Economia

Technical Hunters. Alla ricerca di specialisti di farmaci biosimilari

martedì 12 settembre 2017

Le aziende farmaceutiche italiane faticano a reperire professionisti specializzati nel campo dei farmaci biosimilari. «Nell’ultimo anno, l’utilizzo di biosimilari in Italia è triplicato, raggiungendo una quota di mercato del 13% - spiega Mariangela Dimola, responsabile divisione Healthcare & Lifescience di Technical Hunters -. Un’impennata che ha generato un boom di richieste di figure specialistiche, da parte delle molte aziende che sono entrate nel settore, da Sandoz, presente nel settore da dieci anni, a Boehringer Ingelheim, Amgen, Pfizer, Biogen, Abbvie, Janssen, solo per citare le principali».

Tra i profili più ricercati vi sono il market access manager e il medical science liaison. Nel caso dei biosimilari, è particolarmente importante la sinergia tra questi due ruoli, responsabili, rispettivamente, dell’accesso del farmaco a livello di fruibilità del mercato e dell’informazione medico scientifica per un adeguato utilizzo degli stessi ai fini terapeutici. I candidati ideali per ricoprire questi ruoli sono professionisti con formazione medico scientifica ed esperienza pregressa nel biosimilare. Tuttavia vi sono spazi anche per professionisti provenienti dall’industria farmaceutica tradizionale, cui vengono offerti percorsi formativi di riqualificazione dedicati.

Attualmente Technical Hunters ha quattro posizioni aperte in questo campo.

La retribuzione media annua si colloca tra i 50mila e i 65mila euro lordi, in funzione dell’esperienza. I farmaci biosimilari sono derivazioni di farmaci biologici o biotecnologici per i quali sono scaduti i diritti di esclusiva: non sono identici agli originali, come nel caso dei generici rispetto ai medicinali di sintesi chimica, ma assicurano gli stessi benefici a costi ridotti.