Chiesa

La visita negli Usa. Il Papa: "Difendiamo la famiglia qui si gioca il futuro di tutti"

Gianni Cardinale, inviato negli Usa domenica 27 settembre 2015
​ "Recitiamo una preghiera a Maria e una invocazione a San Giuseppe affinché proteggano la nostra famiglia e ci aiutino a credere che vale la pena lottare per la
famiglia!". E’ con queste parole che Papa Francesco ha chiuso ieri sera (era notte fonda in Italia) il suo intervento alla Festa e veglia di preghiera che precede la giornata finale dell’VIII incontro mondiale delle Famiglie di Filadelfia. Quello del pontefice è stato un discorso a braccio, improvvisato e della durata di venti minuti,
interrotto ripetutamente dagli applausi di una folla di migliaia e migliaia di fedeli rincuorati e galvanizzati dalle sue parole. "La famiglia ha una carta di identità divina - ha aggiunto -. La carta di identità  che ha la
famiglia giel’ha data Dio, perché nel suo seno crescano sempre più la
verità, l’amore e la bellezza".
Il Papa ha anche ironizzato su se stesso: "Padre, lei dice
questo perché è scapolo" - per dire delle "croci" che nella famiglia ci sono sempre: "Marito e moglie magari litigano. Volano i piatti. I
bambini hanno il mal di testa. E non parliamo della suocera!".
"Però - ha proseguito – anche nella famiglia dopo la Croce c’è la Risurrezione, perché il Figlio di Dio ci ha aperto questo cammino. Perché la famiglia
è una fabbrica di speranza, fabbrica di vita e fabbrica di
resurrezione".
Francesco ha in particolare invitato a prendere cura dei
bambini e degli anziani. "I bimbi e i giovani sono la forza, il futuro, sono quelli in cui poniamo speranza;
gli anziani sono la memoria della famiglia, quelli che ci hanno trasmesso la fede - ha ribadito -. Un popolo che non
sa curare i bambini, un popolo che non sa curare gli anziani è
un popolo senza futuro, perché non ha la forza e non ha la
memoria per andare avanti"."Curiamo la famiglia, difendiamo la famiglia - ha quindi
incitato il Papa, tra gli applausi - perché lì si gioca il
nostro futuro!". Quella di ieri sera a Philadelphia è stata una vera festa con musica country, latina e l’esibizione di artisti del livello come la regina del soul Aretha Franklin o il tenore Andrea Bocelli. Una festa impreziosita da numerose testimonianze di fede, compresa quella di Gianna Emanuela Molla che ha letto una missiva di sua madre, Santa Gianna Beretta Molla.
Il Pontefice - con a fianco gli arcivescovi Charles J. Chaput di Philadelphia e Vincenzo Paglia, presidente del pontificio Consiglio per la famiglia – ha iniziato la serata guidando una breve preghiera. Quindi lo spettacolo condotto dall’attore Mark Wahlberg che ha confessato di attribuire alla propria fede cattolica il suo successo nel mondo del cinema. Il Papa è arrivato nella “B. Franklin Parkway” che si stende ai piedi della scalinata resa celebre dal film Rocky percorrendo un lungo tratto di strada fra due ali di folla entusiasta. Le imponenti misure di sicurezza hanno però impedito quel contatto diretto con la gente che tanto piace al vescovo di Roma. Nel pomeriggio il Papa aveva parlato all’incontro per la libertà religiosa con la comunità ispanica e altri immigranti. Nella storica cornice dell’Indipendence National Historical Park, simbolo della nascita degli Stati Uniti, il Pontefice ha ribadito che la libertà religiosa "implica certamente il diritto di adorare Dio, individualmente e comunitariamente, come la nostra coscienza lo detta". Ma, ha sottolineato, "per sua natura, trascende i luoghi di culto, come pure la sfera degli individui e delle famiglie". Il vescovo di Roma ha quindi ringraziato "tutti coloro che, qualunque sia la loro religione, hanno cercato di servire il Dio della pace costruendo città animate dall’amore fraterno, prendendosi cura del prossimo nel bisogno, difendendo la dignità del dono divino della vita, in ogni sua fase, difendendo la causa dei poveri e dei migranti". "Con questa testimonianza, che spesso incontra forte resistenza, - ha quindi aggiunto - voi ricordate alla democrazia americana gli ideali per i quali essa è stata fondata, e che la società viene indebolita ogni volta e dovunque l’ingiustizia prevale". Parlando poi a braccio Papa Francesco ha ripetuto un concetto a lui caro. E cioè che "la globalizzazione non è
cattiva". Anzi, "la tendenza alla globalizzazione è buona,
ci unisce". Ma "quello che può essere cattivo è il modo di farla".
Infatti "se una globalizzazione pretende di rendere tutti uguali, come in una sfera, quella globalizzazione distrugge la ricchezza
e la particolarità  di ogni popolo". Ma se invece "cerca di unire tutti, ma rispettando ogni persona, la
sua ricchezza, la sua peculiarità, ogni popolo, quella
globalizzazione è buona e ci fa crescere tutti e porta alla
pace". Alla cerimonia hanno partecipato migliaia e migliaia di latinos che hanno accolto con un tifo da stadio il Pontefice in Papamobile, applaudendo a ripetizione il suo discorso. Presenti anche centinaia di vescovi provenienti da tutto il mondo. Tra loro i cardinali Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, e Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi. Oggi la giornata finale del Papa negli Usa si chiuderà con la messa conclusiva dell’VIII Giornata mondiala e con l’annuncio di quando e dove si terrà la prossima edizione. Il fitto programma pontificio comprende anche l’incontro con i vescovi partecipanti all’evento e l’importante visita ai carcerati dell’Istituto di correzione Curran – Fromhold.