Economia

Lavoro. Contratti: l'alimentare chiede 300 euro di aumenti in quattro anni

Cinzia Arena mercoledì 31 maggio 2023

Trecento euro di aumenti spalmati in quattro anni, una riduzione dell'orario di lavoro di quattro ore e interventi strutturali per evitare gli incidenti sul lavoro. Sono queste le richieste dei sindacati del settore alimentare. Oggi a Roma gli oltre 700 delegati dell'Assemblea nazionale di Fai, Flai e Uila hanno approvato le piattaforme di rinnovo dei Ccnl industria e cooperazione alimentare, in scadenza il prossimo 30 novembre e che interessano oltre 450 mila lavoratrici e lavoratori. Termina cosi' un percorso di consultazione che ha visto il coinvolgimento di oltre 150 mila addetti in 10 mila aziende del settore.

La richiesta salariale media, a fronte della crescita sostenuta dei prezzi nell'ultimo anno e mezzo, supera i 300 euro al mese a regime nel quadriennio. Sono stati chiesti - spiega una nota del sindacato - 230 euro, a parametro 137, di aumento sul Tem, il trattamento economico minimo, 70 euro sullo Iar (Incremento aggiuntivo della retribuzione) per consentire a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori di beneficiare delle eccezionali performance che il settore alimentare nel suo complesso ha realizzato e sta realizzando; 40 euro di aumento per il Trattamento economico per mancata contrattazione di secondo livello. I sindacati chiedono anche la riduzione dell'orario settimanale da 40 a 36 ore a parità di salario e il contrastato alla precarietà con limitazioni ai contratti in somministrazione sia a tempo determinato che indeterminato.

Le piattaforme mirano, inoltre, a rendere il sistema di relazioni sindacali maggiormente partecipativo e continuativo, e rafforzare le tutele presenti nel settore per rispondere alle sfide delle innovazioni, della digitalizzazione e della competitività globale, a partire dalla revisione del sistema di classificazione nazionale, realizzando anche una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, incrementando, al contempo, la salute e sicurezza in azienda e valorizzando lo strumento della formazione. Tutto questo tenendo presenti i temi emergenti come la sostenibilità ambientale, che va sempre coniugata con quella economica e sociale. In tema di appalti si chiede di aumentare le attività non appaltabili, rafforzare le tutele in caso di cambio di appalto e individuare strumenti contrattuali utili a reinternalizzare e ricomprendere nel contratto nazionale tutti quei lavoratori che svolgono la loro attività in maniera continuativa all'interno dello stesso sito.

"Con queste piattaforme vogliamo mettere al centro le persone e i loro bisogni", dichiarano i segretari generali Onofrio Rota (Fai Cisl), Giovanni Mininni (Flai Cgil), Stefano Mantegazza (Uila Uil). "Porteremo avanti le nostre proposte con convinzione, confortati dal consenso dei tanti lavoratori e lavoratrici che rappresentiamo e dai contenuti stessi delle nostre proposte, che redistribuiscono la ricchezza prodotta e rispondono alle diverse specificita' settoriali in modo innovativo, flessibile, solidale e inclusivo: ci auguriamo un rapido avvio delle trattative che consenta di rinnovare i contratti entro tempi ridotti", concludono i tre sindacalisti.

La richiesta di aumenti corposti è figlia di questi tempi in cui l'inflazione divora il potere d'acquisto delle retribuzioni. Un'inflazione che rallenta, ma non scende velocemente come tutti speravamo e che motiva la richiesta salariale di oltre 300 euro, indispensabile per recuperare quanto perso nel 2022 e nel 2023 e per mettere in sicurezza, anche per i prossimi 4 anni, i salari, spiegano i sindacalisti. Tra le priorità il tema della salute e della sicurezza in azienda con la richiesta di misure strutturali per rendere reale l'obiettivo di "zero morti sul lavoro".