Economia

La trattativa. Aston Martin, che colpo: l'auto di 007 ora parla italiano

Andrea D’Agostino sabato 8 dicembre 2012

​Uno dei più celebri marchi automobilistici al mondo ha ora come azionista principale un italiano. Aston Martin, l’auto guidata da James Bond in tutti i suoi film, è stata infatti acquisita da Investindustrial, il fondo di Andrea Bonomi.

Lo ha annunciato lo stesso finanziere: l’operazione prevede un aumento di capitale pari a 150 milioni di sterline (186 milioni di euro) che corrispondono al 37,5% delle azioni della società di Gaydon, interamente sottoscritto da Investindustrial. Bonomi diventerà quindi il principale azionista di Aston Martin Holdings. L’operazione - che riconoscerà un valore della società di circa 940 milioni - è stata siglata con la controparte Investment Dar, ed è soggetta all’approvazione dell’Antitrust prevista nel primo trimestre del 2013. Nei prossimi cinque anni, inoltre, il marchio britannico investirà circa 625 milioni in nuovi prodotti e in programmi per lo sviluppo tecnologico.

Fondata nel 1913 a Londra, in quasi un secolo di vita Aston Martin è divenuto uno dei marchi più esclusivi di auto sportive di lusso in tutto il mondo, grazie anche alla serie di film di 007. Dopo essere stato venduto nel 2007 da Ford Motor per 479 milioni di sterline a Dar e a un altro fondo kuwaitiano, Adeem Investment, l’anno scorso ha generato un fatturato di 634 milioni e un Ebitda pari a 101 milioni.

Un bel colpo per Bonomi che ha battuto l’indiana Mahindra, il vero avversario, ma anche altri rivali dell’ultimo minuto come Tata e Geely, il gruppo cinese che ha rilevato Volvo. Un successo ottenuto anche grazie a un partner tecnico come Mercedes, una presenza che apre notevoli novità nel segmento delle auto di lusso. Bonomi, 47 anni, rampollo di una dinastia milanese dedita alla finanza, ha fondato nel 1990 Investindustrial, società d’investimento "specializzata" nel risanamento delle società acquisite (tra le ultime figurano la compagnia di elicotteri Inaer, Coin, Snai, Stroili Oro, solo per fare qualche nome), che nel giro di una ventina d’anni è cresciuta fino a controllare 15 società in mezzo mondo con un totale di 32mila dipendenti e 2,2 miliardi di dollari di investimenti effettuati.

Sei anni è stata la volta dell’acquisizione di Ducati, l’azienda che produce moto sportive premium. In pochi anni Investindustrial l’ha rilanciata, finché non è divenuta la più redditizia del proprio segmento, per poi rivenderla ad aprile per 860 milioni all’Audi (gruppo Volkswagen).E ora punta ora al rilancio dell’Aston Martin come già fatto con Ducati. «Siamo davvero orgogliosi - ha detto - di iniziare questa avventura e investire in una icona globale, oltre che in uno dei marchi simbolo del "British style". Non vediamo l’ora di lavorare con il management e con Investment Dar per realizzare anche con Aston Martin quel processo di trasformazione e ammodernamento che abbiamo ottenuto con successo in Ducati, grazie all’ampliamento della gamma di modelli e al rafforzamento della rete distributiva in tutto il mondo».

Anche il presidente di Aston Martin, David Richards, si è detto soddisfatto che Investindustrial abbia deciso di diventare l’azionista di riferimento. «L’investimento effettuato da Investindustrial - ha detto - valorizza il posizionamento unico raggiunto da Aston Martin nel proprio segmento di mercato».