Chiesa

Napoli. L'antico affresco di santa Maria della Sanità torna nella cripta restaurata

Rosanna Borzillo martedì 30 maggio 2017

La cripta restaurata

Accanto al Crocifisso, sull’altare, l’effigie di santa Maria della Sanità, l’affresco paleocristiano, risalente al V secolo dopo Cristo, la testimonianza che lega la Vergine alla basilica nel cuore del quartiere Sanità a Napoli. Ieri, ad aprire il momento di preghiera ecumenica per ricollocare, dopo venticinque anni l’immagine della Madonna nella splendida cripta restaurata, l’orchestra Sanitansamble (il miracolo nel miracolo), ottanta tra bambini, adolescenti e giovani, recuperati grazie alla musica, in un quartiere rinato e riscattato.


Dopo l’esibizione ecco la sacra effigie, dipinta pochi anni dopo quel Concilio che si tenne ad Efeso nel 432, e che ribadì con forza l’unità della Chiesa. Ieri, proprio qui è stata ricollocata, - alla presenza del vescovo ausiliare monsignor Gennaro Acampa, della pastora luterana di Napoli luterana Kirsten Thiele, del sottosegretario alla Cultura Antimo Cesaro e del soprintendente alle Belle arti e al paesaggio Luciano Garella - la Madonna della Sanità, nella cripta anch’essa restaurata.

Alla luce i seicenteschi affreschi di Bernardino Fera, allievo di Francesco Solimena, raffiguranti le storie dei martiri Benedetta, Almachio, Cirilla, Liberato da un lato, e le decapitazioni di Artemio, Fortunato, Ciriaco dall’altro.


L’immagine della Madonna, venerata a partire dalla metà del cinquecento, dapprima nelle catacombe e poi in tutta la città, convinse l’allora vescovo di Napoli Paolo Burali d’Atrezzo ad affidare a fra Nuvolo, noto architetto domenicano dell’epoca, l’edificazione dell’imponente basilica della Sanità che inglobò le catacombe di san Gennaro e san Gaudioso.

Qui nella cripta, intitolata a quel vescovo del Nord Africa, san Gaudioso, naufragato e vissuto nel centro partenopeo fino alla morte, tutto sa di riscatto e speranza. Qui i giovani della Sanità inaugureranno un nuovo percorso dove condurre fedeli e turisti, alla riscoperta di un quartiere dove è possibile lavorare, sperare e vivere.

«Mai come in questi giorni di sbarco siamo fieri di inaugurare una cripta dove donne e uomini in fuga dall’Africa approdarono miracolosamente con barche improvvisate e senza remi – commenta il parroco di santa Maria della Sanità don Antonio Loffredo –. Ci sembra significativo che i nostri giovani raccontino, a chi verrà a visitare le catacombe, la memoria di un santo che rimanda a una storia tanto antica e tanto nuova, fatta più di abbracci che di respingimenti». E tra gli affreschi una nota che riporta all’attualità: restaurato anche l’'Allegoria della morte', che si dice abbia ispirato Totò nella composizione de ’A livella.