Economia

Bce. Lagarde prudente sul taglio dei tassi: probabile entro l'estate

Cinzia Arena mercoledì 17 gennaio 2024

La presidente della Bce Christine Lagarde da Davos: prudenza sul taglio dei tassi

La Banca centrale europea non ha fretta di tagliare i tassi di interesse e cerca di frenare gli entusiasmi legati al ritorno dell’inflazione ad una quota fisiologica dopo due anni di crescita esponenziale. La presidente Christine Lagarde arrivata oggi al World economic forum di Davos ha detto che la Bce è sul "percorso giusto" verso il ritorno dell'inflazione al 2% "ma finché non siamo convinti che è stabilmente proiettata verso il 2%, e questo è supportato dai dati, non cantiamo vittoria". "Senza un altro shock economico abbiamo raggiunto il picco" dei tassi "ma dobbiamo rimanere restrittivi finché non raggiungiamo la certezza", ha aggiunto intervistata da Bloomberg tv.

L’ipotesi più probabile è che si arrivi ad un taglio dei tassi tra un paio di mesi, dopo un periodo di assestamento. Un orizzonte confermato da Lagarde. Rispondendo a una domanda sull'ottimismo di alcuni banchieri centrali che vedono probabile un taglio dei tassi entro l'estate, la presidente ha spiegato che ognuno di loro parla guardando ai dati domestici, ma poi la decisione nel Consiglio direttivo si prende guardando ai dati di tutti. "Anche io direi che è probabile, ma devo essere prudente perché restiamo dipendenti dai dati e c'è ancora incertezza, con alcuni dati non ancorati al livello che vorremmo", ha concluso.

I recenti dati sull'inflazione spingono a guardare con meno ottimismo di un mese fa l’ipotesi di un taglio dei tassi con le Borse europee che aprono in negativo, condizionate anche dalla prudenza di Lagarde e degli altri banchieri centrali. Oggi l'Eurostat ha confermato la stima al 2,9% per l'inflazione a dicembre nell'eurozona, in crescita dal 2,4% di novembre, dopo il dato flash diffuso il 5 gennaio. Nell'Ue è stata del 3,4%, dal 3,1% di novembre. I livelli minimi si sono registrati in Danimarca (0,4%), Italia e Belgio (0,5%).

Di inflazione sotto controllo, ha parlato oggi il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento nel corso del comitato esecutivo dell'Abi. Nella sede milanese erano presenti i vertici dell'associazione e diversi banchieri componenti dell'esecutivo. Panetta ha detto che l'inflazione nel nostro Paese è tornata stabilmente sotto il 2% e si prevede e "che rimanga in media" sotto questa soglia "nel prossimo triennio". Tre anni che sono "l'orizzonte in cui la Bce calibra i suoi interventi" e durante i quali "si prevede qualche ripresa dei salari". A preoccupare è la crescita che è ai minimi storici. “Siamo in una fase di rallentamento ciclico, il trimestre scorso siamo cresciuti in modo stentato come l'Europa, anzi l'Italia ha racimolato qualche decimale di crescita e a livello europeo la crescita è stata negativa" ha detto Panetta sottolineando che "il motivo principale" del rallentamento dell'economia europea e italiana è "la restrizione monetaria, non solo in Europa ma a livello globale". Prevediamo che il 2023 si sia chiuso con una crescita del Pil fra lo 0,6 e lo 0,7 e nel 2024 sarà sotto l'1% per poi passare all'1% nel 2025, ha detto il governatore.

I mercati "si stanno sbilanciando troppo" con le aspettative di tagli ai tassi ha detto il governatore della Banca centrale olandese Klaas Knot in un'intervista a Cnbc a margine del World economic forum. "Il problema per noi è che alla fine potrebbe diventare controproducente. Siamo ottimisti sul fatto che abbiamo una prospettiva credibile di un ritorno dell'inflazione al 2% nel 2025. Ma molto deve ancora andare bene perché ciò accada", ha spiegato. Knot ha anche detto che occorrerà vedere un'inversione di tendenza nel rialzo dei salari prima di iniziare a tagliare i tassi. "Se rimuoveremo alcune delle restrizioni che ci sono, sarà una riduzione molto graduale e non precipitosa" ha detto. Sulla stessa lunghezza d‘onda il membro del consiglio direttivo della Bce Bostjan Vasle che dall’Euromoney di Vienna invita alla prudenza. "Le mie aspettative sono diverse da quelle del mercato", ha dichiarato Vasle Per me, personalmente, è assolutamente prematuro aspettarsi i primi tagli all'inizio del secondo trimestre". Inoltre per Vasle "i mercati del lavoro sono ancora molto forti e dobbiamo essere molto attenti e vigili su ciò che accade con i salari in Europa e sul loro trasferimento all'inflazione". Quanto alla politica fiscale, per il membro del consiglio generale della Bce occorre fare in modo che "sostenga il processo di disinflazione".

A parlare del taglio dei tassi ieri a Davos erano stati diversi governatori. Per il francese Francois Villeroy de Galhaue anche se è troppo presto per dichiarare vittoria “la manovra di stretta ha avuto più successo di quanto previsto un anno fa a Davos". Anche il governatore della Banca centrale portoghese, Mario Centeno, vede l'inizio di una nuova era, convinto che la Bce non dovrebbe tirare troppo la corda mettendo a rischio la ripresa che già sarà debole quest'anno. Ma le prospettive sul rientro dei tassi restano appese alla nota frattura tra falchi e colombe. Il governatore della Banca centrale austriaca, Robert Holzmann, lasciando Davos ha avvertito che i mercati resteranno molto delusi dalle prossime mosse, perché "non è immaginabile" che il consiglio direttivo, previsto la prossima settimana, inizi a parlare di un allentamento della politica monetaria.

Di inflazione sotto controllo, stabilmente sotto il 2% ha parlato oggi il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all'Abi. Prevediamo che il 2023 si sia chiuso con una crescita del Pil fra lo 0,6 e lo 0,7 e nel 2024 sarà sotto l'1% per poi passare all'1% nel 2025" ha detto sottolineando che la corsa dei prezzi si è arrestata. L'inflazione è tornata stabilmente sotto il 2% e si prevede e "che rimanga in media" sotto questa soglia "nel prossimo triennio". Tre anni che sono "l'orizzonte in cui la Bce calibra i suoi interventi" e durante i quali "si prevede qualche ripresa dei salari". A preoccupare è la crescita che è ai minimi storici. “Siamo in una fase di rallentamento ciclico, il trimestre scorso siamo cresciuti in modo stentato come l'Europa, anzi l'Italia ha racimolato qualche decimale di crescita e a livello europeo la crescita è stata negativa" ha detto Panetta sottolineando che "il motivo principale" del rallentamento dell'economia europea e italiana è "la restrizione monetaria, non solo in Europa ma a livello globale".