Chiesa

Messaggio dei vescovi. La Toscana da «ripensare». Vita, famiglia e giovani le priorità

Riccardo Bigi, Firenze giovedì 30 luglio 2020

Firenze

Attenzione alla vita «in ogni sua condizione, soprattutto quando è nella debolezza e nella fragilità, riconoscendo la dignità di ogni persona come bene irrinunciabile». È uno dei temi su cui la Conferenza episcopale toscana (Cet) richiama l’attenzione in un messaggio diffuso ieri.

«Dopo le dolorose esperienze di questi mesi – scrivono i vescovi – molti si chiedono se non sia il caso di ripensare i modelli sociali, economici e culturali che hanno caratterizzato sinora la convivenza sociale e la vita delle persone. Come vescovi toscani ci sentiamo di proporre alcune riflessioni che possano essere di orientamento per tale ripensamento, anche in vista delle prossime elezioni regionali» che si terranno a settembre.

La nota della Cet, presieduta dal cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, pone l’accento sul declino demografico che coinvolge tutta l’Italia e che vede proprio la Toscana tra le regioni più colpite: una situazione che richiede «un forte rilancio delle politiche per i giovani e per la famiglia, come pure nel riaffermare che la vita di un essere umano va difesa, accolta e tutelata sempre, sin dal suo concepimento».

Per favorire la natalità e il rispetto della vita, aggiungono i vescovi, «occorrono concrete politiche ricche di coraggiose iniziative a favore delle famiglie. Abbiamo visto, durante il lockdown, quanto siano stati preziosi i legami familiari, e quanto la solitudine delle persone, e degli anziani in particolare, sia un peso faticoso da portare».

Il messaggio invita quindi a «non trascurare le situazioni di povertà, disagio ed emarginazione, e a guardare con attenzione le difficoltà che nascono dalla mancanza o dalla precarietà del lavoro. Auspichiamo che il bisogno di rinascita, che appartiene al sentire diffuso in questo tempo, tenga particolare conto delle “periferie umane” che sono state duramente colpite e che faticano a uscire dall’emergenza».

I vescovi parlano anche dell’organizzazione del sistema sociosanitario sottolineando «il ruolo che il mondo cattolico ha avuto in questi mesi»: le diocesi stesse, attraverso le Caritas, ma anche le confraternite e le altre realtà di solidarietà hanno svolto un’opera importante che deve essere «riconosciuta e promossa».

L’attenzione all’ambiente passa attraverso quell’«ecologia integrale» indicata da papa Francesco nella Laudato si’: i vescovi toscani sottolineano la «connessione tra crisi ambientale, crisi sociale e crisi antropologica» e si chiedono «se non sia doveroso alleggerire i centri urbani e favorire un ritorno nelle campagne, rivitalizzando così i piccoli centri, assicurando i servizi essenziali».

L’auspicio soprattutto è che possa essere ripensato «il modello di sviluppo finora imperante, che nella ricerca del profitto ha troppo emarginato le persone e quindi il lavoro. Ci illuminino principi quali la giustizia, l’inclusione, la solidarietà, la sussidiarietà, la partecipazione, il bene comune».

Un richiamo anche ai giovani e alla scuola evidenziando come «tante realtà (scuole paritarie ndr) nate dagli istituti di vita religiosa, come pure in ambito parrocchiale o ecclesiale, svolgano un servizio che è rivolto all’intera cittadinanza e che deve essere riconosciuto e sostenuto come parte integrante del sistema scolastico regionale».

Un invito, infine, al dialogo interculturale e interreligioso: «Quanti vengono a vivere in terra toscana – il riferimento ai migranti – sono una risorsa da accogliere e valorizzare, non un pericolo da temere, come potrebbe accadere se venissero abbandonati a se stessi. L’ottica dell’accoglienza e del dialogo impone una netta ripulsa di ogni espressione di antisemitismo e di odio razziale. L’imperativo è di farsi prossimi a tutti, senza frapporre frontiere etniche, culturali, religiose. Alla politica spetta una responsabilità particolare nel promuovere, anche nella comunicazione, il rispetto e la mitezza, evitando ogni forma di odio e discriminazione».