Economia

Crisi mondiale. Borse giù, a rischio crescita mondiale

venerdì 4 settembre 2015
​Non è stato sufficiente il secondo giorno di chiusura estiva delle borse cinesi per calmare i nervi dei mercati finanziari. La giornata è cominciata con il segno meno su tutte le piazze asiatiche aperte. Pesante Tokyo che, complice il notevole rafforzamento dello yen (che spesso è da solo un segnale di volatilità), ha chiuso in calo del 2,15%. Pesante anche Seul (-2,15%), mentre Hong Kong ha chiuso in calo dello 0,45% e toccato i minimi dal 9 luglio 2013. I ribassi maggiori si concentrano sul settore energetico. Sulla scia dei listini del Pacifico, le borse europee hanno aperto negative per poi estendere progressivamente le perdite. Il deciso aggiustamento è in parte di natura tecnica, alla luce del rally di ieri, quando gli investitori si erano concentrati maggiormente sulla possibilità di un'estensione del programma di 'quantitative easing' ribadita dal presidente della Bce, Mario Draghi, piuttosto che sulle poco confortanti revisioni al ribasso delle stime su Pil e inflazione dell'Eurozona. A metà seduta la maglia nera va a Milano, giù del 2,54%. Pesante anche Francoforte, che cede il 2,04% sulla scia di un calo degli ordini all'industria più profondo del previsto. Parigi segna -2,21%, Londra -1,72% e Madrid -1,89%. In lieve ripresa l'euro, risalito sopra quota 1,11 dollari dopo lo scivolone di ieri, mentre, sul mercato del debito, lo spread Btp/Bund rimane stabile intorno ai 120 punti. Intanto Confindustria lancia un forte allarme sullo stato di salute dell'economia mondiale: c'è il rischio di "stagnazione secolare" e occorre un mix di politiche per accelerare la crescita. "La crescita mondiale", sottolinea il Centro studi di viale dell'Astronomia, "è molto più lenta del passato e delle attese", si legge nella nota, "le previsioni correnti per il Pil globale sono +3,2% nel 2015 e +3,6% nel 2016, molto distanti dal +5,1% medio annuo pre-crisi e potrebbero rivelarsi ottimistiche".