Economia

Banche. L'Antitrust blocca la riforma delle commissioni sui prelievi al Bancomat

Pietro Saccò lunedì 5 dicembre 2022

L’Antitrust ha bocciato il nuovo modello di commissioni per i prelievi di contante agli sportelli automatici, che era stato presentato dal consorzio Bancomat, la società partecipata da 122 banche italiane che gestisce i circuiti di pagamento e prelievo più diffusi in Italia. Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato il progetto del consorzio avrebbe ristretto la concorrenza e quindi alzato i prezzi e danneggiato i consumatori.

Il piano presentato da Bancomat Spa puntava a cambiare alla base il sistema con il quale le banche fanno pagare i costi del prelievo dei contanti agli sportelli automatici (gli ATM, sigla che sta per Automated Teller Machine). Il sistema in vigore oggi tecnicamente si chiama MIF, che sta per Multilateral Interchange Fee, cioè commissione interbancaria multilaterale. È più semplice di quanto sembri: quando un cliente preleva con il Bancomat a uno sportello diverso da quello della banca che ha emesso la carta, il suo istituto di credito versa a quello che gestisce l’Atm una commissione di 47 centesimi di euro (erano 49 fino allo scorso luglio).

Per recuperare questo costo la banca che ha emesso la carta può chiedere al cliente una commissione. Quelle che chiedono la commissione in media si prendono 1,90 euro su ogni prelievo in altri sportelli. Molte banche però non applicano nessuna commissione: è il caso di quelle che hanno pochissimi sportelli (ad esempio le banche solo online, che spesso non hanno nemmeno un ATM proprio) o di piccole banche del territorio. Con il risultato che il costo medio reale del prelievo in una banca diversa dalla propria, se si includono tutti i prelievi a costo zero, è di 85 centesimi.

Il nuovo sistema proposto dal consorzio Bancomat avrebbe introdotto anche in Italia il modello chiamato DAF (cioè Direct Access Fee), usato per esempio in Germania e Spagna. In questo caso è la banca proprietaria dello sportello ATM a decidere che tariffa applicare al cliente, che prima di procedere con il prelievo viene avvertito di quanto gli costerà e sceglie se procedere o meno. Nella proposta del consorzio Bancomat questa tariffa avrebbe avuto un massimo di 1,50 euro a prelievo.

Il calo della disponibilità di sportelli Bancomat in Europa e in Italia negli ultimi anni (dati per milioni di abitanti) - ECB

La proposta del consorzio Bancomat ha diviso le stesse banche. Le più grandi, che hanno più sportelli, appoggiavano il passaggio alla DAF. Quelle più piccole, che hanno meno ATM, hanno spinto per mantenere il sistema in vigore. Hanno avuto ragione queste ultime: l’Antitrust ha stabilito che con il nuovo sistema i clienti avrebbero probabilmente finito per pagare più di prima. Non a caso in Germania il costo medio per prelievo è di oltre 2 euro e in Spagna supera gli 1,5 euro.

Resta però irrisolto un problema non piccolo per le banche: coprire il costo di gestione degli sportelli Bancomat. Secondo le rilevazioni della Banca d’Italia in genere a una banca gestire un prelievo Bancomat costa 90 centesimi di euro. Con l’attuale sistema quindi la banca non riesce a coprire i costi e lo sportello ATM diventa un peso. Certo, non enorme: Banca d'Italia calcola che in media tra il 2015 e il 2020 gli italiani hanno fatto 5 milioni di prelievi all'anno e quindi come costo totale non si arriva nemmeno a 5 milioni di euro. Comunque il consorzio Bancomat ha segnalato che aumentare le commissioni con il sistema DAF avrebbe dato maggiore equilibrio al mercato, fermando la chiusura di sportelli ATM.

Per l’Antitrust però non è il costo del mantenimento degli sportelli automatici a spiegare la loro chiusura. È che le banche stanno chiudendo le filiali, per risparmiare sui costi fissi: tra il 2015 e il 2021 le filiali di banche in Italia sono scese del 28,4%, da 30.258 a 21.650, mentre il numero di Atm è diminuito dfel 13,9% (da 43.435 a 37.389).

Se vogliono ritrovare redditività dai prelievi automatici, le banche devono trovare altre strade.