Economia

Gruppo Benetton. Quando il welfare è di moda

Maurizio Carucci giovedì 1 giugno 2017

Il welfare è di moda nel Gruppo Benetton. E non poteva essere altrimenti per la multinazionale con sede a Treviso. L'azienda, infatti, sta affinando di anno in anno la propria strategia con l’obiettivo di orientare sempre di più i comportamenti dei propri collaboratori ai risultati aziendali. In questa prospettiva al centro ci sono sempre di più le persone, con i loro bisogni, con le loro aspirazioni e con il loro valore. E sullo sfondo l’impegno sociale. Si tratta di una gestione delle risorse umane a livello globale, rivolta sia alle persone della casa madre che alla rete vendita, complice anche il fatto che nel frattempo l’azienda si è trasformata, mettendo i negozi e il consumatore al centro del proprio focus.Benetton ha sviluppato già da qualche anno perciò la Strategia Up, un sistema integrato di valutazione del potenziale, valutazione della prestazione e percorsi formativi per ruoli retail, che assicura una gestione dei talenti della rete vendita che sostiene la valorizzazione delle persone e le promozioni dall’interno.

«Con l’ideazione di Benetton per Te e con la piattaforma Eudaimon, che supporta l’accessibilità ai progetti anche da remoto da parte di tutti i dipendenti - spiegano dall'azienda trevigiana - Benetton Group promuove iniziative di People Care rivolte al benessere delle persone e alle loro famiglie, intervenendo in diverse aree con progetti attuali e su misura per ogni necessità, per migliorare la qualità del work-life balance e dello stare bene in azienda. Quest’anno l’attenzione verso il bilanciamento vita-lavoro passa attraverso una grande iniziativa di welfare aziendale: lo smart working. Un progetto in forte espansione in tutte le direzioni aziendali che, oltre a migliorare l’equilibrio tra la vita personale e gli obiettivi aziendali, accresce la motivazione ed il senso di appartenenza verso l’azienda, ottimizzando la produttività e l’efficacia delle attività svolte dai team di lavoro. Sempre in questa direzione si sviluppa il percorso WelcomeBackMom, un affiancamento alle neomamme di ritorno dalla maternità per agevolare il loro reinserimento nel contesto aziendale, con attenzione alle nuove dinamiche ed ai nuovi tempi di vita-lavoro. E poi ancora iniziative rivolte alla salute e al benessere del dipendente, ma anche dei familiari, grazie ad un Piano Sanitario Integrativo completo, in grado di offrire servizi di prevenzione e cura in linea con i differenti bisogni di tutte le persone; attività per il tempo libero e il divertimento con convenzioni con centri educativi e sportivi e orientamento dei figli nel mondo del lavoro».

Tutto questo si sviluppa in completa sinergia con la People Strategy che orienta tutti i progetti verso il raggiungimento di obiettivi di business, favorendo la crescita dell’intero capitale umano e considerando anche le aspirazioni, i valori ed i bisogni dei singoli.

«Il portale web è accessibile da ogni dispositivo, anche grazie alla nuova app - spiega Alberto Perfumo, ad di Eudaimon - che consente alle persone di usufruire dei servizi ovunque esse si trovino, di esprimere un feedback sui servizi utilizzati e, se necessario, di ricevere assistenza personalizzata da un customer care dedicato, tramite mail o contact center telefonico. Il nostro contributo consente quindi di fornire concrete soluzioni di conciliazione vita-lavoro, ma soprattutto consente di farlo con un approccio ‘su misura’ e ritagliato sulle reali esigenze delle persone anche grazie all’utilizzo dello strumento Life@Work Index che rappresenta un vero e proprio termometro per valutare il “livello di felicità” di lavoratori e impresa per ogni singolo servizio di welfare e per il programma nella sua complessità».

In particolare nel 2016 l’azienda ha realizzato un progetto dedicato alla famiglia. Più di 600 collaboratori hanno infatti partecipato al corso Educare i bambini alla felicità, grazie al quale l’azienda ha vinto il Positive Business Award. Inoltre è partito il Welcome Back Mom, percorso di coaching e di supporto alle lavoratrici al rientro dalla maternità. Progetti fortemente in linea con la responsabilità sociale e il Women Empowerment Program.

Ultimo in ordine temporale è il Progetto Smart Working, attivato a partire da ottobre 2016 nella sede trevigiana. In un contesto in cui il lavoro agile sta diventando uno degli elementi di innovazione nella gestione del rapporto di lavoro, Benetton Group è stata la prima azienda tessile in Italia ad averlo introdotto.

L’idea di fondo è di agire e pensare con elasticità per accogliere ed implementare una nuova modalità di gestione delle persone basata su una fiducia reciproca maggiore e orientata al raggiungimento dei risultati.

Il progetto consente a Benetton Group di allinearsi al panorama delle migliori aziende nazionali e rappresenta inoltre un forte elemento per essere sempre più attrattivi verso il mercato del lavoro in continua evoluzione.


«Benetton Group ha iniziato a ragionare sull’opportunità di un progetto di lavoro agile circa un anno fa -precisano da Treviso -. Da quel momento è iniziata un’intensa attività di ricerca con il supporto della società Partners4Innovation, spin-off del Politecnico di Milano, che collabora a stretto contatto con l’Osservatorio del Politecnico di Milano che conduce, a livello nazionale, ricerche sullo smart working pubblicando annualmente i risultati ottenuti (ultimi dati presentati a Ottobre 2016). Lo studio di fattibilità ha previsto un confronto con realtà aziendali operanti in Italia, senza dimenticare le specificità di Benetton Group. L’attività di ricerca ha messo in evidenza come il passaggio allo smart working fosse un passaggio indispensabile per restare attrattivi e competitivi, sia sul mercato del lavoro che nel business. Le aziende che lo hanno adottato hanno sempre incrementato la produttività. Per attrarre i giovani talenti della generazione Millennials infatti lo smart working è una condizione fondamentale che incide sulla scelta del posto di lavoro, una condizione da cui le grandi aziende non possono più prescindere».

Il progetto intende elevare la performance delle proprie persone, diffondendo e favorendo una cultura lavorativa basata sempre meno sul controllo e sulla burocrazia e sempre di più sull’orientamento al risultato e sulla fiducia reciproca. Il progetto riguarda al momento circa 400 persone e nel prossimo futuro interesserà tutte le direzioni aziendali della sede centrale italiana.



Il progetto Smart Working si divide in due fasi:
1. Stretch your time, fase iniziale avviata per promuovere maggiore “elasticità” nella gestione degli orari e delle timbrature, introducendo una semplificazione delle timbrature giornaliere ed una flessibilità oraria in entrata ed in uscita, entro una fascia oraria definita. Pratica entrata in vigore da ottobre 2016 che ha coinvolto otre 1000 dipendenti, tra impiegati e quadri delle sedi italiane.

2. Stretch your space, che da novembre 2016 ha introdotto la possibilità di lavorare da remoto, fino ad un giorno a settimana, ad una popolazione pilota composta da quattro direzioni aziendali. Sperimentazione che ha avuto una durata di sei mesi e che attraverso un monitoraggio continuo, svolto durante il periodo di test, ha raccolto un tasso elevato di adesione all’iniziativa ed esiti positivi in termini di impatti analizzati. Tali risultati hanno supportato l’estensione del progetto a nuove funzioni aziendali che da maggio 2017 hanno la possibilità di lavorare con questa nuova modalità di intendere l’organizzazione del lavoro, fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi degli orari a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.