Chiesa

Festa a Pozzaglia Sabina (Rieti). Sant'Agostina, martire della carità

Enrico Lenzi sabato 10 settembre 2022

Beatificata 50 anni fa da Paolo VI apparteneva alle suore fondate da santa Giovanna Thouret. Operò all’ospedale Santo Spirito di Roma. Dal 2003 proclamata patrona degli infermieri d’Italia Sant’Agostina con un malato

Paolo VI la definì una «martire della carità» - perché si spese fino all’ultimo per un atto di carità - e Giovanni Paolo II la proclamò «patrona degli infermieri d’Italia». Domenica a Pozzaglia Sabina, in provincia di Rieti, santa Agostina Pietrantoni, religiosa delle Suore della carità fondate da santa Giovanna Antida Thouret, sarà ricordata con una solenne concelebrazione presieduta dal vescovo di Tivoli e di Palestrina Mauro Parmeggiani, in occasione del 50° della beatificazione.

Era il 12 novembre 1972 quando Paolo VI presiedette la beatificazione della religiosa, che per otto anni svolse il suo ministero di infermiera nell’ospedale Santo Spirito di Roma. Una dedizione speciale e straordinaria verso malati, spesso destinati sol-tanto alla morte, che suor Agostina (nata Livia) seguiva con una grande dedizione. Fu proprio un ex ricoverato, Giuseppe Romanelli, allontanato dall’ospedale per il suo comportamento violento anche contro la religiosa, a tenderle un agguato il 13 novembre 1894 uccidendola con sette coltellate. Suor Agostina ebbe solo il tempo di perdonare il suo aggressore e morì poco dopo. Aveva solo trent’anni. Era infatti nata a Pozzaglia Sabina il 27 marzo 1864 e sin da bambina mostrò il desiderio di aderire alla vita religiosa. A 22 anni entra come postulante nella Casa Generalizia delle Suore della carità di santa Giovanna Antida Thouret: era il 23 marzo 1886. L’anno successivo diventa suor Agostina e viene inviata proprio all’ospedale Santo Spirito, dove la famiglia religiosa femminile prestava il suo servizio dal 1844 chiamata a questo da papa Gregorio XVI (vi sono rimaste fino al 2002). Suor Agostina è ricordata per lo stile, la pazienza e la vicinanza ai malati ricoverati nei cinque saloni di sua competenza. Sempre pronta a essere presente accanto ai sofferenti, anche questi non le risparmiavano ingiurie e violenze all’interno di un clima che in quegli anni (era poco dopo la Breccia di Porta Pia) a Roma era fortemente anticlericale.

Proprio il suo stile e il suo servizio hanno convinto Giovanni Paolo II a proclamarla patrona degli infermieri d’Italia nel 2003. Lui stesso aveva presieduto il rito di canonizzazione della suora della carità il 18 aprile 1999. E proprio a medici, infermieri e personale ospedaliero è rivolto l’invito a essere presenti oggi alle 11.15 nella parrocchia San Nicola di Bari a Pozzaglia Sabina, località dove è custodito il corpo della santa. Non solo un’occasione per onorare la propria patrona, ma anche per ricevere il ringraziamento della comunità locale per il servizio svolto negli ospedali soprattutto durante i difficili mesi di inizio pandemia. La giornata di domani è stata per questo definito la «Festa dei camici bianchi» ed è promossa dalle Suore della carità; dall’Associazione “Fedeli di Santa Agostina APS”, dalla parrocchia di san Nicola e dal Comune di Pozzaglia Sabina. La Messa sarà preceduta alle 10 da un concerto tenuto dalla corale della diocesi di Tivoli, mentre questa sera alle 21.30 è prevista una Veglia di preghiera in piazza Santa Agostina. La giornata di festa a Pozzaglia Sabina si concluderà alle 17.30 con la recita del Vespri in parrocchia.