Economia

RAPPORTO. 2009, Confindustria: 600mila posti a rischio

martedì 16 dicembre 2008
Nel 2009, per la prima volta dal 1994, l'Italia registrerà una contrazione del tasso di occupazione dell'1,4% con una perdita che, in termini assoluti, sarà pari a 600.000 occupati. Lo dice la Confindustria nel rapporto sulle stime macroeconomiche presentato oggi dal suo Centro studi (Csc). «Un parziale recupero è atteso nel 2010 (+0,8%) e si concentrerà soprattutto nella seconda metà dell'anno, ma non sarà sufficiente a riportare nell'ultimo trimestre l'occupazione a livelli prossimi a quelli raggiunti a metà del 2008, quando è iniziata la caduta. In termini assoluti si avrà una perdita di 600.000 posti tra il punto massimo e quello minimo (di metà 2009)», si legge.Confindustria vede un biennio di recessione per il 2008 e il 2009 con un andamento del Pil rispettivamente a -0,5% quest'anno (rivisto da -0,4%) e a -1,3% nel 2009 (dal precedente -1%).In ripresa il 2010 con una crescita di 0,7% ma a patto che vi sia un ripristino di fiducia da parte delle famiglie. «In assenza di maggiore ottimismo i benefici [che deriveranno dal taglio dei tassi e dal crollo dei prezzi delle materie prime] verrebbero risparmiati e si dimostrerebbero parzialmente inefficaci anche le misure varate dal governo a sostegno dei redditi e delle imprese», si legge nel rapporto distribuito oggi dal Csc con le nuove stime per l'economia. In trend di crescita anche il debito/Pil che nel 2009 è visto a 106,1% (dalla precedente stima di 104,4%), mentre scenderebbe lievemente nel 2010 a 105,7%. A 104,1% nel 2008. Anche il deficit resta sopra il 3% portandosi al 3,3% (da 2,4%) nel 2009 e a 3,1%  nel 2010. Per quest'anno l'indebitamento è visto al 2,6%.Confindustria vede poi un taglio dei tassi da parte della Bce fino all'1,5% a metà 2009 dal 2,5% attuale mentre il calo dei corsi energetici porterà ad una bolletta energetica per gli italiani meno cara di 32 miliardi nel 2009. Confindustria stima un avanzo primario a 2,6% per quest'anno, e poi un calo rispettivamente a 1,9% e 1,8% nel 2009 e nel 2010.L'inflazione è vista dimezzarsi nel 2009 rispetto all'anno in corso a 1,7% dal 3,4% di quest'anno. «La discesa verso l'1% nel 2009 suggerisce un rischio di deflazione anche in Italia, come in altre economie avanzate. Tuttavia una vera deflazione...non ci sarà, nonostante la recessione», spiega il Csc.Per quanto riguarda le famiglie, diminuisce l'erogazione dei mutui. L'ammontare erogato - spiega il Centro Studi Confindustria nelle previsioni economiche - è ormai in calo rispetto ai dodici mesi precedenti, con una flessione dell'1,8% in ottobre, pari a una riduzione dello stock di 4,8 miliardi di euro. Tiene, invece, l'erogazione di credito al consumo: +5,4% annuo in ottobre, pari a +2,8 miliardi di euro. Nel complesso sono diminuiti i prestiti alle famiglie: 1,9 miliardi di euro in meno sull'ottobre del 2007. Una propensione, questa, in parte dovuta a una minore domanda e in parte ad una maggiore selettività attuata dalle banche che allungano i tempi di erogazione.In deciso rallentamento anche il credito bancario alle imprese che ha rallentato a partire dal mese di ottobre del 2007 quando si era toccato un picco di crescita del 14,7%. La frenata - spiega il Csc - è iniziata due mesi dopo il manifestarsi della crisi dei mutui subprime in Usa. A oltre un anno, nell'ottobre 2008, l'ammontare erogato resta in aumento, ma ha rallentato all'8,4% annuo, con oltre sei punti di crescita in meno.