Chiesa

UDIENZA. Il Papa: «Non si diventa cristiani in laboratorio»

mercoledì 11 settembre 2013
"Non diventiamo cristiani in laboratorio, il cristiano non è un isolato" e la "fede è un dono che viene dato nella Chiesa e con la Chiesa". Il Papa all'udienza generale in piazza San Pietro, davanti a oltre 50mila persone, ha approfondito l'idea della Chiesa del "legame vitale" che deve esserci tra Chiesa e cristiani. E ha rilanciato l'osservazione, a lui cara, sul fatto che non si può dire sì a Dio e no alla Chiesa. Non ha senso, ha commentato, dire "credo in Dio ma non nella Chiesa", perché, come era "più chiaro nei primi secoli del cristianesimo", "la Chiesa mentre è madre dei cristiani, mentre fa cristiani, è anche fatta da essi, la Chiesa non è qualcosa di diverso da noi stessi, ma va vista come la totalità dei credenti, io tu, tutti noi siamo parte della Chiesa". "Il cristiano non è un isolato - ha aggiunto - né diventiamo cristiani con le nostre forze: la fede è un dono di Dio che viene dato nella Chiesa e con la Chiesa".Nei saluti nelle diverse lingue papa Bergoglio ha rimarcato l'invito a "rafforzare il senso di appartenenza alla Chiesa". Ha ribadito che "non si appartiene alla chiesa come a un partito, una associazione, una organizzazione", e che il cristiano ha con la chiesa un "legame vitale, come quello che si ha con la propria mamma". Per questo alla Chiesa, come alla mamma, bisogna perdonare i "difetti" e aiutarla a migliorare. E per questo è importante ricordare la data del proprio battesimo, come il giorno in cui la Chiesa "ci ha partorito alla fede".Il Papa latinoamericano ha chiesto quanti si ricordano la data del battesimo e di fronte alle poche mani alzate ha dato come "compito a casa" la ricerca della data, per poterla festeggiare. Subito prima di concludere la catechesi, ha chiesto alla piazza di ripetere tutti insieme "evviva la Santa Madre Chiesa, tutti, viva la Santa Madre Chiesa". Questo suo invito ha suscitato applausi, ma non molti hanno ripetuto a voce alta "evviva la Santa Madre Chiesa".Nei saluti per i pellegrini arabi, papa Francesco ha salutato quelli "provenienti dalla Siria, dal Libano e dall'Iraq", chiedendo loro di testimoniare che la violenza non sconfiggerà mai colui che ha sconfitto la morte, Gesù. Papa Bergoglio era arrivato in piazza poco dopo le 9,30 e prima di iniziare l'udienza si è trattenuto per quasi tre quarti d'ora a salutare fedeli e soprattutto bambini. Dopo la catechesi giro davanti alle transenne, incontrando persone che gli hanno portato i doni più disparati, tra cui un cassetto con asciugamani multicolori, un thermos e una tazza, un vasetto forse di marmellata. Molti gli oggetti portategli per la benedizione. Come sempre gli ultimi saluti sono stati, pochi minuti dopo le 13, per i malati radunati prima dell'Arco delle campane.