Economia

Assicurazioni. Dormienti 4 milioni di polizze vita

Paolo Pittaluga mercoledì 9 agosto 2017

Un vero tesoretto. Dormiente. Forse perché i titolari sono deceduti, forse perché chi ne avrebbe diritto non ne è a conoscenza. Resta l’evidenza dell’entità di una somma complessiva a dir poco ragguardevole. È on line il report Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) sulle cosiddette polizze vita “dormienti”, ossia quelle polizze che non sono state liquidate ai beneficiari in quanto questi ultimi o i loro eredi ne ignorano l’esistenza oppure sono giunte a scadenza e non sono state riscosse per diverse ragioni. L’indagine mette in luce che esistono 4 milioni di polizze vita scadute negli ultimi 5 anni e che sono potenzialmente esposte al rischio di essere dormienti. Di queste più di 3,9 milioni sono state stipulate per la copertura del solo rischio di morte (circa 145 miliardi di euro di somme dovute esposte al rischio di non essere riscosse). Esistono poi 117mila contratti a vita intera – senza una scadenza predefinita –, con età dell’assicurato superiore a 90 anni (equivalenti a 12 miliardi di euro di somme assicurate) di cui 2.636 relative a ultracentenari e circa 540mila polizze stipulate da almeno 10 anni per le quali le imprese non hanno avuto notizie dell’assicurato negli ultimi 3 anni ( corrispondenti a 24 miliardi di euro). L’elevato fenomeno di polizze potenzialmente dormienti, spiega l’Istituto, deriva da carenze nelle procedure adottate dalle imprese per verificare i decessi degli assicurati e per rintracciare i beneficiari. Anche il diffuso utilizzo di designazioni generiche dei beneficiari, unito a scarse informazioni fornite al momento della stipula del contratto, non ne agevola l’identificazione ai fini delle prestazioni assicurate. Come affrontare la questione? L’Ivass ha deciso di richiedere alle imprese ulteriori azioni per mitigare il fenomeno delle polizze vita dormienti e adotterà iniziative per facilitare tale attività, in attesa della possibilità di consultare l’Anagrafe nazionale della popolazione residente. Ma, nel frattempo, l’Istituto ha ritenuto opportuno allegare al report un vademecum rivolto ai consumatori contenente i consigli per evitare che la propria polizza si trasformi in "dormiente". Tra le indicazioni, quella più semplice, ossia l’informazione ai propri familiari dell’esistenza del contratto e quella di prestare attenzione alla precisa indicazione dei beneficiari, dei quali dovrebbero essere forniti i recapiti oltre, ovviamente, ai nominativi. Nel caso non si ritenga opportuno che i beneficiari vengano a conoscenza della polizza nel momento della sottoscrizione, secondo l’Ivass sarebbe consigliabile informare un soggetto terzo che possa poi intervenire al momento in cui si verificherà l’evento per il quale è stata stipulata l’assicurazione. Nell’eventualità si voglia verificare se un familiare deceduto avesse una polizza vita, secondo l’Istituto è possibile rivolgersi al «servizio ricerca copertura assicurative vita» dell’Ania (l’Associazione nazionale delle assicurazioni) o all’intermediario assicurativo, alla banca o all’impresa di assicurazioni utilizzata dal familiare deceduto, in particolare facendolo per iscritto.