Economia

Il World Happines Report. Com'è che i più "felici" sono sempre in Scandinavia

Pietro Saccò sabato 20 marzo 2021

Persone al mercato di Helsinki sotto un cielo pieno di nubi

C’è un equivoco sulla classifica mondiale della felicità che i ricercatori della Sustainable Development Solutions Network pubblicano da nove anni con il loro World Happines Report. Ed è un equivoco grosso, perché riguarda proprio la felicità, cioè la protagonista dell’ambizioso rapporto nato sull’impulso della “risoluzione bhutanese” con cui, nel giugno del 2011, l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha invitato i governi «a dare maggiore importanza alla felicità e al benessere nel determinare come raggiungere e misurare lo sviluppo economico e sociale».

La felicità misurata dai ricercatori coordinati dall’economista Jeffrey Sachs non è quella delle persone che normalmente definiremmo contente, allegre o “solari”, ma quella di individui “soddisfatti della propria vita in generale”. Più precisamente è la felicità di persone che hanno dato un voto alto alla propria vita rispondendo a una domanda dei sondaggisti di Gallup che gli chiedevano di dire dove si collocherebbero lungo una scala di undici gradini numerati, in cui il gradino zero è la peggior vita che possono immaginare e il gradino dieci è la miglior vita possibile.


È una felicità molto relativa: dipende, prima di tutto, dall’ideale di vita soddisfacente o insoddisfacente che l’individuo è capace di immaginare in base alla propria esperienza. Con una domanda posta in questo modo, da nove anni emerge che nessuno è “felice”, o meglio, “soddisfatto della propria vita”, come gli scandinavi. Finlandia (prima da tre anni di seguito), Danimarca, Norvegia, Svezia e Islanda sono sempre arrivate tra le prime dieci nella classifica del World Happiness Report. Altri due Paesi che risultano sistematicamente “felici” sono Svizzera e Paesi Bassi.

Risultati del genere hanno costretto i ricercatori a cercare di capire quale sia il “segreto” di questa “felicità” nordica: sono arrivati alla conclusione che è il frutto di una combinazione di qualità delle istituzioni, welfare efficiente, poca corruzione, democrazia ben funzionante, fiducia reciproca ed elevata sensazione di libertà. Il buio e il freddo scandinavi contano poco, in una felicità misurata in questo modo, perché le persone sono abituate al clima in cui sono cresciute e non ci badano quando sono chiamate a giudicare la propria vita. Gli stessi ricercatori aggiungono che quello dell'alto tasso di suicidi tra la popolazione della Scandinavia è un mito, o meglio una storia passata: solo tra gli anni Settanta e Ottanta il tasso di suicidi del Nord Europa era significativamente superiore a quello di altri Paesi europei, mentre oggi non è molto diverso da quello registrato in Spagna o in Germania.


I ricercatori sono stati costretti a indagare
il “segreto” di questa “felicità” nordica:
sono arrivati alla conclusione che è il frutto
di una combinazione di qualità
delleistituzioni, welfare efficiente, poca corruzione,
democrazia ben funzionante, fiducia reciproca
ed elevata sensazione di libertà.

Il metro usato per la classifica produce comunque qualche altro risultato quantomeno curioso: l’Arabia Saudita è 28° nella classifica della "felicità", davanti a Spagna e Italia (rispettivamente 24° e 25°). Grecia e Portogallo sono rispettivamente 51° e 53° (in mezzo c’è la Cina), più tristi, tra gli altri, di Kosovo (31°), Kyrgyzstan (33°) e Kazakhstan (36°). Per l’Italia c’è da dire che comunque il 2020 ha segnato un miglioramento, nonostante il Covid, dato che nel 2019 era 28esima.

Per fare comparazioni internazionali non si è ancora trovato un modo di misurare la felicità migliore di questo parametro della soddisfazione personale.

Nella stessa analisi del World Happiness Report c'è comunque un altro metro di misurazione: quello che riguarda le emozioni positive. I sondaggisti di Gallup in questo caso hanno chiesto alla popolazione quanto il giorno precedente hanno provato felicità, hanno sorriso e hanno riso. La classifica mondiale secondo questo parametro cambia molto. La Finlandia scivola dal primo al 53esimo posto e la classifica è dominata dall'America Latina che occupa sette delle prime dieci posizioni. Le altre tre sono di nazioni del Sudest asiatico. Al primo posto c'è Panama, seguita da Indonesia, Guatemala, Laos e Honduras.

L'Italia, che quest'anno è 25esima in classifica per la soddisfazione di vita, crolla alla 104esima posizione nella felicità misurata come emozioni positive provate, a parità di punteggio con la Liberia. ll povero Afghanistan, invece, è ultimo al mondo in entrambe le classifiche.