Economia

L'analisi. Banche, conti record ma sempre meno prestiti ai clienti

Paolo M. Alfieri venerdì 9 febbraio 2024

Premiare gli azionisti ma senza allargare i cordoni del credito. In tempi di utili alle stelle, grazie anche al prolungato aumento dei tassi, sembra che le banche abbiano scelto per bene quali debbano essere i destinatari del momento favorevole (spoiler: non sono i clienti). Il margine di interesse – cioè la differenza tra gli interessi attivi, che la banca incassa da prestiti e mutui, e quelli passivi, che la banca paga ai correntisti – è aumentato nei bilanci 2023 del +45%. Un dato che permette agli azionisti di incassare 17 miliardi di euro tra dividendi e buyback.

L'analisi del sindacato bancario First Cisl sui primi cinque gruppi italiani sottolinea la crescita dell'utile da 11,5 a 20,7 miliardi di euro, una solidità patrimoniale che si rafforza. Allo stesso tempo, i prestiti diminuiscono del 4,2%, un calo che il segretario del sindacato, Riccardo Colombani, definisce “preoccupante, visto che in Europa è molto meno marcato. Le banche non possono continuare con l'ossessione dei dividendi".

L'analisi restituisce un quadro di "forte aumento della redditività, con il Roe arrivato al 13,2%, frutto dell'impennata dei tassi, che ha sospinto il margine di interesse del 45%, mentre le commissioni nette hanno subito una lieve contrazione del 2,4%". "Ma i risultati record del 2023 si spiegano anche con l'aumento del margine primario per dipendente (+27%) e con l'incremento del risultato lordo di gestione per dipendente (+41,4%), mentre il costo del personale sui proventi operativi si abbatte al 27,3% (dal 31,8%)".

Migliora, inoltre, la qualità del credito: il rapporto Npl netto, cioè la percentuale di crediti deteriorati rispetto al totale di finanziamenti concessi dall’istituto bancario, è in calo all'1,4% dall'1,5% e anche gli Stage 2, i crediti che manifestano un rischio superiore rispetto alla rilevazione iniziale, risultano in riduzione al 12,3% (dal 13,4%). Il costo del credito si dimezza allo 0,31%, con un'incidenza delle svalutazioni sui proventi operativi che passa dal 12,4% al 5,5%.

"Anche in Europa - sottolinea Colombani - i prestiti frenano, ma il rallentamento è molto meno marcato. Il rialzo dei tassi ha influito negativamente sulla domanda di credito da parte delle imprese, spinte a ricorrere in prima battuta ai fondi propri, ma il dato italiano si spiega anche con la bassa tolleranza del rischio delle nostre banche". Inoltre, il segretario di First Cisl ricorda come l'alta qualità del portafoglio crediti e il tasso di decadimento dei prestiti più basso degli ultimi venti anni, insieme all'eccedenza di capitale, rendono invece evidente che ci sono tutte le condizioni affinché le banche possano svolgere una funzione anticiclica a sostegno dell'economia italiana, in una fase in cui servono investimenti ingenti per assicurare la transizione ecologica dei sistemi produttivi. Non devono limitarsi a remunerare gli azionisti con dividendi e buyback a pioggia".

​Bankitalia: tassi dei mutui in calo

I dati diffusi dal sindacato sono confermati anche dal report mensile di Banca d’Italia "Banche e moneta: serie nazionali", diffuso ieri. Lo studio mostra che anche a dicembre i prestiti al settore privato sono diminuiti del 2,8% sui dodici mesi (-3,2% nel mese precedente). I prestiti alle famiglie si sono ridotti dell'1,3% sui dodici mesi (erano calati dell'1,2% nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie si sono ridotti del 3,7% (-4,8% nel mese precedente).

Un miglioramento, invece, per quanto riguarda i tassi dei mutui, che a dicembre tornano in calo dopo il picco di novembre, quando si era toccato il livello massimo dal 2008. Già segnalato dal mercato e dagli operatori bancari, il dietro front che anticipa le future mosse della Bce è ora ufficializzato dai dati della Banca d'Italia secondo cui i tassi sui nuovi mutui nell'ultimo mese dell'anno scorso sono scesi al 4,82% contro il 4,92% del mese precedente. In ribasso anche quelli sui finanziamenti alle imprese: al 5,46% contro il 5,59% nel mese precedente.