Chiesa

Dopo gli attacchi terroristici. I vescovi francesi: no alla spirale dell'odio

lunedì 12 gennaio 2015
“Vogliamo dire che è facile cedere alle semplificazioni e che può esistere sempre la tentazione di confondere una religione con gli estremismi. Esortiamo pertanto tutti a non entrare nella spirale mortale della paura e del disprezzo dell’altro”. Lo scrivono i vescovi francesi riuniti oggi a Parigi in Consiglio permanente in una dichiarazione comune diffusa all’indomani delle manifestazioni cittadine che si sono svolte ieri in tutto il Paese a seguito degli attentati terroristici dei giorni scorsi a Parigi. “Quale società vogliamo costruire insieme?”, si intitola così la dichiarazione. “La scorsa settimana - scrivono i vescovi - il terrorismo ha colpito e la morte ha fatto irruzione nel cuore della nostra società. L‘attacco contro Charlie Hebdo, la presa degli ostaggi e le uccisioni sono drammi che segnano tutti coloro che credono ai valori che sono alla base del vivere insieme”. I vescovi guardano con speranza alla manifestazione di ieri a Parigi organizzata “intorno ai principi fondamentali che plasmano la nostra società”. E scrivono: “Anche noi abbiamo preso parte a questo slancio e lo sosterremo ancora”. “Tutte le libertà - scrivono i vescovi - sono intrinsecamente legate le une con le altre. La libertà di stampa, resta uno dei pilastri su cui si poggia una società solida, aperta al dibattito democratico, capace di dare spazio ad ogni persona nel rispetto della sue origini, della sua religione e delle sue differenze. E’ la Francia rispettosa di tutti ad essere stata colpita a morte. È per questa Francia che dal mondo intero sono state espresse testimonianze di solidarietà e vicinanza; è questa Francia che domenica ha ridetto la sua adesione profonda ai valori di libertà, uguaglianza e fraternità. Arriverà il momento in cui dovremo avere il coraggio di interrogarci per capire come la Francia ha potuto far crescere nel suo seno tali focolai di odio”. Dopo gli attentati di Parigi, la Francia ha un grande lavoro da fare. “Dobbiamo interrogarci - scrivono i vescovi - su quale progetto di società vogliamo costruire il nostro futuro. Quale società vogliamo far nascere insieme? Quale spazio vogliamo riservare ai più deboli, agli esclusi, alle differenze culturali? Quale cultura vogliamo trasmettere alle generazioni che ci seguiranno? Quale ideale di comunità umana, proponiamo ai giovani?”. Il “giorno dopo” la grande manifestazione parigina con i suoi milioni di partecipanti, i vescovi invitano a “moltiplicare gli sforzi nell’ambito educativo, coscienti che questo è il maggior impegno per oggi e per domani. È insieme che costruiamo la società di domani. Non gli uni contro gli altri ma gli uni con gli altri”.