Chiesa

Sinodo. Baldisseri: «Sinodo scelte coraggiose»

Mimmo Muolo venerdì 23 gennaio 2015
​Sarà pubblicato a giugno l’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo ordinario sulla famiglia. L’annuncio lo ha dato ieri il segretario generale del Sinodo, cardinale Lorenzo Baldisseri, intervenendo alla primo Convegno internazionale dei movimenti familiari, organizzato a Roma dal Pontificio Consiglio per la famiglia. Il porporato, dopo il suo intervento incentrato sulla Relatio Synodi (cioè il documento finale) della recente assemblea sinodale straordinaria, ha risposto ad alcune domande della platea, sottolineando che c’è tempo fino al 15 aprile per rispondere alle 46 domande che insieme alla Relatio costituiscono i Lineamenta. «Siamo in cammino – ha aggiunto – e anche la metodologia è in cammino. Riteniamo, infatti, che questo periodo tra i due Sinodi sia il più importante». Perciò Baldisseri ha invitato i membri dei movimenti familiari di tutto il mondo a contribuire alla riflessione, prendendo in mano le domande. A partire da quella fondamentale che è anche la prima: «La descrizione della realtà della famiglia presente nella Relatio Synodi corrisponde a quanto si rileva nella Chiesa e nella società di oggi? Quali aspetti mancanti si possono integrare?».«Nel cammino di riflessione – ha sottolineato il cardinale –, occorre che teniamo presenti le situazioni di quei fedeli che, pur vivendo situazioni matrimoniali irregolari, desiderano partecipare sempre più pienamente alla vita della Chiesa e sono disposti ad impegnarsi seriamente in un percorso progressivo. È necessario, dunque, che nessuno si sottragga al compito di cercare e indicare possibili soluzioni alle tematiche sensibili affrontate dai Padri sinodali». «Approfondiamo ciò che i Padri hanno presentato come frutto dell’Assemblea Straordinaria – ha esortato Baldisseri –, dando il nostro contributo anche nella ricerca di "scelte pastorali coraggiose", in particolare nella cura delle famiglie ferite».Parlando quindi a margine con l’Ansa, il porporato ha anticipato che in attesa delle risposte delle Conferenze episcopali e in vista dell’assemblea di ottobre, «ci sono gruppi di studio a diversi livelli qui a Roma che affronteranno i temi più sensibili, soprattutto quelli che riguardano i punti che non hanno avuto la maggioranza qualificata», cioè la possibilità di dare la comunione ai divorziati risposati e le famiglie che abbiano al loro interno persone gay. Al Sinodo dello scorso ottobre, ha ricordato infatti il segretario generale del Sinodo nella sua relazione, dell’omosessualità si parlato esclusivamente in questi termini. «Non c’è invece spazio per l’ideologia del gender», mentre l’Humanae vitae, ha detto in riferimento alla risonanza delle dichiarazioni del Papa, «fa già parte dei temi sinodali. E anche l’aborto e l’eutanasia». Questioni postegli dalle domande della platea.La quale platea era composta da oltre 500 persone in rappresentanza di 80 movimenti e associazioni di 28 Paesi dei cinque continenti. Il presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, nel presentarli, ha ricordato che il più antico movimenti familiare fra i presenti è la Comunitade Sagrada Familia, nata nel 1892. Il più recente è del 2014 e si chiama International Catholic Engaged Encounter. «Ma solo poco più di dieci – ha fatto notare – sono nati prima degli anni 50 del secolo scorso, mentre la gran parte è sorta dopo il Concilio Vaticano II. Credo che sia utile iniziare a raccogliere e a comunicarci le nostre diverse esperienza perché sono senza dubbio una ricchezza straordinaria per la Chiesa».«Dobbiamo riconoscere – ha aggiunto Paglia – che i primi a mettere in atto una vera e propria pastorale familiare consapevole sono stati i movimenti. Hanno fatto venire alla luce temi come la spiritualità familiare e, sulla scia del Concilio Vaticano II, si è sviluppato un largo movimento che ha sostanziato la pastorale familiare». Oggi Papa Francesco, con la celebrazione di un Sinodo in due tappe, «ha spalancato le porte». «Siamo in un momento straordinario – ha concluso l’arcivescovo –, un tempo di grazia che dobbiamo vivere con pienezza».