Chiesa

VENEZIA. Quaresima di digiuno. Anche dalle lotterie

Francesco Dal Mas sabato 3 marzo 2012
Nei venerdì di Quaresima saranno molte le chiese del Patriarcato di Venezia straordinariamente aperte durante la pausa pranzo per permettere, a lavoratori e non, di ritagliarsi un tempo e uno spazio per la preghiera. Una nuova modalità di digiunare: in chiesa, appunto. Ma il Patriarcato invita al digiuno non solo dal pranzo, anche dall’acquisto del «gratta e vinci e da tutti gli altri giochi collegati alla fortuna». L’azzardo rappresenta ormai un’emergenza: sociale, morale, anche economica (basti tener presente i pensionati che di mattina presto si presentano al casinò). Il fenomeno sta assumendo dimensioni enormi: 76,5 miliardi giocati nel 2011, in media 1.200 euro a persona, neonati compresi. «Proponiamo il digiuno in un tempo in cui tutti sognano la crescita - sottolinea don Gianni Fazzini della Pastorale diocesana degli stili di vita che promuove l’iniziativa insieme all’Ufficio missionario, quello per l’Evangelizzazione e la catechesi, la Pastorale sociale e del lavoro e la Caritas diocesana -. È infatti sicuramente importante che l’economia funzioni, ma personalmente dobbiamo essere anche capaci di essere distaccati dal possesso dei beni». Ed è un’occasione, come segnala la locandina dell’iniziativa, per una «decrescita consapevole». La crisi attuale può diventare lo stimolo per rivedere i nostri stili di vita. Il modello economico punta allo sviluppo, ma la terra ha risorse finite e chiede di essere rispettata e salvaguardata. La decrescita sta avvenendo in ogni caso - viene fatto osservare in Patriarcato - ci sono fabbriche che chiudono anche nel Veneziano, anzi più qui che altrove, servizi che vengono tagliati. Ma come cristiani abbiamo le risorse spirituali per ripensare ad una nuova qualità della vita, per rivedere i nostri consumi, soprattutto quelli indotti, riflettendo sulle cose e sui valori che ci fanno stare veramente bene. Quanto specificatamente all’azzardo, don Fazzini fa notare che «si perde il senso del lavoro per soddisfare il bisogno del pane quotidiano e si punta invece sulla fortuna. Non si conta più allora sulle proprie energie e sull’amore di Dio, ma su una dea bendata. E il risultato è uno svilimento spirituale grossissimo». «Digiuna e condivi per un mondo più giusto»: è il motto che accompagna il cammino della Quaresima nel Patriarcato. L’invito molto forte è a riscoprire i gesti canonici - la preghiera, il digiuno e la carità - di questo tempo penitenziale. Viene rilanciata l’iniziativa Venerdigiuniamo con la proposta di rinunciare al pranzo ogni venerdì di Quaresima per fermarsi e cercare un luogo adatto o una chiesa aperta per dedicare la pausa al digiuno e, appunto, alla preghiera, aiutati da una traccia appositamente preparata: il valore del pranzo può essere, quindi, devoluto alla raccolta quaresimale di offerte (Un pane per amor di Dio) che andrà a sostenere le attività missionarie.