Economia

Ricerca. Competenze digitali, l'apprendimento avviene al lavoro

martedì 20 ottobre 2015
Più di uno studente su due ritiene che le competenze digitali si apprendano direttamente sul posto di lavoro (57,2%) o in autonomia (58,8%), più che a scuola (35,4%), perché qui l’infrastruttura tecnologica a disposizione e la preparazione di insegnanti e professori non sono allineati alle richieste del mondo del lavoro. E più si prosegue negli studi, più questa convinzione trova fondamento. Questi, in sintesi i risultati della ricerca Generazioni digitali al lavoro, condotta nel mese di settembre da Fondazione Sodalitas e Randstad Italia.La presentazione dei dati è avvenuta nell'ambito della VI edizione di Scopri Talenti, la giornata nella quale i giovani distintisi durante i corsi Giovani&Impresa di Fondazione Sodalitas nell’anno di studi 2014-2015 hanno potuto sostenere colloqui conoscitivi con un pool di aziende leader di mercato. Sono intervenute alla giornata per incontrare i ragazzi: Abb, Accenture Italia, Bt Italia, Bureau Veritas Italia, Capgemini, Gam Edit, Mellin, Roche, Randstad Italia, Samsung Italia, Sky Italia, Solvay, StMicroelectronics e Ubs (Italia).Obiettivo della ricerca è quello di indagare il punto di vista dei giovani sulla capacità della scuola di formare alle competenze digitali, e sulla spendibilità di queste skills nel mondo del lavoro. Hanno partecipato all'indagine 2.161 under 35: un campione prevalentemente maschile (52,9%) e in possesso più di diploma (54,8%) che di laurea (36,3%), e nell’82,2% dei casi al lavoro o con all’attivo almeno un’esperienza lavorativa.Chi dopo il diploma ha deciso di non proseguire gli studi (il 49,2% del campione) lo ha fatto soprattutto per mancanza di risorse economiche (35,5%) più che per disinteresse verso lo studio (19,8%). Un dato, questo, decisamente preoccupante e in linea con il trend rilevato nel 2014. Negli ultimi 12 mesi, però, risulta aumentata la percentuale di chi, dopo il diploma, ha trovato lavoro (il 26,2% nel 2014; il 32,9% nel 2015).Navigazione in Internet, utilizzo del pacchetto office, utilizzo dei social network a scopi professionali, utilizzo di programmi tecnici specifici: queste le competenze digitali che i giovani sentono di possedere maggiormente e che ritengono più importanti per entrare con successo nel mondo del lavoro. Quasi uno studente su due dichiara, inoltre, di avere dimestichezza con Cloud (42,8%) e Internet of things (47,6%), mentre attività quali Coding (16,9%) e Analytics (18%) risultano ancora poco conosciute.Dunque, le competenze digitali si apprendono direttamente sul posto di lavoro (57,2%) o in autonomia (58,8%) più che a scuola (35,4%) o attraverso corsi dedicati (39,3%). I ragazzi reputano infatti inadeguate, rispetto alle richieste del mondo del lavoro, sia l’infrastruttura tecnologica di cui le scuole e le Università dispongono (59%) che le competenze che il sistema mette a disposizione di insegnanti e professori (53,7%).Il che è preoccupante, fa notare lo studio, soprattutto perché ormai, per entrare nel mondo del lavoro, non se ne può fare a meno: al 62% dei ragazzi che hanno partecipato all’indagine le competenze digitali sono state esplicitamente richieste in sede di colloquio di selezione."Siamo onorati - afferma Patrizia Origoni, marketing manager di Randstad Italia - di partecipare ormai alla VI edizione di Scopri Talenti. Il nostro obiettivo è di stimolare i giovani ad approcciarsi in modo attivo al mercato del lavoro. Abbiamo, infatti, avviato una serie di iniziative di orientamento trasversali per rendere i ragazzi consapevoli delle dinamiche del mercato del lavoro, delle sue difficoltà ma anche delle opportunità e dell’importanza delle esperienze sul campo".