Economia

INTERVISTA. Biggeri (Banca Etica): «Tassiamo la speculazione non i conti dei risparmiatori»

Andrea Di Turi sabato 9 luglio 2011
Iniqua e dannosa, colpisce i piccoli risparmiatori e incoraggia la speculazione».Così il presidente di Banca Popolare Etica, Ugo Biggeri, commenta la misura che il governo ha inserito nella manovra economica con cui si alza l’imposta di bollo sul deposito titoli. E non solo perché si tratta di un’imposta regressiva che penalizza chi ha poco da investire, dato che dovendo sborsare all’Erario 120 euro l’anno (150 euro dal 2013, per portafogli fino a 50mila euro) invece di 34,20 euro vede ridursi le sue potenzialità di guadagno, mentre i grandi speculatori non se ne accorgeranno neppure. Ma anche perché è contraria allo sviluppo di un certo modo partecipato di intendere la finanza in cui Banca Etica crede profondamente.Qual è il principale rilievo che muove a questa misura?Di fatto è un ostacolo all’idea di un azionariato diffuso, di cui si parla ad esempio per le public company, e alla possibilità di pensare ad associazioni di piccoli azionisti che possano partecipare dal basso alle assemblee delle società quotate. Mentre anche in un’ottica liberale, o persino liberista, il fatto che i singoli risparmiatori abbiano delle azioni e possano contribuire attraverso la finanza allo sviluppo delle imprese e del Paese, è visto come un elemento di democrazia economica. Invece così si riduce un margine di libertà e di scelta in campo finanziario da parte dei cittadini.A questo punto sarebbe stato quasi meglio se si fosse reintrodotto il fissato bollato, che qualcuno ha ribattezzato «Tobin tax all’italiana»…Tutto sommato sì. Se si fosse scelta questa opzione, l’Italia avrebbe preso una linea forse un po’ strana, ma obiettivamente originale, che non era venuta nemmeno alla campagna che promuove la Tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf). Si sarebbe comunque posta in una posizione che va incontro ad alcune cose che si stanno dicendo in Europa, in un modo efficace e possibile da realizzare. La Ttf, che prevede di tassare dello 0,05 le transazioni finanziarie a livello internazionale inciderebbe su categorie di investimenti finanziari che non riguardano la stragrande maggioranza dei cittadini. Invece si preferisce colpire proprio quella stragrande maggioranza e non i poteri di tipo speculativo.Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha annunciato una legge per introdurre la Ttf nell’Unione europea: c’è spazio per farlo davvero?Mi pare evidente che ci sono delle lobby fortissime: quelle di chi amministra, e alla fine sono poche persone, le enormi masse di denaro che circolano sui mercati finanziari, che ammontano a svariate volte il Pil mondiale.