Economia

Forum del Terzo settore. Barbieri: Imu ci strozza. Renzi corregga i criteri

Paolo Ferrario lunedì 7 luglio 2014
​«Senza di noi non ci sarebbe alcuna politica di contrasto alla povertà in Italia. Mi sembra un buon motivo per chiedere al governo di intervenire e cambiare con urgenza una norma che rischia di far chiudere molte realtà del non profit». È un appello ma suona come un ultimatum, quello lanciato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dal portavoce del Forum del Terzo settore, Pietro Barbieri. L’oggetto delle rivendicazioni del rappresentante del volontariato sociale è il decreto del ministero dell’Economia contenente il modello di dichiarazione Imu e Tasi per gli enti non commerciali, che vanno in pagamento il 30 settembre. «Si tratta dell’ennesima stangata su un settore già in grave difficoltà», sottolinea Barbieri che sollecita l’esecutivo a intervenire con modifiche urgenti. «Giovedì 10 luglio – ricorda il portavoce del Forum – il governo approverà il disegno di legge delega di riforma del Terzo settore, un passaggio importante a cui anche noi del Forum abbiamo contribuito. In quella sede, potrebbe anche emanare un decreto urgente per bloccare il pagamento di Imu e Tasi a carico delle realtà del non profit».Barbieri sottolinea l’incompatibilità tra una riforma del Terzo settore, che ha come obiettivo la costruzione di un «welfare partecipativo», attraverso la promozione del volontariato, della cooperazione sociale, dell’associazionismo non profit, delle fondazioni e delle imprese sociali e l’applicazione, «da parte di solerti funzionari del Tesoro» di una norma, eredità del governo Monti, che «di fatto porterà alla chiusura» di molte di queste realtà, costrette a pagare una «nuova tassa per decine di migliaia di euro».Il nodo della questione è legato alle istruzioni per la compilazione dei modelli di pagamento di Imu e Tasi, che le attività di volontariato sono tenute a versare soltanto per le porzioni di fabbricati adibiti a uso commerciale (per esempio, una sala conferenze parrocchiale affittata per alcuni giorni all’anno). L’articolo 5 del Regolamento numero 200 del 2012, dedicato all’individuazione del rapporto proporzionale tra superficie adibita ad attività commerciale e non commerciale, stabilisce che questo rapporto è determinato con riferimento allo spazio, al numero di soggetti  nei confronti dei quali vengono svolte le attività con modalità commerciali ovvero non commerciali e al tempo dedicato a queste attività. Il problema, fanno notare dal Forum del Terzo settore, è che una volta individuati i parametri, il Regolamento chiede di sommarli tra loro anziché, come sarebbe logico, rapportarli. Tornando all’esempio della sala conferenze della parrocchia, se questo spazio occupa il 10% dell’immobile e viene affittato (cioè utilizzato per attività commerciali) per trenta giorni all’anno (pari all’8,2% di 365 giorni), le imposte dovrebbero essere pagate per l’8,2% del 10% del valore catastale. Per limitarsi a “colpire” l’utilizzo commerciale della porzione di immobile, Imu e Tasi dovrebbero quindi essere calcolate sullo 0,82% del valore catastale. Così, però, non è ed è qui che nascono i problemi evidenziati dal Forum. Le istruzioni, infatti, chiedono di sommare e non rapportare tra loro i due parametri. In questo modo, la nostra parrocchia si troverà a pagare Imu e Tasi per il 18,2% del valore catastale (10% della superficie più l’8,2% del tempo di utilizzo a scopi commerciali). Una differenza non da poco.«È un risultato paradossale e insensato, che deve essere quanto prima corretto», rilancia Barbieri. «Questo provvedimento, già paradossale per il grave errore fatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – prosegue il portavoce del Terzo settore – ci appare come l’esito di una lunga ondata di penalizzazioni verso il nostro mondo che ha subito, negli ultimi anni, l’aumento di controlli e tassazioni e l’introduzione di norme a danno della fiscalità di vantaggio per il non profit».Barbieri ricorda anche che queste norme del Tesoro porteranno a «decine di migliaia di euro di tasse in più» a carico delle organizzazioni non profit, che già devono fare fronte ai mancati incassi derivati dai ritardati pagamenti della Pubblica amministrazione. «Già ci giungono notizie allarmanti da varie parti d’Italia – informa Barbieri –. Per esempio, ci hanno segnalato che il Comune di Reggio Calabria, commissariato da tempo, ha smesso di pagare le cooperative attive nei servizi sociali, forte di una legge che prevede la non pignorabilità. In questo modo le cooperative non hanno alcuna possibilità di vedersi riconosciuto ciò che spetta loro. E in più dovranno magari anche pagare Imu e Tasi. Francamente, mi sembra eccessivo».Questa, assicura Barbieri, è soltanto la punta dell’iceberg di un settore che «purtroppo, a dispetto di tante affermazioni di principio, è considerato ancora residuale» dalla politica. «Il governo Renzi – conclude il portavoce del Forum del Terzo settore – ha un’occasione importante per dimostrare, coi fatti, che non la pensa così: blocchi il 10 luglio i pagamenti di Imu e Tasi».