Chiesa

Sant'Egidio . La preghiera interreligiosa per la pace: «Popoli fratelli, terra futura»

Luca Liverani lunedì 27 settembre 2021

Roma, 20 ottobre 2020. In Campidoglio papa Francesco e il patriarca ecumenico della Chiesa Ortodossa Bartolomeo I

Un incontro internazionale tra i leader delle principali religioni del mondo, che avrà come coordinate i temi affrontati da papa Francesco nelle due encicliche Fratelli tutti e Laudato si'. Sarà infatti «Popoli fratelli, terra futura. Religioni e culture in dialogo» il titolo del 35° meeting interreligioso di preghiera per la pace che dal 1986 la Comunità di Sant'Egidio organizza per tenere vivo quello "spirito di Assisi" che ha caratterizzato la prima edizione voluto da san Giovanni Paolo II nella città di San Francesco. Dopo l'edizione virtuale del 2020 causa pandemia, l'incontro quest'anno sarà in presenza.

L’incontro internazionale si aprirà a Roma nel pomeriggio del 6 ottobre al centro congressi della Nuvola all’Eur e proseguirà la mattina del 7 con quattro forum dedicati a dialogo, pace, ambiente e giovani generazioni. Al meeting parteciperanno, tra gli altri, anche l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il consigliere speciale del segretario generale dell’Onu, Jeffrey Sachs, e la ministra degli Esteri della Tanzania, Liberata Mulamula.
Nella parte conclusiva dell’incontro, nel pomeriggio del 7 ottobre davanti al Colosseo, interverrà anche Papa Francesco, che presenzierà la preghiera ecumenica dei cristiani, prima di unirsi ai leader delle altre religioni mondiali come il grande imam dell’università di Al Azar (Il Cairo), Al Tayyeb, il patriarca ortodosso Bartolomeo I e il presidente della conferenza dei rabbini europei Pinchas Goldschmidt, insieme ad esponenti buddisti e induisti. La cerimonia finale sarà introdotta dagli interventi del fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi e della cancelliera tedesca Angela Merkel. Invitato anche il presidente del consiglio Mario Draghi.

«Vorremmo aprire una prospettiva per guardare insieme al mondo che sta uscendo dalla pandemia», dichiara il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo presentando l’incontro. A partecipare non saranno solo leader religiosi, ma anche personalità della cultura e delle istituzioni da 40 paesi del mondo. «C’è bisogno di incontrarsi di persona all’insegna del dialogo tra i leader delle diverse religioni per guardare al futuro - dice Impagliazzo - ma anche di ascoltare insieme il grido degli ultimi per capire il vero stato del mondo. I temi della fraternità universale e della cura dell’ambiente emergono con chiarezza come preoccupazione comune di tutte le religioni e al tempo stesso come via d’uscita dalla pandemia».

All’incontro parteciperanno persone di ogni età, tra cui studenti liceali e universitari e centinaia di giovani da tutta Europa: per Impagliazzo «non si tratta solo di ascoltare la sete di pace, che sale da tanti paesi in guerra, ma anche di incoraggiare gli operatori di pace sparsi nel mondo, per lavorare insieme al superamento della guerra». Impagliazzo annuncia che non si potrà non tenere presente la gravissima situazione dell'Afghanistan: «Lo stato in cui versa quel Paese, dopo vent'anni di guerra, dà ragione purtroppo a quello che diceva Giovanni Paolo II a proposito della guerra, "un'avventura senza ritorno". Dal 1986 il mondo è completamente cambiato, la la guerra è ancora una questione assolutamente centrale. La guerra è uno strumento vecchio, da mettere da parte quando si devono gestire le grandi questioni mondiali». Tra i temi affrontati anche quello dei profughi e dei rifugiati: «Il modello ecumenico dei corridoi umanitari è - rivendica Impagliazzo - uno dei frutti di questi incontri».