Chiesa

Mediterraneo. «Sogno una “Carta di Firenze” per la pace firmata da vescovi e sindaci»

Giacomo Gambassi martedì 16 novembre 2021

Il cardinale Giuseppe Betori, il rabbino Gad Fernando Piperno, l'imam Izzedin Elzir e il sindaco Dario Nardella a Firenze per invocare la fine della pandemia nell'aprile 2020

«Il Papa sarà a Firenze non per incontrare i capi di Stato e di governo oppure i leader religiosi ma per essere accanto a chi è in prima linea: i vescovi e i sindaci del Mediterraneo. Lo considero un messaggio potente che già parte da qui». Il sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella, darà il benvenuto a Francesco il 27 febbraio a Palazzo Vecchio dove il Pontefice incontrerà i pastori e i primi cittadini dei Paesi affacciati sul grande mare che nelle giornate precedenti si sono confrontati sulle sfide del bacino. A Nardella si deve il convegno internazionale dei sindaci di cento città del Mediterraneo che si affiancherà all’evento organizzato dalla Cei. Un doppio forum, ecclesiale e civile, che si intreccerà di fronte al Papa. «E sogno – racconta Nardella – che vescovi e sindaci possano arrivare a una “Carta di Firenze”, un documento comune con propositi e progetti chiari da consegnare nelle mani di Francesco come segno di impegno comune. Ne ho parlato anche con il cardinale Gualtiero Bassetti...».

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella - Ansa

Sindaco, l’appuntamento si ispira alle intuizioni del suo predecessore Giorgio La Pira.

La Pira è stato sindaco a Firenze in un momento drammatico per la storia del mondo. Erano gli anni della Guerra fredda e della paura del nucleare. In quel clima aveva voluto prima l’incontro dei sindaci delle capitali mondiali durante il quale era avvenuta la stretta di mano fra il cardinale Elia Dalla Costa, il sindaco di Mosca e il vicesindaco di Washington; e poi aveva promosso i “Colloqui mediterranei”. Oggi in un contesto diverso ma altrettanto problematico, Firenze torna protagonista in un percorso di riconciliazione fra i popoli. Chissà come gioirebbe La Pira nel vedere il Papa presente a un’iniziativa che nasce dalla sua visione profetica.

Vescovi e sindaci insieme. Che cosa dice tutto questo al Mediterraneo e al mondo?

Dice che il dialogo è possibile e che il fattore religioso non può essere mai usato per giustificare guerre, scontri, persecuzioni. A febbraio i pastori del bacino si troveranno a confrontarsi con sindaci dei loro stessi Paesi ma che hanno fedi diverse. È un avvenimento di portata storica. Infatti avremo sindaci cristiani, musulmani ed ebrei: a testimonianza di come le tre grandi religioni monoteiste trovino la loro origine nel Mediterraneo. Sarà un esperimento di diplomazia delle città che può portare frutti significativi.


Si terrà a Firenze dal 23 al 27 febbraio il secondo incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” promosso dalla Cei che porterà in Toscana i vescovi delle Chiese affacciate sul grande mare in rappresentanza di tre continenti (Europa, Asia e Africa). Al centro dell’incontro, ispirato alle intuizioni del "profeta di pace" Giorgio La Pira, il tema della cittadinanza letta alla luce della fraternità fra i popoli in un'area segnata da guerre, persecuzioni, emigrazioni, sperequazioni. Assieme ai vescovi, arriveranno a Firenze i sindaci delle città del Mediterraneo per un forum “parallelo”. Il doppio appuntamento sarà concluso da papa Francesco domenica 27 febbraio con la sua visita a Firenze


Bergoglio incontrerà a Palazzo Vecchio anche un gruppo di profughi.

È un evento nell’evento. Lo ringrazio sentitamente. Vogliamo mostrare al Papa come Firenze sia una città aperta: è la polis dell’umanesimo integrale o la “seconda Gerusalemme”, come la definiva La Pira. In queste settimane siamo impegnati nell’accoglienza degli afgani in fuga dai taleban. Ma il Papa potrà dialogare con rifugiati di varie parti del mondo che sono ospiti anche dall’arcidiocesi di Firenze con cui abbiamo un rapporto stretto sotto tutti i punti di vista.

A Bari nel 2020 l'incontro per la pace nel Mediterraneo con i vescovi del bacino - Avvenire

Come sta organizzando l’incontro dei sindaci?

Gli inviti sono partiti. Destinazione: i sindaci di cento città del Mediterraneo. E abbiamo già le prime conferme: come quella del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, o della prima sindaca donna di Tunisi, Souad Abderrahim.

Il programma?

Gli arrivi sono previsti il 23 febbraio, mentre i lavori inizieranno il giorno successivo e si terranno a Palazzo Vecchio. Sabato 26 si svolgerà l’incontro fra sindaci e vescovi, mentre domenica 27 è il grande giorno con il Papa.

Quali le emergenze del Mediterraneo che entreranno nell’agenda?

Pensare oggi al Mediterraneo significa far riferimento ai migranti che passano da un continente all’altro e che spesso muoiono in mare; alle guerre che si combattono lungo le sponde, a partire dal conflitto israelo-palestinese; alle tensioni civili che minano le società, come in Libia o in Tunisia; ai drammi ambientali, come quello di Catania, città del Mediterraneo sconvolta qualche settimana fa dai cambiamenti climatici. La pace, l’ambiente, la cooperazione allo sviluppo, la cultura saranno i quattro capisaldi dell’incontro che sullo sfondo avrà anche la crisi Covid.