Chiesa

Chiesa e comunicazione. Viganò: la cultura digitale ci sollecita

Gianni Cardinale venerdì 5 maggio 2017

I lavori della prima plenaria della Segreteria per la comunicazione, istituita con il motu proprio del 27 giugno 2015, si chiudono oggi. Avvenire ha posto alcune domande al prefetto del Dicastero, monsignor Dario Edoardo Viganò.

Monsignor Viganò, chi ha partecipato alla plenaria?
Oltre ai membri presenti - ovvero cinque cardinali, sette arcivescovi e vescovi e tre laici, di cui due donne hanno partecipato i direttori delle cinque direzioni. A questi si sono aggiunte le persone che fanno parte del nuovo management, i responsabili del nuovo flusso di produzione.

Con quali criteri sono stati scelti i membri e i consultori?
I membri e i consultori vengono scelti dal Santo Padre su un duplice criterio: la rappresentatività geografica e culturale della cattolicità e la competenza. Molti membri sono esperti o hanno lavorato in commissioni di comunicazione delle singole Conferenze episcopali o hanno insegnato teologia della comunicazione. I consultori rappresentano le grandi istituzioni ecclesiali come ad esempio le Facoltà pontificie con le proposte formative di comunicazione o le grandi associazioni; inoltre molti sono esperti e docenti di comunicazione, con competenze che vanno dal brand changing alla cyber security, dall’analytics al team building.

Quali sono stati i temi trattati nella plenaria?
Il tema è quello della cultura digitale. Riflettere sul nuovo scenario così come si presenta oggi è importante perché la Chiesa vive dentro un contesto sociale e culturale radicalmente cambiato rispetto al passato. E tutto ciò ha impatto su modelli antropologici, pedagogici e anche sulla prassi ecclesiale. Basti pensare a come oggi sia in qualche modo da ripensare il concetto di territorialità in riferimento alla parrocchia.

La Segreteria ha già assorbito il Pontificio Consiglio, Radio Vaticana, il Ctv, e la Sala Stampa. Con quale criterio i dipendenti sono stati distribuiti tra le varie direzioni?
Il personale è stato ridistribuito secondo le proprie competenze e, dove possibile, anche i propri desideri. Infatti in questi quasi due anni abbiamo investito molto in formazione (da corsi intensivi fino a veri e propri master) e soprattutto abbiamo avviato un processo di team building per imparare a lavorare insieme, in squadra come ha detto oggi (ieri per chi legge, ndr) il Papa. Siamo così passati da una struttura verticale a una struttura come si dice “holocratica” ovvero con gruppi funzionali rispetto ad obiettivi da raggiungere. Tutto ciò è necessario perché come dice il motu proprio istitutivo e ha confermato il Santo Padre, non si tratta di coordinare ma di costruire una nuova struttura. Pertanto le strutture esistenti vengono meno ma permangono e, speriamo migliorino, i servizi.

Come proseguirà il lavoro di assorbimento degli enti che non sono stati ancora inglobati nella Segreteria?
Intanto entro l’anno in corso nascerà il contenuto hub e si presenterà il portale multimediale che resterà l’unico portale di informazione della Santa Sede. Il portale offrirà videonews, fotografie, podcast, testo. Il 1° gennaio del prossimo anno poi tutte le altre realtà, dalla Tipografia Vaticana alla Lev all’Osservatore Romano diventeranno parti della Segreteria per la comunicazione.

Il Papa segue da vicino questa evoluzione? E il C9?
Il Papa nel discorso alla plenaria ha spiegato bene la vicinanza con cui sta seguendo la riforma. Vicinanza confermata dalla condivisione che abitualmente si è realizzata e proseguirà con il C9. Inoltre è una riforma corale nel senso che sta avvenendo in continuo confronto e dialogo con al Segreteria di Stato, la Segreteria per l’economia e l’Apsa. Insomma mi pare utile ricordare come la riforma è un dare nuova forma come ha detto il Papa ma insieme anche che la riforma non è contro qualcuno ma insieme a qualcuno.

Ma ha sottolineato anche che ci vuole anche un po’ di «buona violenza» per riformare...
Il Papa non è naif, sa bene che per portare avanti un processo del genere è imprescindibile anche la necessaria determinazione.