Chiesa

Libertà religiosa. I vescovi europei all'Onu: stop alle atrocità in Iraq

mercoledì 13 agosto 2014
La comunità internazionale prenda urgentemente “delle decisioni che pongano fine agli atroci atti contro i cristiani e altre minoranze religiose in Iraq”: è quanto scrive il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), in una lettera aperta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Una copia della missiva sarà consegnata a diversi governi europei e alle autorità dell’Ue, chiedendo loro di unirsi a questo appello. Con tale iniziativa – spiega una nota – “i vescovi del Ccee auspicano che anche altre sedi istituzionali, culturali e religiose si uniscano a questa condanna di quanto sta accadendo circa la violazione del diritto alla vita, alla sicurezza e alla libertà religiosa”. È urgente – ribadiscono i presuli – intraprendere concrete misure umanitarie per rispondere alla situazione disperata dei cristiani iracheni, con l’auspicio che “anche in questo caso la comunità internazionale sia in grado di rispondere con una rapida assistenza ai molti rifugiati e garantisca la loro sicurezza nel ritornare alle loro città e case”. La Chiesa cattolica in Europa esprime, inoltre, la sua vicinanza a quanti stanno vivendo momenti di paura e terrore, impegnandosi a compiere ed a continuare ad offrire gesti di solidarietà e di sostegno a persone e famiglie in sofferenza. I vescovi europei assicurano, quindi, la loro preghiera per la pace e con determinazione lanciano un appello alle Nazioni Unite, chiedendo loro di agire con la necessaria urgenza a vantaggio di tutte le vittime della guerra e della violenza che stanno soffrendo e aspettano la solidarietà del mondo. Ulteriori appelli per la pace in Iraq sono stati lanciati anche da alcune singole Conferenze episcopali europee, a partire da quella italiana che ha indetto una Giornata di preghiera per il 15 agosto, e come quella della Svizzera (Ces): in una nota, i presuli si dicono “costernati” di fronte “alla morte, alla paura ed alla miseria alle quali sono esposti i cristiani ed altre minoranze nel nord dell’Iraq”. Ribadendo la necessità di “un intervento urgente della comunità internazionale”, la Chiesa elvetica esorta i fedeli locali ad aiutare la popolazione irachena, sia con la preghiera che attraverso le organizzazioni caritative. “La preoccupazione dei cristiani – spiega la Ces – riguarda tutte le persone in difficoltà, senza distinzione di religione, perché chiunque veda la propria vita minacciata deve poter beneficiare del nostro aiuto e della nostra attenzione”. Sulla stessa linea anche la Chiesa cattolica di Francia, i cui vescovi – insieme alla Caritas locale e ad altri organismi caritativi, come l’Oeuvre d’Orient – rilanciano l’appello di Papa Francesco a “porre fine alle violenze e ad instaurare una pace duratura e giusta in Iraq, a Gaza ed in Siria”. Elencando i già numerosi aiuti distribuiti nelle regioni mediorientali devastate dal conflitto, la Chiesa d’Oltralpe invita poi tutti i fedeli ad unirsi in preghiera il 15 agosto, affidando alla Vergine Maria i cristiani iracheni e tutte le comunità del Medio Oriente e della Siria che “stanno vivendo una Via Crucis”.