Economia

Camera di Commercio italo-germanica. Cauto ottimismo tra le aziende italo-tedesche

Paolo Pittaluga lunedì 23 novembre 2020

Dalla terza edizione del Sectorial Business Outlook della Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien) e dall'indagine svolta tra le aziende socie e dedicata alle prospettive di business delle imprese tedesche in Italia per il 2021 emerge un clima di cauto ottimismo: sono infatti i due terzi (66%) di chi ha risposto a definire la propria situazione “soddisfacente”. A ciò va aggiunto anche un altrettanto cauto ottimismo riguardante il futuro: dopo quest’anno che va a concludersi, il 42% delle aziende si aspetta una crescita del proprio business nel 2021. Un dato però da vedere in un contesto più globale. Emerge, infatti, una sfiducia maggiore sulle prospettive di sviluppo della congiuntura del Paese per il nuovo anno; se il 42% delle aziende si aspetta un contesto “soddisfacente”, una porzione altrettanto ampia del campione si prepara ad una congiuntura negativa. La stessa cautela viene riscontrata nelle previsioni di ripresa espresse dalle imprese: anche a fronte di una quota consistente, il 34%, che si aspetta una ripresa più rapida, entro il prossimo anno, il 64% delle aziende guarda al 2022 o persino oltre. In generale, le dinamiche innescate dalla crisi sanitaria e le diverse capacità e tempistiche di risposta dei singoli comparti danno vita ad una “K-shaped recovery”, nella quale si registrano ripartenze con velocità, intensità e tassi di crescita diversi. Rimangono in larga parte positivi i segnali sugli investimenti e sul livello occupazionale, che rimarranno costanti secondo quasi il 60% delle aziende. Il principale fattore di rischio segnalato dalle imprese italo-tedesche è rappresentato dal calo della domanda; a seguire, tra i rischi percepiti con maggior urgenza, si registrano quelli riconducibili alle scelte politico-economiche nazionali ed agli alti costi del lavoro. Alle ripercussioni causate dalla pandemia le aziende reagiscono puntando sulla digitalizzazione (73%) e sulla diversificazione delle catene di approvvigionamento (50%). Nella rimodulazione delle catene del valore e ricerca di nuovi fornitori, l'86% delle risposte punta a prendere in considerazione soprattutto la Germania e gli altri Paesi europei. Osserva il presidente della AHK Italien Claudio Giovanni Picech: “Anche alla prova di una situazione sanitaria i cui sviluppi sono ancora imprevedibili, le aziende tedesche in Italia si confermano solide e con modelli di business resilienti”. Quotidianamente, prosegue, “osserviamo quanto rapidamente e profondamente stiano cambiando le catene del valore ed è proprio a partire dalla loro solidità che le nostre aziende sapranno cogliere le opportunità legate a questi cambiamenti strutturali. In questo senso, anche a fronte di una ripresa fisiologicamente a forma di K, molto dipenderà dalle scelte fondamentali delle singole imprese, soprattutto nel caso delle Pmi: quelle che investiranno maggiormente in asset strategici quali la digitalizzazione, la formazione continua e la diversificazione del business saranno in grado di collocare la propria crescita nelle posizioni più favorevoli dello scenario a K che si prospetta per i prossimi mesi e anni. Accanto agli sforzi delle imprese è però necessario che anche le istituzioni contribuiscano a creare un clima di maggior fiducia nel sistema-Paese, attraverso misure che vadano ad attenuare le principali criticità quali, ad esempio, i costi del lavoro”.