Chiesa

IL VIAGGIO DEL PAPA. L’abbraccio del Portogallo al «pellegrino di Fatima»

Luigi Geninazzi mercoledì 12 maggio 2010
Sorride Benedetto XVI, e sembra davvero felice di trovarsi avvolto dall’abbraccio caldo e spontaneo della folla. Sì, ce n’era proprio bisogno e la gente di Lisbona non gliel’ha fatto mancare. È iniziata nel migliore dei modi la visita del Papa in Portogallo, accolto con tutti gli onori e salutato lungo i grandi viali della capitale lusitana da migliaia di persone (almeno 200mila, come ha puntualizzato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi), in un clima di festa tipicamente latino tra sventolìo di bandiere e lancio di palloncini, con gli applausi cadenzati dal grido di «Viva O Papa!». Una festa che è andata avanti fino a notte, quando centinaia di giovani si sono radunati sotto le finestre della Nunziatura per fare la serenata all’illustre ospite.È arrivato puntuale Benedetto XVI, alle 11 di mattina, a dispetto della nube che s’aggira sulla penisola iberica. «Vengo nelle vesti di pellegrino di Fatima» sono le sue prime parole, appena sceso dal nuovissimo Airbus-320 dell’Alitalia. È qui per rilanciare «una proposta di sapienza e di missione» nel segno della speranza, la stessa che ci è stata ricordata dalla Madonna. Non è un caso, dice, che l’evento straordinario delle apparizioni «si sia aperto proprio sul Portogallo, come una finestra che Dio apre quando l’uomo gli chiude la porta». Non dipende dal Papa o dalla Chiesa, «si tratta di un amorevole disegno di Dio» che Benedetto XVI sottolinea con forza ricordando che «non fu la Chiesa che ha imposto Fatima ma fu Fatima che s’impose alla Chiesa».A questa terra d’antica tradizione cattolica ricorda che «sin dagli albori della propria nazionalità il popolo portoghese si è rivolto al successore di Pietro per vedere riconosciuta la propria esistenza come nazione», un concetto che verrà ribadito dallo stesso presidente della Repubblica, Anibal Cavaco Silva, nel suo discorso di benvenuto. «Oggi il Portogallo è un Paese libero e plurale nel quale la separazione fra Chiesa e Stato convive con il segno profondo dell’eredità cristiana», ha affermato il presidente che nei prossimi giorni dovrà decidere se promulgare la legge che istituisce il matrimonio omosessuale, voluta dal governo socialista, o se invece rinviarla al parlamento. In Portogallo quasi il 90 % degli abitanti si dichiara cattolico ma la secolarizzazione avanza velocemente anche nel Nord del Paese dove è sempre esistita una forte religiosità popolare. Dal canto suo Benedetto XVI, ricordando che quest’anno il Portogallo celebra un secolo di proclamazione della Repubblica, ha riconosciuto che quella svolta «aprì un nuovo spazio di libertà per la Chiesa» .Su questo tema ha insistito nella parte finale del suo discorso di saluto, tornando sul concetto a lui caro della laicità positiva. «La Chiesa è aperta alla collaborazione con chi non riduce al privato l’essenziale considerazione del senso umano della vita – ha sottolineato –. Non si tratta di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso bensì di una questione di senso alla quale si affida la propria libertà».Il Pontefice ha poi visitato il monastero «dos Jeronimos», il più bel monumento di Lisbona utilizzato per le cerimonie ufficiali (qui tre anni fa venne firmato il nuovo Trattato europeo). In questa cornice sontuosa si è svolta la cerimonia di benvenuto alla presenza delle autorità e di una folla che non ha mai smesso d’acclamare «Bento XVI» con grida ed applausi. Accolto dal suono degli inni nazionali e da una salva di cannone, il Papa ha assistito, per la prima volta nella storia dei viaggi pontifici, ad una parata militare. Dopo una breve visita all’antica chiesa del monastero Benedetto XVI, scortato da una formazione di Guardie a cavallo, si è trasferito in papamobile al Palazzo di Belem, sede della Presidenza della Repubblica dove si è intrattenuto in colloquio privato col capo dello Stato. Cattolico, già capo di governo e leader del partito conservatore (anche se in Portogallo si chiama socialdemocratico), Anibal Cavaco Silva è costretto a coabitare con il governo socialista del premier Socrates che il Papa incontrerà oggi, prima di recarsi a Fatima.