Economia

LA CRISI E IL PAESE. Banche, l'Antitrust: «Siano trasparenti»

lunedì 2 febbraio 2009
L'Antitrust condivide l'obiettivo degli interventi urgenti a sostegno delle banche ma chiede, in assenza di un'autoriforma del sistema bancario e finanziario italiano, il varo di norme volte a una maggiore trasparenza negli intrecci personali e azionari degli istituti di credito e nel ruolo delle fondazioni oltre a invocare una maggiore chiarezza nella norme anticrisi che hanno posto un tetto ai tassi sui mutui e modificato la commissione di massimo scoperto nei conti correnti.In una segnalazione alle autorità legislative (Senato e Camera) al governo e alle autorità di controllo (Banca d'Italia e Consob) l'Antitrust fa il punto sulla situazione del sistema finanziario italiano riassumendo i risultati dell'indagine conoscitiva sulla corporate governance di banche e assicurazioni chiusa a fine anno e i cui risultati sono stati diffusi il 10 gennaio. L'Autorità definisce necessario "un intervento normativo e legislativo soprattutto laddove le misure di autoregolamentazione siano inadeguate o carenti" e chiede poi chiarimenti sulle norme in tema di mutui immobiliari e commissione di massimo scoperto.«Il governo vari misure contro la crisi». Mentre sono ancora in via di definizione fra Abi e governo i  dettagli sui Tremonti-Bond e alcuni banchieri, primo fra tutti l'ad di Unicredit Alessandro Profumo, non ne ha escluso l'utilizzo, l'Antitrust condivide che "priorità improrogabile del governo" sia emanare misure contro la crisi, in linea peraltro con gli interventi in diversi paesi, ma ammonisce come per far ritornare la fiducia sul sistema finanziario italiano occorrano interventi per sciogliere i nodi storici che lo caratterizzano.«Servono radicali cambiamenti, ma non chiusure».L'Autorità guidata da Catricalà respinge quindi le opinioni di chi vorrebbe, in presenza di una crisi di tale portata, rifugiarsi in un sistema chiuso e protetto. «La crisi in corso - spiega - diversamente da quanto da più parti sostenuto, richiede interventi in grado di affrontare alcune distorsioni del mercato e del settore del credito" e rincara sostenendo che "gli effetti distorsivi rischiano di essere accentuati dall'attuale crisi in corso". I punti su cui intervenire, secondo l'Antitrust "solo apparentemente poco urgenti" sono quelli noti e più volti denunciati: "Gli assetti di governance (governo societario), l'ampia diffusione di legami azionari e personali fra concorrenti soprattutto laddove creano nuclei stabili e intrecci non chiari tra soggetti finanziati e soggetti finanziatori, la scarsa trasparenza nell'operato di alcuni centrali azionisti" come "il ruolo essenziale ma non sempre chiaro delle fondazioni". Soggetti questi che peraltro lo scorso sabato sembrano aver siglato una "pax" con il ministro Tremonti dopo anni di dissidi. Infine l'Antitrust cita il caso delle banche popolari quotati '"la cui operatività è oramai largamente assimilabile alle società per azioni". Pare quindi opportuno che "l'intervento pubblico a sostengo delle  banche deve essere inserito alla luce della specifica realtà italiana, nell'ambito di misure volte a realizzare radicali cambiamenti nella governance".Mutui e massimo scoperto. Nella segnalazione l'Antitrust chiede poi che gli interventi normativi sui mutui immobiliari (rinegoziazione e portabilità) "siano attuati in modo da consentire all'interessato di confrontare agevolmente le diverse opzioni e scegliere quella più competitiva in termini di miglior prezzo, vale a dire di minor tasso applicabile". Infine l'autorità chiede un intervento chiarificatore del legislatore nella commissione di massimo scoperto con "un'indicazione precisa e tassativa dei criteri di calcolo del tasso usurario e interventi regolatori che esplicitino un indicatore sintetico di tutte le voci di spesa a carico dei clienti".