Chiesa

Santa Marta 19 novembre. "Maledetti coloro che fanno guerre"

Alessandro De Carolis, Radio Vaticana giovedì 19 novembre 2015
​“Tutto il mondo” oggi “è in guerra”, per la quale “non c’è giustificazione”. E il rifiuto  della “strada della pace” fa sì che Dio stesso, che Gesù stesso, piangano. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa celebrata questa mattina in Casa Santa Marta. Il servizio di Alessandro De Carolis, per la Radio Vaticana.
“Gesù ha pianto”. Comincia con queste tre parole una delle più dolenti omelie da Santa Marta. Nel Papa risuona l’eco del Vangelo di Luca appena letto, un brano tanto breve quanto commosso.
Il mondo truccato a festaGesù si avvicina a Gerusalemme e – probabilmente da un punto sopraelevato che gliela offre alla vista – la osserva e piange, rivolgendo alla città queste parole: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi”. Francesco le ripete una a una e soggiunge:
“Ma anche oggi Gesù piange. Perché noi abbiamo preferito la strada delle guerre, la strada dell’odio, la strada delle inimicizie. Siamo vicini al Natale: ci saranno luci, ci saranno feste, alberi luminosi, anche presepi … tutto truccato: il mondo continua a fare la guerra, a fare le guerre. Il mondo non ha compreso la strada della pace”.
Guerra per le tasche dei trafficantiSono intuibili i sentimenti del Papa, identici a quelli di gran parte del mondo in questi giorni, in queste ore. Francesco ricorda le commemorazioni recenti sulla seconda guerra mondiale, le bombe di Hiroshima e Nagasaki, la sua visita a Redipuglia l’anno scorso per l’anniversario della Grande Guerra. “Stragi inutili”, ripete con le parole di Papa Benedetto. “Dappertutto c’è la guerra, oggi, c’è l’odio”, constata. E poi dà voce a una domanda: “Cosa rimane di una guerra, di questa, che noi stiamo vivendo adesso?”:
“Cosa rimane? Rovine, migliaia di bambini senza educazione, tanti morti innocenti: tanti!, e tanti soldi nelle tasche dei trafficanti di armi. Una volta, Gesù ha detto: ‘Non si può servire due padroni: o Dio, o le ricchezze’. La guerra è proprio la scelta per le ricchezze: ‘Facciamo armi, così l’economia si bilancia un po’, e andiamo avanti con il nostro interesse’. C’è una parola brutta del Signore: ‘Maledetti!’. Perché Lui ha detto: ‘Benedetti gli operatori di pace!’. Questi che operano la guerra, che fanno le guerre, sono maledetti, sono delinquenti. Una guerra si può giustificare – fra virgolette – con tante, tante ragioni. Ma quando tutto il mondo, come è oggi, è in guerra, tutto il mondo!: è una guerra mondiale – a pezzi: qui, là, là, dappertutto … - non c’è giustificazione. E Dio piange. Gesù piange”.
Il mondo pianga per i suoi crimini“E mentre i trafficanti di armi fanno il loro lavoro – prosegue Francesco – ci sono i poveri operatori di pace che soltanto per aiutare una persona, un’altra, un’altra, un’altra, danno la vita”. Come fece “un’icona dei nostri tempi, Teresa di Calcutta”. Contro la quale pure, osserva, “con il cinismo dei potenti, si potrebbe dire: ‘Ma cosa ha fatto quella donna? Ha perso la sua vita aiutando la gente a morire?”. Non si capisce la strada della pace…”:
“Ci farà bene anche a noi chiedere la grazia del pianto, per questo mondo che non riconosce la strada della pace. Che vive per fare la guerra, con il cinismo di dire di non farla. Chiediamo la conversione del cuore. Proprio alla porta di questo Giubileo della Misericordia, che il nostro giubilo, la nostra gioia sia la grazia che il mondo ritrovi la capacità di piangere per i suoi crimini, per quello che fa con le guerre”.