Economia

Rivisto il dato 2011. Sommerso e illegalità al 12%. Com'è «ricco» il nuovo Pil. Ci sono 59 miliardi in più

Andrea D'Agostino mercoledì 10 settembre 2014
Cambia il Prodotto interno lordo, ma soprattutto cambia la metodologia con il quale lo si calcola. Come già anticipato nei mesi scorsi, a partire da questo autunno il Sec, ovvero il Sistema dei conti nazionali, viene elaborato con una nuova metodologia uniforme a livello europeo, con l’obiettivo di armonizzare alcune voci. E così adesso l’Istat annuncia che il Pil dell’Italia nel 2011 aumenta di 59 miliardi di euro (+3,7%) a 1.638,9 miliardi rispetto a 1.579,9 miliardi del vecchio sistema. Alcuni big dell’Eurozona hanno già ricalcolato il Pil 2011; per la Germania la rivalutazione è pari al 3,4% (2,7 punti derivanti dal Sec 2010), in Francia pari al 3,2% (di cui 2,4 derivanti dal Sec 2010). Un ricalcolo che ha determinato un lieve miglioramento del rapporto deficit/Pil 2011 anche nel nostro Paese, dove è sceso dal 3,7% al 3,5%.  La novità principale - che non ha mancato di suscitare malumori - è che entrano ufficialmente nel calcolo anche le attività illegali. Quel che emerge è che il 'nero' - nel quale rientrano traffico di droga, prostituzione, contrabbando - pesa per il 12,4% sul Pil. Nel complesso, il contributo dell’illegalità vale 200 miliardi di euro, compresi lavoro irregolare e sottodichiarazioni. Le attività illegali comunque pesano meno della rivalutazione delle spese per ricerca e sviluppo, che fanno aumentare il Pil di 20,6 miliardi di euro (+1,3 punti percentuali rispetto alla vecchia stima, mentre la criminalità pesa solo per l’1% in più). Questo perché ricerca e sviluppo non vengono più considerati dei costi, ma degli investimenti. Anche parte delle spese per gli armamenti verrà riclassificata in spese per investimento. Un’altra novità riguarda invece le operazioni in derivati, che non avranno più un impatto negativo sul rapporto tra deficit e Pil.  Tra due settimane l’Istat diffonderà i nuovi conti nazionali -secondo il ricalcolo del Sec 2010 - per gli anni 2009-2013, ma niente assicura un miglioramento della stessa portata, come ha specificato lo stesso istituto di statistica; questo perché dipenderà dalla rivalutazione del denominatore (Pil nominale) e dal perimetro delle amministrazioni pubbliche su cui si calcola l’indebitamento netto. Per il 30 settembre, infine, sarà la Banca d’Italia a fornire i dati rivisti sul debito. La 'rivoluzione contabile' del Pil ha preso il via in tutti i 28 Paesi Ue all’inizio di settembre, dopo essere stata annunciata e preparata sin dallo scorso gennaio. I Paesi membri hanno tempo adesso sino a fine mese per inviare all’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, le nuove cifre. Finora solo pochi le hanno già rese note, e solo a livello nazionale. Eurostat pubblicherà i primi numeri aggiornati tra un mese circa, il 17 ottobre, mentre la Commissione Ue aspetterà novembre per usare i nuovi dati per le sue previsioni economiche. Secondo le stime di Bruxelles e Lussemburgo di gennaio, la nuova metodologia potrebbe far crescere il Pil dell’Italia dell’1-2%, quello di Paesi che spendono molto in ricerca come Svezia e Finlandia sino al 4-5%, e quello complessivo dell’Unione dell’1,9%. Questo nuovo sistema di calcolo già stato adottato anche dagli Stati Uniti, che hanno visto la loro crescita schizzare del 3,5% negli anni 2010-2012, con ricerca e sviluppo che da soli contano per il 2,5%.