Economia

CAGLIARI. «Una protesta al giorno per salvare Alcoa»

Mario Girau mercoledì 12 settembre 2012

L’avevano promesso lunedì sera lasciando il presidio romano di via Molise, davanti al ministero per lo sviluppo economico: ogni giorno una manifestazione di protesta. I lavoratori di Alcoa hanno mantenuto fede all’impegno. Di buon mattino ieri hanno "sequestrato" pacificamente a Olbia il traghetto Tirrenia che aveva trasportato da Civitavecchia al porto gallurese 350 operai. Prima dimostrazione pubblica di una giornata faticosa, segnata dal <+corsivo>sit in<+tondo> nel primo pomeriggio davanti alla Prefettura cagliaritana. Il nulla di fatto in sede ministeriale richiama urgentemente in gioco la politica. Il presidente della Regione, che ha riferito all’assemblea regionale gli ultimi sviluppi della vertenza Alcoa, ha comunicato che oggi alle 10 ci sarà il primo incontro tecnico – si parlerà di logistica, trasporti e infrastrutture – con Glencore, una delle due società interessate a rilevare l’impianto. Nei prossimi giorni anche con Klesh, l’altra società svizzera possibile acquirente. Il sindacato sollecita una sessione straordinaria di incontri Giunta-Sindacati per mettere a punto una strategia per salvare lo stabilimento di alluminio e dare un futuro all’industria sarda che in 5 anni ha perso 15mila addetti.Due ore di occupazione pacifica della nave Tirrenia al momento dell’attracco al molo quattro dell’Isola Bianca. Nessun contrasto con il personale di bordo e bandiera dei quattro mori issata sulla tolda del traghetto unitamente a striscioni con slogan sintetici della vertenza: "Il Sulcis non si tocca" e "Alcoa usa e getta". «Vogliamo dare solo un segnale al governo per dirgli che da oggi fino alla chiusura della vertenza ci sarà una manifestazione ogni giorno», spiega Rino Barca, segretario regionale dei metalmeccanici Cisl.Il tempo di rifocillarsi e poi, come in una partita di calcio, scambio di gagliardetti – gli elmetti Alcoa e quelli in dotazione alla compagnia di navigazione – tra un rappresentate Rsu e il comandante Antonio Martino. Un breve concerto di petardi, bombe carta e fischietti con decibel a mille originali starter per sei pullman che hanno trasportato i lavoratori a Cagliari in piazza Palazzo, sede della prefettura, dove alle 16 si è riunito il comitato per l’ordine e la sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Cancellieri, risposta immediata ai candelotti trovati sabato scorso alla base di un traliccio dell’alta tensione di Terna, a qualche decina di metri dal recinto dello stabilimento Alcoa. Obiettivo dei manifestanti incontrare il sottosegretario all’Interno, Carlo de Stefano.«Parziale e deludente», così il presidente della regione Sardegna ha definito il risultato dell’incontro al ministero. Si deve andare avanti per modificare in meglio la situazione ed evitare che la vertenza si incagli inesorabilmente. «Il nostro impegno è assoluto e l’auspicio è che possa servire ad assicurare il massimo risultato», aggiunge il presidente Cappellacci. «Preso atto che, come abbiamo sostenuto fin dall’inizio, non è impossibile trovare aziende con le quali potrebbe essere avviata una trattativa, occorre accelerare e fare tutto il possibile e anche l’impossibile per favorire – dice il capo del governo regionale – il passaggio dello stabilimento di Portovesme nelle mani di un soggetto che garantisca la continuità della realtà produttiva».«L’epilogo della vicenda Alcoa, dopo il tavolo ministeriale dell’altro ieri sollecita – secondo il segretario regionale Cisl, Giovanni Matta – un’azione forte e corale del sistema Sardegna, che deve individuare i correttivi necessari affinchè l’industria possa avere un futuro anche nell’isola. L’alto costo dell’energia e dei trasporti, unitamente all’insufficiente dotazione infrastrutturale, costituiscono il filo conduttore del disagio dei lavoratori di Alcoa, Euroallumina, Vinyls, Petrolchimico di Portotorres, Eon di Fiumesanto e Ottana Energia. Vicende accomunate da un groviglio di questioni irrisolte da decenni, che occorre assolutamente risolvere».