Economia

FRANCOFORTE. Dalla Bce 530 miliardi alle banche dell'eurozona

mercoledì 29 febbraio 2012
​La maxi richiesta per 529,531 miliardi di euro da parte delle banche europee alla Bce affossa lo spread che scende sotto 340 punti, per la prima volta dal settembre scorso. La seconda e probabilmente ultima asta di rifinanziamento a tre anni (Ltro) della Bce, per quantitativi illimitati, va meglio del previsto. Gli analisti si aspettavano richieste tra i 300 e i 750 miliardi di euro. I prestiti sono stati concessi a un tasso fisso agevolato dell'1%, per garantire liquidità a basso costo. All'operazione hanno partecipato 800 banche europee. Alla precedente asta del 21 dicembre scorso le richieste erano state pari a 489,191 miliardi di euro e avevano partecipato 523 banche. Secondo fonti finanziarie le banche italiane avrebbero preso dalla Bce oltre 100 miliardi di euro, di cui 24 miliardi vanno a Intesa SanPaolo. La Borsa valori azzera i guadagni nel finale e chiude sulla parità, risentendo del calo subito da Wall Street. L'indice Ftse Mib sale dello 0,04%, a 16.351 punti, All Share sul -0,02%. Tra i titoli, bene quasi tutti i bancari, corre Luxottica, giù Fiat e Fonsai. Chiusura di giornata dimessa per Piazza Affari, in capo a una riunione che sembrava destinata a segnare un buon progresso. Il Ftse Mib ha toccato un massimo fino al +1,4% sull'onda dell'emotività dopo l'asta di rifinanziamento condotta dalla Bce, che ha immesso liquidità nel sistema per 529 miliardi di euro. Come previsto lo spread tra Btp e Bund è diminuito, scendendo sotto i 340 punti. Non sono bastati neanche i buoni dati macro americani, con il Pil del quarto trimestre rivisto al rialzo e l'indice Pmi Chicago superiore alle attese, con Wall Street che ha segnato ribasso dopo le dichiarazioni del presidente della Fed, Bernanke, che hanno innescato speculazioni sul fatto che non vi sarà una nuova manovra di quantitative easing. Sulla maxi-asta della Bce interviene il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli. «Lo scopo dell'operazione della Bce - spiega - è di dare liquidità al sistema che, visto il livello di incertezza, si stava avvitando verso un completo congelamento della liquidità». Lo scopo, ha aggiunto Grilli, «è consentire alle banche e agli intermediari finanziari di prendere decisioni in modo corretto senza distorsioni e di farle continuare a operare normalmente nell'economia reale senza lo spettro della mancanza di liquidità che distorcerebbe il loro intervento». Grilli è ha parlato anche del rafforzamento dei fondi di salvataggio europei, precisando che la revisione dei firewall Ue si farà entro marzo. «Non si era mai detto che si sarebbe fatto il primo marzo - ha detto - ma durante il mese si definirà tutto». Anche il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso ha ribadito di attendere una soluzione sull'aumento delle difese finanziarie dell'eurozona a marzo, e prima degli incontri del G20 e Fondo monetario internazionale che sono previsti ad aprile. «Siamo d'accordo che la questione dei firewall verrà affrontata a marzo. Il mese ha 31 giorni. Siamo ancora a febbraio. Mi attendo che la questione sia affrontata più tardi nel corso del mese di marzo» ha detto Barroso durante una conferenza stampa a Bruxelles alla vigilia del vertice europeo di primavera. Barroso ha poi ripetuto che la Commissione punta «non soltanto ad aumentare, ma anche a rendere più flessibile» il meccanismo di protezione finanziario della zona euro. Resta ancora da stabilire se il fondo permanente (ESM) potrà essere fuso con il fondo temporaneo (EFSF). Quattro opzioni restano sul tavolo.