Economia

Recessione. Confindustria gela il governo

Maurizio Carucci venerdì 1 febbraio 2019

L'intervento del premier Conte all'assemblea dell'Alleanza delle cooperative

Il presidente dell'Alleanza delle cooperative Maurizio Gardini lancia l'allarme nel corso dell'assemblea proprio di fronte al presidente del Consiglio Giuseppe Conte seduto in platea: «Quota 100 e la sostenibilità economica della misura sono al centro del dibattito. Sul tema pensioni segnaliamo che gli oltre tre milioni di Neet (tra i 18 e i 35 anni) e i 2,7 milioni di working poor rischiano di trasformarsi in sei milioni di pensionati poveri entro il 2050. È una bomba sociale da disinnescare».

Chiara e distinta la posizione dell’Alleanza anche sul Reddito di cittadinanza. Disco verde al Rdc che «dovrebbe moltiplicare i suoi effetti se sarà garantito, così come previsto, un forte legame con le politiche attive del lavoro e con il sostegno alla capitalizzazione delle imprese, anche cooperative, in grado di creare occupazione».
Inoltre Maurizio Gardini e i copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani sono preoccupati da un mercato danneggiato dalla concorrenza sleale: «Chiediamo al presidente Conte e al governo di fare il possibile per approvare, entro l’estate, la legge contro le false cooperative. I lavoratori sfruttati dalle false cooperative sono circa 100mila con un danno erariale annuo stimato di 750 milioni. Va colpita anche la committenza che in modo illegale trae vantaggio competitivo nell’avvalersi di false coop. Siamo gli unici a chiedere di rafforzare i controlli, ma in totale sono 3,3 milioni i lavoratori irregolari in tutte le imprese italiane con una perdita per le casse dello Stato di oltre 107 miliardi tra evasione fiscale e contributiva. Ci sono anche altri mondi produttivi che dovrebbero interrogarsi su questo fenomeno e per individuare le misure di contrasto».

Nella scorsa legislatura l’Alleanza delle cooperative ha raccolto oltre 100mila firme e ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare contro le false cooperative. «Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità. Dalla politica ci aspettiamo un aiuto concreto per sconfiggere questa metastasi che getta discredito sull’intero mondo della cooperazione. Lo chiediamo nell’interesse della cooperazione e nell’interesse del Paese. Negli anni della crisi le cooperative hanno rappresentato un argine alla perdita di occupazione. Sacrificando utili e patrimonializzazione nelle nostre imprese gli occupati sono cresciuti del 17%, mentre sono diminuiti di oltre il 6% in tutte le altre società».

L’assemblea annuale dell’Alleanza è l’occasione per aggiungere un nuovo tassello alla comune “Casa della Cooperazione”: un risultato storico, quando sarà pienamente raggiunto, ma già unico nel suo genere. «La nostra – aggiungono Gardini, Lusetti e Begani – non è un’operazione di maquillage, crediamo fermamente in una rappresentanza autentica, forte, concreta. Già oggi abbiamo unificato i fondi di previdenza complementare, i confidi e il fondo interprofessionale per la formazione. Parliamo con una sola voce sia nel confronto con il governo e il Parlamento sia nelle relazioni sindacali per il rinnovo di 15 contratti nazionali. Di fatto, nel mondo della rappresentanza l’Alleanza delle Cooperative Italiane è il progetto più avanzato in tutta Europa».

Intanto Mauro Lusetti è stato eletto nuovo presidente dell'Alleanza delle cooperative dall'assemblea dei delegati.

Conte: sostegno del governo contro le false cooperative, non c'è motivo per perdere la fiducia
«Sappiamo e apprezziamo il vostro impegno per contrastare la falsa cooperazione e preservare la buona cooperazione. State portando avanti una battaglia che non lascia insensibile il governo e avrete il nostro pieno sostegno». Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervenendo alla Prima Biennale della Cooperazione dell'Alleanza delle cooperative italiane al Teatro Eliseo di Roma. «Quello delle cooperative è un modello da valorizzare: crea lavoro, ricchezza e servizi di qualità», ha aggiunto, ricordando che il 9 gennaio «è stato creato al Mise un tavolo con il governo che ha l'obiettivo di contrastare il fenomeno della cattiva e falsa cooperazione riformando anche il sistema di vigilanza. Il confronto è già iniziato. Noi faremo di tutto per lavorare intensamente e risolvere le varie criticità che voi stessi avete segnalato».

«I dati Istat ci hanno dato segnali di miglioramento sull'occupazione - ha sostenuto il premier -. Evidentemente tante persone si stanno attivando nella ricerca del lavoro e siamo fiduciosi che il trend possa continuare grazie ai Centri dell'impiego a cui lavoriamo alacremente. Il reddito di cittadinanza è uno strumento fondamentale di lotta alla povertà, che consentirà senz'altro di incrementare l'occupazione e anche la crescita e di realizzare una riforma profonda delle politiche del lavoro».

«Non c'è motivo di perdere la fiducia dopo i dati sul Pil - ha ribadito Conte -. C'è una guerra di dazi che per fortuna si sta ricomponendo e allo stesso tempo le misure della manovra non sono ancora entrate in vigore. Il futuro dell'Italia lo stiamo costruendo noi adesso e sarà positivo perché abbiamo pensato a una manovra economica espansiva. Gli effetti si vedranno nel secondo semestre e ci sarà questo scatto. Noi abbiamo un piano di ammodernamento delle infrastrutture, un piano di investimenti, ci siamo dotati di strumenti valutando perché l'Italia non cresceva. Non siamo degli sprovveduti».

Tra i provvedimenti adottati il premier ha ricordato la cabina di regia sugli investimenti insediata a Palazzo Chigi «che affiancherà le pubbliche amministrazioni anche nella realizzazione dei progetti». «I cantieri non si sono interrotti - ha sottolineato Conte -. Il dibattito pubblico è preso dalla Tav che è un progetto complesso, ma non possiamo fermarci a quest'opera». È previsto un «Patto sui cantieri» che sblocchi e velocizzi la realizzazione delle infrastrutture in Italia. Mentre a «metà febbraio verrà varato un Piano nazionale sul dissesto idrogeologico».

Confindustria: l'Italia perde colpi, nel 2019 crescita poco sopra lo zero
«L'Italia perde colpi ipotecando il 2019: sull'anno si dovrà calcolare l'effetto di trascinamento dei dati negativi di fine 2018 pari al -0,2%. E la dinamica a inizio 2019 sarà debole: la produzione industriale è stimata quasi piatta. Anche se il Pil risalisse dal 2° trimestre, è alta la probabilità di una crescita annua poco sopra lo zero». È Congiuntura flash del Centro studi di Confindustria a stimare la prossima evoluzione della crescita. «La produzione industriale italiana ha recuperato di poco a dicembre, dopo il tonfo di novembre, registrando nel 4° trimestre 2018 una flessione di -0,5%. Il calo, diffuso all'Europa (specie Germania), in
Italia è più marcato per i beni intermedi. Ciò ha pesato sul Pil a fine anno (-0,2%)», spiega ancora il Csc.