Chiesa

Vite donate. Fiesole: don Sergio, 54 anni nello stesso paese, tra carità e confessioni

Antonio Degl'Innocenti martedì 17 novembre 2020

Don Sergio Boffici

Dopo cinquant’anni con la sua comunità di Castelfranco di Sopra, in diocesi di Fiesole, don Sergio Boffici, 96 anni, è tornato alla casa del Padre a causa di complicazioni dovute al Covid-19. «Quale generoso, silenzioso e onnipresente benefattore abbiamo avuto – ha detto alele esequie il vescovo emerito di Prato Gastone Simoni –. Numerose persone, laici e sacerdoti, hanno avvertito la ricchezza umana, cristiana e sacerdotale di don Sergio». Alla veneranda età di 96 anni ha lasciato un vuoto nella sua Castelfranco, che lo ha voluto ricordare attraverso la voce di molti cittadini e del sindaco Enzo Cacioli. «Uomo attento e sollecito per le necessità dei fratelli – ha detto –, sempre disponibile verso tutti, specialmente i bisognosi, promotore e animatore dell’associazionismo e sempre prezioso interlocutore dell’amministrazione comunale con squisita sensibilità civile e spirituale, monsignor Boffici ha contribuito significativamente al forgiare la sensibilità dei nostri cittadini e delle nostre comunità. Per questo e tanto altro gli va la nostra gratitudine».
Sacerdote paterno che «rappresenta la classica figura del parroco di tutti – è stato il commento del vescovo Mario Meini, vicepresidente della Cei –: di Dio, della Chiesa e di ogni persona, specialmente dei malati e dei poveri. Uomo di preghiera e di carità. Anche anziano e in carrozzina, ha sempre tenuto la porta di casa aperta per la preghiera, le confessioni e la carità. Dio gli renda merito». Amato e ben voluto da tutti a Castelfranco di Sopra, dove è stato parroco dal 1966 al 2020. Impegnato in associazioni come l’Unitalsi, «il servire è stato fino alla fine l’unico scopo della sua vita umana e sacerdotale – testimonia Stefano Stagno, storico parrocchiano –. Ha servito le coscienze invitandoci a impegnarci nella società tramite la politica e il volontariato per creare una comunità accogliente e solidale. Ha servito i nostri legami con grande cura e in particolare con la confessione, insegnandoci a tessere relazioni tramite il dialogo fraterno e invitandoci sempre a superare contasti e incomprensioni. Ha servito la Chiesa e la liturgia animando costantemente cammini di formazione spirituale, proponendoci occasioni significative, per far crescere in tutti il desiderio dell’appartenenza a Cristo».