Economia

Progetto. Al via "Rebuild", l'app per l'integrazione di migranti e rifugiati

Redazione Romana giovedì 31 marzo 2022

Maria Amata Garito, rettrice dell'università Uninettuno

L'instabilità politica ed economica, le violazioni dei diritti umani, l'aumento della povertà, nonché il recente conflitto russo-ucraino, alimentano fenomeni migratori pre-esistenti e ne generano di nuovi. Per avviare un efficace processo di integrazione di migranti e rifugiati, l’Università telematica internazionale Uninettuno ha sviluppato un partenariato internazionale per realizzare il progetto "Rebuild - Ict enabled integration facilitator and life rebuilding guidance", finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma quadro "Horizon 2020".

Si tratta di un’iniziativa che coinvolge 11 partner, tra cui università e centri di ricerca, industrie e centri di sviluppo tecnologici, Ong e l’Unesco per la quale è stato progettato e sviluppato un meccanismo digitale basato sull’Intelligenza Artificiale, che offre supporto ai migranti e ai rifugiati in Europa nell’accesso ai servizi esistenti nei vari Paesi di accoglienza. “Rebuild” consente ai fornitori di servizi locali che interagiscono con i migranti e i rifugiati, e alle autorità regionali e nazionali che pianificano l’accoglienza, di migliorare i processi e le modalità di offerta dei servizi basandoli sulla conoscenza delle caratteristiche e dei bisogni reali dei loro utenti. La filosofia che ha guidato il progetto è stata quella di coinvolgere appieno i migranti come partecipanti alla ricerca, in qualità di ricercatori stessi, per comprenderne al meglio le esigenze. Fondamentale, poi, è stata l’interazione con le Ong e le amministrazioni locali.

«Sono convinta che il valore della buona integrazione passi dal riconoscimento di quello che sono le competenze e le conoscenze di ogni essere umano, e quindi l'impegno di chi accoglie deve essere quello di fare in modo che appena possibile vengano loro riconosciute le competenze, e utilizzate per reinserirli nella società con la speranza per un futuro che consenta loro di riconquistare la propria dignità», ha dichiarato Maria Amata Garito, rettrice dell’Università Uninettuno.

Il progetto “Rebuild” è solo una delle tante iniziative di ricerca e innovazione sviluppate da Uninettuno a supporto dell’inserimento di migranti e rifugiati in Europa. La stessa Università telematica nasce dal progetto MedNet’U – Mediterranean Network of Universities, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Eumedis, con 31 partner da 14 paesi della sponda Nord e Sud del Mediterraneo che, coordinati dal Consorzio Nettuno, hanno creato uno spazio euro-mediterraneo per la formazione superiore, sviluppando corsi di laurea e professionali in 4 lingue (italiano, inglese, francese, arabo) con professori delle università più prestigiose di Algeria, Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Siria, Tunisia e Turchia.

Questo approccio globale e connesso attraverso le tecnologie digitali ha permesso a Uninettuno, su iniziativa della rettrice Garito, di creare nel 2016 l’Università per Rifugiati, che ha consentito a più di 13mila migranti di utilizzare l’app “Imparo la lingua italiana” creata da Uninettuno e a oltre 200 rifugiati di usufruire delle borse di studio per iscriversi gratuitamente ai propri corsi di laurea e a quelli per la qualificazione e riqualificazione professionale. L’Università per Rifugiati ha ottenuto riconoscimenti internazionali dall’Unesco e dalle Nazioni Unite, che hanno premiato il contributo al raggiungimento degli "Obiettivi di Sviluppo Sostenibile" dell’Agenda 2030. Oggi, questa università è aperta anche agli ucraini, che possono iscriversi gratuitamente grazie alle borse di studio che l’ateneo ha già stanziato.