Economia

Hays Global Skills Index. Carenza di competenze si aggrava con la ripresa

sabato 27 settembre 2014
La carenza a livello globale delle competenze specializzate disponibili sul mercato del lavoro continua a peggiorare, anche in quei Paesi in cui la recessione è solo un ricordo del passato. La fine del periodo di crisi, infatti, altro non fa che aumentare la pressione sul mercato del lavoro, appesantendo il divario tra l'insufficienza di professionisti specializzati e le richieste delle aziende. È questo il rovescio della medaglia della ripresa economica che alcune delle più importanti economie internazionali, come Stati Uniti, Germania e Inghilterra, sono chiamate a dover fronteggiare dopo essere faticosamente riuscite a ripristinare una situazione pre-crisi.Almeno stando alle conclusioni che emergono dall'Hays Global Skill Index 2014, un report pubblicato da Hays, uno tra i gruppi leader a livello globale nel recruitment specializzato, in collaborazione con Oxford Economics. Il report, intitolato The Perfect Talent Storm, è basato sull'analisi dei mercati del lavoro in 31 delle più importanti economie mondiali (tra cui l'Italia), e mette in evidenze le dinamiche del mondo del lavoro qualificato.È il primo anno, dal lancio dell'Indice nel 2012, che quasi tutti i Paesi analizzati, si sottolinea, presentano i segnali di una prima ripresa economica. Questo trend positivo, però, determina anche un aumento nella domanda di professionisti specializzati che le economie globali non sono in grado di soddisfare nei modi e nei tempi giusti.In molti mercati, la disponibilità della forza lavoro specializzata ancora non riesce a soddisfare le richieste che arrivano dalle aziende: un disallineamento che si è accentuato, nel corso di quest'ultimo anno, sia in quei Paesi alle prese con una pesante stagnazione economica (come per esempio l'Italia, la Danimarca o la Polonia), sia in quei Paesi le cui economie stanno affrontando meglio la recessione, come Stati Uniti, Spagna, Portogallo, Giappone e Inghilterra.Secondo il report, la situazione è destinata ad aggravarsi ulteriormente prima di un netto miglioramento. La partecipazione al mercato del lavoro - vale a dire la percentuale di persone occupate - diminuisce sensibilmente nelle più importanti economie globali, a dimostrazione che molte persone non sono state affatto toccate dalla ripresa economica.Nonostante i governi di tutto il mondo, attraverso provvedimenti, abbiano tentato di costruire un clima più business-friendly, abbattendo le barriere burocratiche, nel corso dell'ultimo anno, lamaggior parte delle economie sembra non aver tratto alcun beneficio da questa nuova flessibilità."Per evitare che la mancanza di competenze specializzate possa compromettere ulteriormente la crescita, è indispensabile - sostiene Hays - che i governi e le comunità imprenditoriali lavorino insieme. Per fronteggiare la carenza di professionisti specializzati a lungo termine, innanzitutto, èfondamentale che le politiche e i servizi all'educazione siano allineate con le reali esigenze economiche delle aziende""Al tempo stesso, è necessario che le aziende sviluppino canali formativi per far crescere figure specializzate per il mercato di domani. Devono anche essere prese in considerazione misure a breve termine, finalizzate a favorire una maggiore flessibilità, per permettere alle aziende di accedere alle competenze di cui hanno bisogno", aggiunge."È il primo anno, dal lancio del Hays Global Skill Index, che registriamo - ha commentato Alistair Cox, amministratore delegato di Hays - segnali di ripresa nei Paesi analizzati. Purtroppo, c'è anche un rovescio della medaglia. La crescita sta, infatti, determinando un aumento nella richiesta di competenze specializzate che il mercato del lavoro non è in grado di accontentare. Se queste richiesta non verrà soddisfatta, il rischio è che le opportunità di ripresa vadano perdute, con gravi ricadute per i lavoratori, le imprese e i governi"."Non ci sono soluzione facili e, probabilmente, il divario tra specializzazioni disponibili e richiesta delle aziende - conclude Cox - è destinato ad acuirsi ulteriormente prima di ridursi. L'importanteè intervenire subito. I governi devono adottare una visione di lungo termine e assicurarsi che le politiche del lavoro e dell'immigrazione siano allineate alle reali esigenze aziendali. Allo stesso tempo, le aziende devono iniziare a collaborare in modo proficuo con scuole e Università, sviluppando un potenziale bacino di talenti per il futuro".