Economia

Ifis art. Banca Ifis, utili record e difesa dell’arte: «È un bene comune da preservare»

Paolo M. Alfieri, inviato a Venezia sabato 20 aprile 2024
C’è bisogno di un “mecenatismo” nuovo, un mecenatismo che unisca pubblico e privato nel sostegno all’arte e nella capacità di creare una circolarità legata all’economia della bellezza, coniugando attenzione e impatto positivo sul territorio. Ne è convinto Ernesto Fürstenberg Fassio, 43enne presidente di quella Banca Ifis che proprio all’arte dedica sempre più risorse e che non manca di richiamarsi al messaggio di Economy of Francesco per spiegare sia l’impegno per le piccole e medie imprese italiane sia quello per i beni comuni.


A Venezia, nel contesto di Biennale Arte 2024, il numero uno di Banca Ifis ha presentato Ifis art, progetto che unisce le iniziative realizzate dalla banca in questo campo: si va dalla collezione d’arte al Parco Internazionale di Scultura al progetto di recupero dell’opera di Banksy “The Migrant Child” e del restauro del Palazzo San Pantalon che la ospita, da Economia della Bellezza fino al sostegno a programmi educativi e prodotti editoriali.

Innamorato della scultura fin da bambino, Fürstenberg Fassio sottolinea ad Avvenire che la spesa pubblica italiana, necessaria «per garantire sanità, istruzione e giustizia, deve imporre al tempo stesso una riflessione di responsabilità a tutte le persone e gli imprenditori che possono contribuire a sostenere bellezza e competitività». Il privato, insomma, deve fare la sua parte. Anche perché è possibile «conciliare profitto da una parte e attività di economia sociale e filantropia dall’altra. Lo dimostra anche il fatto che abbiamo appena presentato agli azionisti il nostro maggior risultato storico, 160 milioni di euro di utile netto rispetto ai 140 milioni precedenti». Investire per mettere l’arte a disposizione di tutti, rafforzando così anche il marchio, è insomma un’operazione efficace anche dal punto di vista economico.

Banca Ifis è leader nel settore dei Non-performing loan (Npl), i crediti deteriorati: gestisce oltre 2,2 milioni di posizioni debitorie e la risposta alle insolvenze, per Fürstenberg Fassio, è anche una «missione sociale». «Papa Francesco – sottolinea – ha stimolato noi giovani economisti a capo di aziende internazionali a pensare a un’economia che funzioni bene in senso laico, ma altrettanto bene e piena di significati per chi crede. Una buona economia è tale se i principi funzionano per tutti. Il credito Npl ha come sottostante economico una persona, un debitore singolo che ha contratto un debito che per qualche motivo non è riuscito a ripagare. In questo caso la responsabilità sta nelle metodologie e negli strumenti di recupero crediti: un recupero sostenibile e che eticamente rispetta il debitore permette di poter esprimere un’economia virtuosa. Un recupero che è eccessivo e non tiene conto delle esigenze del debitore non è un recupero eticamente sostenibile. Come banchiere, credo in tutto ciò che funziona nella logica comune di approccio a un pensiero positivo dell’economia».

Il presidente di Banca Ifis è convinto che «le banche debbano essere più vicine alle persone e alle imprese» e, nel credito, «essere sempre più attente alla lettura dell’economia». Una banca ritenuta troppo lontana da giovani, famiglie e imprese non funziona più: «In passato – aggiunge Fürstenberg Fassio – le banche facevano complesse operazioni di sistema, ma poi non riuscivano a interagire con l’economia con un linguaggio più semplice. Credo che le banche oggi stiano rivedendo i loro modelli, le loro politiche commerciali, il loro approccio al credito e quindi anche i parametri di crescita».

Il sostegno all’arte, per il numero uno di Banca Ifis (tra l’altro sponsor del Padiglione Italia alla Biennale), è anche «un importante strumento di inclusione per i giovani, perché riesce a contrastare l’utilizzo troppo impattante dei social network. Toccare l’arte, pensiamo ai laboratori, osservarla, aiuta i giovani ad avere una dimensione personale, arricchendo il pensiero e l’introspezione».

Alessandro Scarpa

Saranno proprio i giovani tra i principali fruitori della nuova app di Ifis art nella quale il racconto delle singole opere del Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis – progetto all’interno dei 22 ettari di giardino di Villa Fürstenberg a Mestre visitabile dal 28 aprile ogni domenica – viene accompagnato da contenuti video inediti e interviste agli artisti. «Tutte le opere che abbiamo già acquistato e che acquisteremo in futuro per le esposizioni saranno sempre fruibili gratuitamente», assicura Fürstenberg Fassio, che poi aggiunge di avere in programma un ulteriore progetto che riguarda da vicino Venezia, una sorta di Venezia bond. «Stiamo pensando – spiega – a un nuovo strumento finanziario che possa riuscire a legare il mondo dell’artigianato, basti pensare al settore del vetro, con l’arte, la Biennale, il cinema, in modo da attrarre gli investimenti della finanza internazionale a favore della città. Ifis, che tra l’altro ha sede legale nel Comune di Venezia, ha una lente privilegiata sulle imprese e il credito ci permette di sostenere la filiera produttiva; la finanza, d’altro lato, può servire agli imprenditori per crescere. Bisogna creare un’economia circolare che sia un volano positivo, puntando a salvare anche quei mestieri e quelle professionalità che altrimenti rischiamo di perdere».

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