Economia

DECOLLO VICINO . Alitalia verso Air France. Ma Bossi non molla

di Nicola Pini e Arturo Celletti venerdì 9 gennaio 2009
Turbolenza al decollo. A quattro giorno dal via della nuova Alitalia sale la tensione a Fiumicino e i vo­li italiani vanno in tilt . Ieri sono stati cancellati oltre 130 collegamenti per le assemblee del personale di terra indet­te da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Tra i quattro sindacati che hanno firmato l’accordo di Palazzo Chigi e la Cai il clima è pessi­mo e nubi minacciose si addensano sui cieli del 13 gennaio quando, dopo uno stop di otto ore, gli aerei di Alitalia e Ai­rOne ripartiranno sotto la regia del grup­po presieduto da Ro­berto Colaninno. Secondo fonti della Cai ci sono « rischi e­normi » e il Paese po­trebbe « tornare ostag­gio di poche centinaia di persone » . Per i sin­dacati, che accusano la società di puntare ad « azzerare le rap­presentanze sindacali come un vecchio pa­drone delle ferriere » , i disagi si annuncino i­nevitabili ma sono la conseguenza di un or­ganico della società sottodimensionato. La Cai riunirà lunedì il Consiglio di ammini­strazione per delibe­rare, salvo clamorosi colpi di scena nel week end, l’alleanza strategica con Air France, nuovo socio con il 25% del capitale. Mentre la com­pagnia transalpina ufficializzerà oggi l’offerta nel suo vertice. Una firma pre­liminare dell’accordo potrebbe esserci lunedì stesso. L’intesa prevederebbe per i francesi ( come per tutti i soci) il dirit­to di prelazione sulle quote che doves­sero essere cedute al termine dei 5 anni di blocco alla vendita previsti. Nonostante le polemiche sul fronte po­litico, la questione dell’alleanza quindi dovrebbe essere a un passo dalla chiu­sura. Quanto al nodo degli aeroporti ie­ri i vertici della Cai hanno ripetuto ai sindaci Letizia Moratti ( Milano) e Gian­ni Alemanno ( Roma) quello che aveva­no detto lunedì a Silvio Berlusconi e Gianni Letta: massima disponibilità ad aumentare le rotte internazionali da Malpensa nei prossimi due anni ( per o- ra ci saranno solo tre destinazioni), co­me del resto è previsto dal piano indu­striale. Ma serve un rafforzamento del­le infrastrutture di accesso e un ridi­mensionamento del ruolo di Linate. Intanto da Venezia il sindaco Cacciari denuncia il taglio degli addetti aeropor­tuali assunti dalla Cai « mentre negli ae­roporti del Sud si va oltre le previsioni al­la faccia del nordismo predicato dalla Lega » . I disagi. Code e ritardi fino ad arrivare a una mezza paralisi dei voli. In serata il conto degli aerei bloccati è arrivato fino a quota 135. Il presidente della Com­missione di garanzia sugli scioperi, Antonio Martone, ha tuonato contro l’assemblea di ieri a Fiumicino. Una protesta che viola « i li­miti previsti dallo Sta­tuto dei lavoratori e dal Contratto colletti­vo » , ha detto, invitan­do le organizzazioni sindacali a sospende­re l’agitazione. Ma al­tre assemblee sono state indette per oggi e poi il 12 e il 13 gen­naio nei vari aeropor­ti italiani serviti da A­litalia. Si tratta di ini­ziative « legittime pro­grammate da giorni, non di atti illegali » , ha replicato il segretario della Filt Cgil Mauro Rossi. Il clima « di pe­santissima preoccu­pazione che si respira tra i lavoratori di Alitalia è dovuto e­sclusivamente ai comportamenti del vertice » aziendale « che si muove a pre­scindere dagli accordi sottoscritti » , ha accusato il segretario generale della Fit Cisl, Claudio Claudiani. Occorre « ripri­stinare corrette relazioni industriali e i margini per il recupero di un positivo comportamento vi sono » , ha aggiunto. All’assemblea di ieri hanno partecipato i lavoratori Alitalia addetti alla pulizia a bordo, un servizio che secondo i sinda­cati la Cai ha deciso di esternalizzare, e gli uomini del carico e scarico bagagli. Disagi a cascata anche per le altre com­pagnie aeree che si affidano ai servizi di handling della vecchia Alitalia. Oggi in assemblea a Fiumicino ci saranno gli ad­detti alla manutenzione e si prevedono nuovi disagi e ritardi nelle partenze.Il vertice. «Alitalia ha una trattativa molto avanzata con Air France che ha raggiunto un punto molto positivo per la nuova Compagnia...». È tarda sera quando a Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi conferma che i francesi sono in pole position senza però chiudere a un ritorno tedesco. «Questo non esclude – va avanti il premier davanti a una manciata di cronisti – che possa ritenere di prendere in considerazione un’offerta che venga da Lufthansa». Al momento però Lufthansa non c’è. E le voci di una lettera dell’amministratore delegato della compagnia tedesca arrivate secondo un’agenzia di stampa nel primo pomeriggio sul tavolo del premier? È o no reale un nuovo interessamento di Lufthansa? Berlusconi parla per chiarire. «Finora dalla compagnia tedesca c’è stato silenzio... Solo una lettera di interessamento al mercato italiano inviata ai vertici della Cai in cui non era indicato nessun prezzo o l’entità dell’investimento... Io non mi permetto di consigliare ma da imprenditore, mettendomi nei loro panni ritengo che per Cai due offerte siano meglio di una e credo che chiederanno un’indicazione più compiuta a Lufthansa». Insomma la partita è ancora aperta, il braccio di ferro con la Lega tutt’altro che finito e il vertice concluso nel primo pomeriggio tutt’altro che risolutivo. Berlusconi guarda Umberto Bossi e prova a mettere da parte il fastidio per gli ultimi affondi. «Nessuno ha mai pensato di penalizzare Malpensa. Anzi Colaninno è deciso a rilanciare l’aeroporto milanese... A garantire l’aeroporto milanese...». Il premier "accarezza" il capo della Lega: «Oggi i voli intercontinentali su Malpensa sono tre, ma c’è la volontà di farli diventare sedici in due anni». «Certo – va avanti il Cavaliere riassumendo la strategia del numero uno di Cai – bisognerà rafforzare i collegamenti tra Malpensa e Milano e poi Linate dovrà trasformarsi in un city airport..». Si parla. Ci si confronta.Ma quello convocato a Palazzo Grazioli è un vertice teso, nervoso. Due ore di "faccia a faccia" per chiarire e per chiarirsi, ma dove ripetutamente i toni duri sembrano "soffocare" la voglia di tregua. In un’altra stanza della residenza di via del Plebiscito anche i vertici della nuova Alitalia, Colaninno e Sabelli, si confrontano con i sindaci di Milano e Roma sul futuro di Malpensa. Un futuro "segnato"? Berlusconi parla ancora di alleanza con Air France. «Una scelta probabilmente obbligata visto che allo stato Lufthansa non ha presentato nessuna offerta concreta». Bossi scuote la testa. Più tardi si chiude con i suoi, mentre già è in rete una nota che suona come un avvertimento al Cavaliere: attento, la partita non è chiusa. «Abbiamo riscontrato da parte del presidente del Consiglio la volontà di affrontare e di risolvere il problema di Malpensa. Prendiamo atto che la scelta del partner di Cai non è ancora definita a fronte della manifestata volontà di Lufthansa...». La Lega fa quadrato e si prepara a un nuovo vertice con Berlusconi, ma ora è il Pd a sferrare l’attacco. «Il governo Prodi aveva venduto Alitalia. Il governo Berlusconi ha svenduto Alitalia ad Air France», attacca Veltroni durante una conferenza stampa al termine della riunione del governo ombra. Bersani bissa il colpo: «Un governo che ha fatto un’operazione così fallimentare dovrebbe andarsene a casa». La replica è del portavoce di Fi Capezzone: «Siamo passati da una possibile umiliante svendita ad Air France (Prodi e Padoa Schioppa), ad una dignitosa partnership con i francesi». Berlusconi chiuso a Palazzo Grazioli lavora, chiama, tratta e rassicura: la partita sull’alleato di Cai è aperta e con la Lega c’è sintonia ed amicizia.