collettivo nazionale, spiazzando i sindacati confederali e i collettivi autonomi. Che da parte loro si dicono pronti alla mobilitazione e annunciano scioperi e azioni legali.

Mettere ordine nella delicata questione dell’inquadramento dei ciclo-fattorini, punta dell’iceberg delle contraddizioni della nuova gig-economy, è un’operazione molto complessa. I buoni propositi della politica, il M5S ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia, si sono scontrati con il muro di gomma delle aziende poco disposte a riconoscere quel ruolo di lavoratori subordinati indicato come più consono da molti Tribunali. Nel novembre del 2019 il governo aveva inserito una norma specifica sui rider nel decreto Salva imprese che prevedeva un impianto normativo a due velocità (lavoratori subordinati e lavoratori saltuari), lasciando a piattaforme e sindacati un anno di tempo per entrare nel dettaglio e trovare un’intesa. L’emergenza coronavirus – che ha accentuato le contraddizioni di questo settore considerato "essenziale" visto che non è stato mai sospeso – , ha ovviamente interrotto le trattative. Dopo l’estate il confronto era ripreso e nelle prossime settimane, prima della scadenza di novembre, era previsto un nuovo incontro. I sindacati puntavano all’inserimento dei rider nel contratto nazionale della logistica e al riconoscimento, almeno per una fetta di lavoratori, del ruolo di dipendenti. Adesso, con la firma del contratto Assodelivery-Ugl, i margini di manovra si sono ridotti. L’accordo cancella qualsiasi riferimento al lavoro subordinato. «Abbiamo dato il via a un cambiamento epocale perché per la prima volta un’organizzazione datoriale riconosce i diritti sindacali ai lavoratori autonomi – sottoliena Paolo Capone segretario generale Ugl – l’economy on-demand ha creato nuove opportunità e modalità di lavoro». Concetto ribadito dal presidente di Assodelivery Matteo Sarzana: «Per la prima volta la contrattazione collettiva raggiunge il mondo del lavoro autonomo».

"Flessibilità" e "premialità" sono le parole chiave. Il contratto prevede nello specifico un compenso minimo di 10 euro per ogni ora lavorata (calcolata in base al tempo per svolgere ogni consegna), indennità integrative per lavoro notturno, festività e maltempo (dal 10 al 20%), incentivo orario di 7 euro per quattro mesi nelle città in cui il delivery è in fase di partenza, dotazioni di sicurezza a carico delle piattaforme, copertura assicurativa e corsi di formazione. Sul piede di guerra i collettivi organizzati di rider su tutto il territorio nazionale (Deliverance Milano, #RiderXiDiritti, Riders Union Bologna e Riders Union Roma) che parlano di «accordo pirata con un sindacato di comodo» che salvaguarda solo gli interessi delle piattaforme. Contestato anche il principio della paga oraria di 10 euro. «In realtà si tratta di un compenso forfettario, solo per il tempo realmente lavorato che non tiene conto delle ore a disposizione» spiega Angelo di Milano Deliverance. Di fatto viene peggiorata la situazione attuale, si mantiene il pagamento a cottimo e si toglie la premialità per il numero di consegne. Nel mirino il ruolo dell’Ugl definito dai collettivi «una sigla datoriale che non ha alcun indice di rappresentatività nel settore e sta svolgendo una funzionale antisindacale». Sul piede di guerra anche i sindacati confederali che annunciano azioni legali per contrastare l’applicazione di questo contratto e accusano Assodelivery di aver avuto un atteggiamento «inaccettabile e incomprensibile», bypassando il tavolo sindacale aperto a luglio e rifiutandosi di discutere dell’applicazione del contratto collettivo della logistica ai rider, nonostante le aperture del sindacato ad eventuali modifiche. «Chiediamo da subito la riconvocazione del tavolo sindacale in sede istituzionale, l’avvio di una campagna straordinaria di ispezioni mirate alla verifica della legittimità di questi rapporti di lavoro» scrivono Cgil-Cisl e Uil in una nota accusando le piattaforme di volere «una manodopera potenzialmente infinita, facilmente sostituibile» alla quale non vengono retribuite malattia, tredicesima, ferie e maternità. Il contratto firmato risulta penalizzante su tutti i fronti secondo i sindacati. «Un’operazione che prevede un basso salario in cambio di maggiore precarietà».