Chiesa

Rosario. Russo: la luce di Betlemme di fronte al timore del virus

Andrea Galli martedì 8 dicembre 2020

Il Rosario guidato da monsignor Russo

«Abbiamo pregato insieme il Rosario, ponendo le nostre preoccupazioni, le nostre sofferenze, le nostre attese, nelle mani della Vergine Immacolata. Abbiamo guardato in modo particolare alle donne e alle mamme, pilastri nelle famiglie e grembo di futuro». Così ha detto il segretario generale della Cei, il vescovo Stefano Russo, al termine della preghiera che ha guidato questa sera nella chiesa di Santa Maria Immacolata a Roma, in via Veneto – la prima chiesa della Capitale, tra l’altro, a essere stata dedicata «a Dio in onore dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria». Una preghiera trasmessa da TV2000 e InBlu Radio e in streaming sui siti di Avvenire, Agenzia Sir e i canali social della Cei, era stata annunciata lo scorso 1° dicembre al termine della sessione straordinaria del Consiglio permanente della Cei.

«La Madre del Signore ci spinge a guardare al domani con gli occhi di Dio, con uno sguardo di speranza» ha continuato Russo, «è Maria che ci insegna a leggere nei piccoli segni, anche in quelli meno visibili, la presenza incoraggiante del Padre; ci esorta a vivere con speranza, perché in ogni momento il Signore dona in abbondanza la sua misericordia». E «Maria è donna dell’Avvento: vive l’attesa del tempo nuovo senza aspettare che le cose accadano, ma come risposta attiva alla chiamata del Signore. È pienamente presente al suo tempo attraversando la prova come espressione piena dell’amore misericordioso di Dio».

Il presule ha ricordato che «noi sappiamo che Dio è fedele al suo amore, sempre. In questo tempo di prova che l’umanità intera sta attraversando, guardando a Maria comprendiamo che questo è anche il tempo nel quale possiamo essere segno dell’amore gratuito di Dio. Come Maria vogliamo vivere con fede forte e speranza salda questo tempo delicato, rinsaldando le relazioni fra di noi e con i fratelli che il Signore ci pone davanti nel cammino della vita, facendoci testimoni dell’amore trinitario di Dio, apportatore di comunione».

Così, «mentre incombe il timore nei confronti di un virus che toglie il fiato, a noi credenti è dato di far risplendere la luce vera che squarcia il buio delle tenebre: è la stessa luce che risplende nella notte di Betlemme. Come in Maria, il Padre ci avvolge con la grazia del suo amore: questo è l’abbraccio che sappiamo di avere ricevuto in Cristo e che ora vogliamo ricambiare con i bisognosi, con i dimenticati, con i sofferenti, con quanti cercano una parola di speranza».

«Vergine Immacolata, ti affidiamo i desideri più profondi del nostro cuore», è stata l’invocazione finale di Russo, «donaci la capacità di ascoltare anche in questo tempo la voce del Padre che ci accompagna con il suo amore e ci chiama ad una speranza che non delude. E con il tuo stesso stupore aiutaci a rispondere ogni giorno: «Eccoci, avvenga di noi secondo la tua parola».

Da notare una suggestiva coincidenza “giuseppina”. Era stato sempre Russo, lo scorso 19 marzo, a guidare la preghiera del Rosario, trasmessa in tv e in streaming, che la Cei aveva voluto come segno forte di fronte all’erompere della pandemia in Italia. Il tutto era avvenuto, appunto, nella festa di san Giuseppe. E ieri, con Russo che ha guidato nuovamente il Rosario trasmesso sui media Cei, in un altro momento critico per il Paese, il Papa ha pubblicato una Lettera apostolica e indetto un Anno speciale dedicato a san Giuseppe.