Chiesa

Il caso. Bufera sull'arcivescovo di Parigi che rimette il mandato a papa Francesco

Daniele Zappalà sabato 27 novembre 2021

L’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit

La notizia ha scosso venerdì la Chiesa francese, già reduce da mesi molto difficili. Monsignor Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi, ha deciso di «mettere» il proprio incarico «nelle mani del Santo Padre», come ha spiegato venerdì in un’intervista al quotidiano La Croix, nella scia di rivelazioni apparse in giornata sul quotidiano Le Figaro, a proposito di un’inchiesta dai contenuti imbarazzanti sull’arcivescovo da parte del settimanale conservatore Le Point.

Un’inchiesta che contiene pure accuse circa una relazione sentimentale risalente al 2012, all’epoca in cui Aupetit occupava a Parigi la carica di vicario generale dell’arcidiocesi. Due giorni fa l’arcivescovo Aupetit ha inviato una lettera al Papa, come ha egli stesso confermato, indicando d’aver prima consultato il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, così come il nunzio a Parigi, monsignor Celestino Migliore. «La parola dimissioni non è quella che ho impiegato. Dimissioni vorrebbe dire che abbandono la mia carica. In realtà la rimetto nelle mani del Santo Padre perché è lui che me l’ha data», ha spiegato al quotidiano cattolico francese. L’arcivescovo chiarisce pure le ragioni della propria scelta volta a «preservare l’arcidiocesi, poiché come vescovo, devo essere al servizio dell’unità». Una scelta, dunque, per non divenire una «fonte di divisioni».

A proposito delle accuse lanciate dal settimanale Le Point, Aupetit ha invece dichiarato che ciò non è stato il movente centrale. L’inchiesta, che circolava sui social da giorni, si riferisce pure alla gestione della diocesi da parte dell’arcivescovo. Sull’accusa specifica che ha suscitato scalpore, l’arcivescovo ha negato una propria implicazione. In passato, secondo una ricostruzione de La Croix, l’arcivescovo aveva già dichiarato di aver preso delle «disposizioni » per «mettere della distanza » con una donna che si era manifestata diverse volte. Una donna nei confronti della quale Aupetit dice di aver avuto un comportamento che poteva lasciare spazio all’ambiguità. «Ho deciso di non rivederla e l’ho informata di ciò», aveva sostenuto. Nelle ultime ore, monsignor Aupetit ha soprattutto sottolineato i numerosi messaggi di sostegno ricevuti, da parte di preti della diocesi o di semplici fedeli.

A La Croix, in proposito, ha dichiarato: «Mi ha fatto piacere leggere “tieni duro”, “Sono con te”, poiché leggendo l’articolo di Le Point, mi sono chiesto se le persone volevano la mia partenza. Fortunatamente, per nulla. Ciò riconforta incontestabilmente». Aupetit ha pure ribadito di aver accettato la carica di arcivescovo senza desiderarla: «Mi sono sempre rimesso alla grazia del Signore e continuo a farlo». Il gesto dell’arcivescovo è giunto nel corso di una difficile fase in cui la Chiesa francese spera vivamente di uscire rafforzata dal violento scossone ricevuto dopo la pubblicazione delle conclusioni della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase), l’organo voluto dagli stessi vescovi per far luce sulla piaga della pedofilia lungo gli ultimi 70 anni.

In tutto il Paese, molti riconoscono il coraggio dei vertici ecclesiastici transalpini la cui svolta ha incitato anche altri settori della società francese ad imboccare la rotta della verità e di una lotta risoluta contro l’impunità. Ma mentre il rapporto della Ciase continua a circolare di parrocchia in parrocchia per essere attentamente letto e commentato, lo scossone ha pure provocato del disorientamento presso non pochi fedeli. Una situazione di fragilità che ha spinto gli ambienti più ostili al cattolicesimo ad uscire allo scoperto. Così, persino sull’autorevole quotidiano Le Monde, un intellettuale ha appena chiesto di «sciogliere la Chiesa cattolica».