Economia

Commercialisti. Colin: così si esce dalla crisi

Maurizio Carucci venerdì 2 maggio 2014
L'obiettivo dell'Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie è quello di creare un ponte diretto tra i giovani che si affacciano alla professione e le specifiche esigenze territoriali del Nordest, privilegiando la “formazione” rispetto al semplice “aggiornamento” professionale.  Nel corso degli anni, con l’avvento della formazione obbligatoria e il proliferare di offerta formativa commerciale, ha deciso di selezionare con particolare cura gli argomenti puntando su tematiche meno inflazionate, dando spazio a materie più esclusive e di specifica competenza del commercialista ma, soprattutto, cercando di cogliere gli aspetti evolutivi di una professione che sta cambiando velocemente. "Ci sono nuovi standard a cui adeguarsi - spiega Michela Colin, presidente dell'Associazione - nuove responsabilità di cui farsi carico, ma è innegabile che oggi la professione del commercialista offra anche nuove opportunità che possono dare soddisfazioni importanti. Per questo l’Associazione organizza percorsi formativi e di inserimento che mirano a rendere i praticanti degli advisor a tutto tondo". L’offerta formativa dell’Associazione Commercialisti ed Esperti Contabili delle Tre Venezie si articola su tre livelli: Giornate, Master e Seminari che rispondono a esigenze diverse. Le "Giornate del Triveneto" vogliono essere periodiche occasioni d’incontro e di confronto tra i colleghi delle tre regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige), durante le quali vengono affrontati temi di attualità professionale; i “Seminari del Triveneto” rappresentano un focus su specifiche tematiche in ambito giuridico, economico e finanziario; infine i “Master del Triveneto” si propongono di far acquisire ai colleghi – giovani e meno giovani - competenze e strumenti operativi specifici e condivisi per affrontare le sfide professionali imposte dall’evoluzione del mondo economico e dalle modifiche legislative conseguenti.Di recente sono stati inoltre proposti percorsi più strutturati che mirano a “certificare” le competenze degli studi in determinate aree, soprattutto legate alla digitalizzazione e all’Ict, in particolare al “Cammino Digitale” realizzato in collaborazione con la Rete menocarta.net che si è da poco concluso con la certificazione di un buon numero di commercialisti triveneti. Una formula che sta per essere “esportata” anche in altre Regioni.  Ma quali consigli per chi vuole intraprendere questa professione? "Prima di tutto - continua Colin - armarsi di una volontà di ferro, di grande impegno e di una buona dose di pazienza. Se da un lato è necessario tenere testa ai continui aggiornamenti normativi dall’altro è altrettanto indispensabile ampliare le proprie esperienze. La crisi economico finanziaria ci ha restituito un tessuto economico-produttivo profondamente mutato. Il Triveneto è ricco di imprese, soprattutto medio-piccole, che per rimanere competitive sul mercato hanno oggi bisogno di una consulenza sempre più completa. Il sentimento della categoria si è spostato verso una maggiore consapevolezza dell’utilità sociale della professione e la necessità di una crescente specializzazione. In altri termini meno fisco e famiglia e più finanza d'impresa. Il compito del professionista è quello di dismettere il ruolo di classico consulente, per abbracciare quello di advisor a 360° delle imprese, capace di inserirsi ad esempio all’interno del dialogo banche-imprese con lo scopo di riattivare e riequilibrare i rapporti in un corretto e giusto bilanciamento e di affiancare le imprese favorendo l’attrazione di investimenti e finanziamenti verso aziende che godono di buona salute ma non riescono a comunicarlo adeguatamente ai soggetti che sono chiamati a sostenere il loro sviluppo". La libera professione rimane il canale preferenziale ma, senza dubbio, non è facile acquisire nuovi clienti. Le attività sono molto diversificate in quanto spaziano nelle diverse aree dell’amministrazione, finanza e controllo e possono essere esercitate sia affiancando la Pubblica Amministrazione che le imprese private, sia come consulente su materie specifiche, sia come referente esterno per ogni adempimento civile, fiscale o tributario.  Ci sono poi due nuove “figure” che meritano attenzione: la prima è quella del mediatore civile la seconda è quella del revisore legale. "La mediazione - conclude la presidente - è lo strumento negoziale nel quale ad un professionista viene attribuito dal legislatore il compito di supportare le parti in lite nella ricerca di un accordo che eviti il ricorso alle aule del Tribunale. Per i commercialisti questa può costituire un’ottima occasione di crescita professionale, non solo per la possibilità di diventare mediatori ma soprattutto per la chance di avvicinarsi al mondo della consulenza stragiudiziale che è, in questo momento, una specializzazione sempre più richiesta non solo dalle imprese, ma anche dai cittadini privati. I tempi e gli oneri della giustizia ordinaria, in questo momento di crisi, hanno acceso ancor più le luci su tutti quegli strumenti che possono condurre ad una risoluzione della lite più rapida fuori dalle aule dei tribunali e, spesso, più economica. Su questo argomento ricordo che la nostra Associazione è, non solo Ente di formazione per la mediazione, ma anche Organismo di mediazione, iscritto al Ministero di Giustizia, con operatività in ben 9 sedi ubicate presso alcuni degli Ordini territoriali aderenti". Anche sul tema caldo della vigilanza e controllo dei conti di imprese ed enti pubblici il commercialista può a buon diritto (grazie all’equipollenza dell’esame di stato che dà accesso al registro dei revisori) essere chiamato a svolgere questo delicato compito a tutela della fede pubblica per il corretto svolgimento delle attività economiche e l’affidabilità dell’informativa finanziaria. In particolare, nell’ambito della revisione legale negli enti locali e nella pubblica amministrazione si sono aperte opportunità interessanti soprattutto in favore dei giovani che si affacciano alla professione, grazie alla norma, introdotta dal 2012, che prevede l’estrazione a sorte dei revisori degli enti locali. Un provvedimento che ha aperto importanti spazi professionali a favore degli under 45 spezzando una prassi di nomina per ruoli tecnici e di controllo che raramente faceva capo a logiche prettamente meritocratiche, permettendo di portare nella pubblica amministrazione tutto il bagaglio di freschezza, entusiasmo e competenze dei giovani professionisti, per svolgere al meglio un ruolo così importante come il controllo e la tutela della cosa pubblica.